Sorprese dalla preistoria: il clima estremo ha modificato il nostro passato

Un importante studio che ha coinvolto 125 scienziati, ha analizzato il DNA di 356 cacciatori-raccoglitori preistorici le cui ossa sono state rinvenute in scavi archeologici in tutta Europa, con età che vanno dai 35.000 ai 5000 anni. Questo studio getta luce sul passato preistorico degli antichi abitanti dell'Europa, rivelando come il clima estremo abbia avuto un forte impatto sulle migrazioni.

Nelle ultime settimane sono stati pubblicati due importanti studi scientifici che gettano luce sul nostro passato preistorico, in particolare sulla preistoria dell'Europa, grazie all'analisi del DNA antico recuperato da resti di Homo sapiens in numerosi siti archeologici del continente. Questi studi mostrano come il picco dell'ultima glaciazione abbia portati a profondi cambiamenti nella presenza umana in Europa e come l'ultima era glaciale abbia plasmato il genoma degli europei.

Un recente studio, che ha coinvolto 125 scienziati, ha analizzato il DNA di 356 cacciatori-raccoglitori preistorici le cui ossa sono state rinvenute in scavi archeologici in tutta Europa, dall'attuale Tagikistan alla Penisola Iberica, con età che vanno dai 35.000 ai 5000 anni, e getta luce sul passato preistorico dell'Europa, da sempre terra di migrazioni.

Esseri umani in Europa, una lunga storia

Le tracce più antiche della presenza di esseri umani moderni in Europa risalgono a circa 45.000 anni fa, e sono state trovate nell'attuale Bulgaria. Oggi sappiamo che gli esseri umani moderni lasciarono l'Africa sub-sahariana circa 60 mila anni fa emigrando verso Europa ed Asia, mescolandosi geneticamente con i Neanderthal.

Sorprendentemente, tuttavia, lo studio Palaeogenomics of Upper Palaeolithic to Neolithic European hunter-gatherers, pubblicato sulla rivista Nature, ha scoperto che nessuno di quegli individui arrivati più di 40.000 anni fa ha lasciato tracce sostanziali nella composizione genetica delle attuali popolazioni eurasiatiche. Questo suggerisce, secondo gli autori di questo grande studio genetico, che quelle popolazioni si siano estinte, scomparendo nel corso del tempo, o forse assimilate da altre espansioni.

Queste prime ondate migratorie in Europa potrebbero quindi non aver avuto un successo permanente, si legge in un articolo di riassunto pubblicato da "Le Scienze" che fa una sintesi su queste ultime scoperte.

La seconda ondata migratoria e il grande gelo

Il secondo tentativo di popolare l'Europa andò invece in porto, e tracce del patrimonio genetico di quegli umani antichi si trovano ancora oggi nelle popolazioni attuali. Quello che hanno potuto scoprire i ricercatori con questo affascinante lavoro di ricerca sul nostro passato - grazie alle sorprendenti possibilità aperte dallo studio genetico dei resti trovati in siti archeologici - è che l'ultima glaciazione ebbe un forte effetto sul comportamento delle antiche popolazioni.

Tra 32.000 a 24.000 anni fa, prima dell'era glaciale, in tutta l'Europa vivevano popolazioni che avevano caratteristiche culturali comuni (una cultura conosciuta come Gravettiano, nel Paleolitico). Quando iniziarono ad avanzare i ghiacci, queste popolazioni di Homo sapiens iniziarono a spostarsi verso sud, fino al periodo di massima avanzata dei ghiacciai, quando si rifugiarono nelle aree più meridionali del continente.

preistoria
Gli antichi abitanti dell'Europa emigrarono verso il sud del continente in fuga dal clima estremo.

La fuga verso sud per il grande freddo

Non erano solo i ghiacci a costringere verso sud queste popolazioni, ma anche i drastici cambiamenti climatici di quei tempi, con fiumi che cambiavano percorso e foreste che scomparivano, perché per la maggior parte degli alberi il clima era ormai troppo freddo. Parliamo comunque di processi che avvenivano nel corso di periodi lunghi.

Il sorprendente impatto dei cambiamenti climatici e migrazioni in Europa

Quegli antichi umani preistorici scelsero luoghi rifugio nell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica alla Francia meridionale, dall'Italia alla Penisola Balcanica, per trovare riparo dal grande freddo.

Gli antichi umani preistorici scelsero luoghi rifugio nell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica alla Francia meridionale, dall'Italia alla Penisola Balcanica, per trovare riparo dal grande freddo che creava ghiacciai enormi, sbarrava fiumi e faceva scomparire le foreste.

