Il miracolo di Giardino di Ninfa non è botanico, ma climatico: le rovine di una città hanno creato un paradiso
Sulle rovine di un’antica città del XIV secolo è nato uno dei giardini più belli e suggestivi d’Italia. Giardino di Ninfa è famoso per lo spettacolo dei fiori e degli alberi che si specchiano nell’acqua, tenuti in vita da un microclima unico

Giardino di Ninfa si trova in Lazio, a Cisterna di Latina, non distante dall’incantevole borgo di Sermoneta. È un luogo dalla bellezza fuori dal tempo, che sembra davvero uscito dalle pagine di un libro di favole.
Qui un tempo sorgeva una cittadina costruita accanto ad un tempio romano dedicato alle Ninfe, le divinità acquatiche. Nel corso dei secoli vi hanno abitato nobili e papi, ma nel 1382 la città venne saccheggiata e distrutta.
Anche a causa di una epidemia di malaria non fu mai più ricostruita ma dalle rovine delle sue case, nel sottosuolo umido e fertile, si sono create le condizioni perfette per la nascita di un autentico paradiso nel verde.
L’opera dell’uomo
Giardino di Ninfa, per come lo si può ammirare oggi, è il frutto di un percorso lungo diversi secoli.
I primi ad avere l’intuizione di creare un giardino botanico tra le rovine dell’antica città furono i nobili Caetani, nel XVI secolo. L’aspetto romantico da giardino all’inglese risale invece al XIX secolo, quando Ada Bootle Wilbraham e Onorato Caetani fecero bonificare l’area dalle paludi per piantare alberi e rose.
Molte altre piante sono state aggiunte nel corso del tempo, ed oggi il giardino ne conta più di milletrecento, su un’area di circa otto ettari, perfettamente integrate all’ambiente circostante.
Tra i rami degli alberi e in mezzo ai fiori, vivono inoltre cento specie di uccelli Più che un giardino, quindi, si tratta di un un microcosmo a parte, diverso da ciò che si può trovare altrove nella regione.
Un insolito mix di fattori ambientali
Nonostante la straordinaria varietà delle piante, e la loro bellezza che lascia senza fiato, ciò che rende davvero speciale Giardino di Ninfa sono le particolari condizioni ambientali. Pur essendo questo un dato che non salta immediatamente all’occhio di chi non è esperto, è proprio grazie al microclima locale, nato da un mix di fattori irripetibile, che il giardino può esistere così com'è.

La posizione dell'area rispetto ai monti Lepini, ad esempio, ha una notevole importanza perché le cime delle montagne influenzano la direzione del vento.
Dalla stessa catena montuosa, inoltre, arriva l’acqua che svolge un ruolo fondamentale in quella che era un tempo una zona palustre. Il suolo è umido e dal piccolo lago che si trova all’interno del giardino, nato in epoca medievale grazie ad uno sbarramento artificiale, nasce il fiume Ninfa che attraversa l’area.
L’umidità, costante e temperata, crea un microclima di tipo subtropicale, quasi unico nel Mediterraneo, che fa sì che possano convivere e crescere rigogliose magnolie americane, bambù, salici, ciliegi giapponesi e così via.
La vita tra le rovine
Ponti di pietra, chiese e torri in rovina sono quelle che danno a Giardino di Ninfa a sua aura romantica, tipica dei giardini all’Inglese. Ma se questi elementi generalmente vengono disposti a regola d’arte, qui le rovine sono autentiche, e svolgono anche un ruolo importante nella creazione di un habitat favorevole alla crescita delle piante.
Esse accumulano calore di giorno per rilasciarlo di notte, favorendo la formazione della condensa. I muri, inoltre, costituiscono una “casa” perfetta per funghi, licheni, muschi e rampicanti, quasi come se ogni parete di un rudere fosse un piccolo ecosistema autonomo.
Non vuol dire naturalmente che Giardino di Ninfa non abbia bisogno di cure costanti, ma si può dire che oltre ad un grande valore paesaggistico, abbia anche tutte le caratteristiche di una grande opera d’arte, capace di vivere di vita propria.