In questa fuga verso sud nacque una nuova cultura, il Solutreano (siamo ancora nel Paleolitico). L'ipotesi che gli umani si rifugiarono nell'Europa del sud nel pieno dell'ultima era glaciale, viene confermato da un altro studio collegato a questo, pubblicato anch'esso sulla rivista Nature, nel quale è stato eseguito uno studio genetico sui resti umani trovati in una grotta della Spagna.

In Spagna un rifugio per gli umani in fuga dal clima estremo

Lo studio A 23,000-year-old southern Iberian individual links human groups that lived in Western Europe before and after the Last Glacial Maximum, ha analizzato il DNA degli unici resti di umano risalenti al periodo di massima espansione dei ghiacci in Europa: sono i resti di una persona vissuta 23.000 anni fa, quando l'Europa era avvolta dal gelo.

In quel momento in tutta Europa gli umani era scomparsi, non ci sono tracce, ma i resti di questo umano, ritrovati nella Grotta di Malalmuerzo vicino Granada, testimoniano uno degli ultimi siti di rifugio climatico di quel periodo.

I resti umani rinvenuti in una grotta della Spagna confermano che nel periodo di picco dell'ultima glaciale gli antichi abitanti dell'Europa si rifugiarono nelle parti meridionali del continente.

Lo studio ha scoperto che questo umano di 23.000 anni fa era imparentato geneticamente con un altro umano vissuto 35.000 anni fa in Belgio. Questa continuità genetica conferma che gli umani si spostarono verso sud, incalzati dal grande freddo, ma non scomparvero dall'Europa. Una volta passato il momento di picco dell'era glaciale, tornarono poi a espandersi verso nord.

La ricerca, tuttavia, evidenzia che quelle popolazioni rifugiatesi a sud ed emigrate nuovamente verso nord quando il freddo allentò la morsa, non presentano continuità genetica fino ad oggi. Questo significa che in un primo momento riuscirono a espandersi, ma ci furono poi altre popolazioni che ebbero maggior successo.

Italia, le antiche popolazioni non sopravvissero al clima estremo

Secondo il primo dei due studi che abbiamo citato in questo articolo, avvennero infatti altri importanti cambiamenti in Europa, sempre modellati dalle fasi climatiche. Nel periodo di massimo glaciale anche l'Italia fu un luogo di rifugio climatico, ma lo studio genetico mette in evidenza il fatto che nella Penisola Italiana le popolazioni non riuscirono a sopravvivere a quel picco di gelo, entrando probabilmente in un "collo di bottiglia" (cioè quando una popolazione arriva a ridursi drasticamente di numero per eventi esterni).

Lo studio mette in evidenza poi la comparsa nella Penisola Italiana di un'altra popolazione di Homo sapiens, con caratteristiche genetiche diverse dalle altre popolazioni. Queste popolazioni, probabilmente provenienti dalla Penisola Balcanica (ma serviranno nuovi studi per le conferme), ebbero successo nell'espansione verso nord, rimpiazzando con il tempo (a livello genetico) le popolazioni che si erano rifugiate nella Penisola Iberica e che nel frattempo erano tornate a popolare l'Europa settentrionale grazie al miglioramento del clima.

Europa, terra di migrazioni e nuovi misteri da risolvere

Lo studio mette in evidenza quindi come i movimenti migratori attraverso l'Europa avvenuti nel corso di migliaia e migliaia di anni, siano stati plasmati dalle fasi climatiche.

In un commento che accompagna lo studio su "Nature", informa "Le Scienze", il paleogenetista Ludovic Orlando dell'Università Paul Sabatier di Tolosa, in Francia, trae una interessante conclusione: "nessun gruppo di popolazione in Europa oggi può affermare di discendere esclusivamente da una popolazione che si era stabilita sul continente in quel periodo". In sostanza, il continente europeo è stato sempre un luogo abitato da persone arrivate da parti diverse del mondo.

Lo stesso ricercatore Orlando, in dichiarazioni al New York Times, afferma che in futuro scopriremo probabilmente come ogni continente del mondo abbia la sua storia di migrazioni di cacciatori-raccoglitori.

Oggi i ricercatori sono stati in grado di scandagliare la storia dell'Europa in modo così dettagliato solo perché hanno potuto sfruttare i resti trovati negli scorsi 150 anni e custoditi nei musei europei, ma è probabile che i ritrovamenti archeologici del futuro in tutto il mondo, grazie alle tecniche di studio genetico sul DNA di scheletri trovati nelle grotte, riveli in futuro una storia sempre più dettagliata del nostro passato.