Le cave di Carrara e il microclima delle montagne bianche: il calore e la luce che Michelangelo amava

Bianche come la neve, ma non necessariamente a causa della neve, le Alpi Apuane sono note fin dall’antichità per le cave di una candida e pregiata pietra, il marmo di Carrara. L���abbondante presenza di questo materiale ha anche generato un particolare microclima, tipico di quest’area della Toscana

Marmo Alpi Apuane
Le Alpi Apuane, le montagne bianche per la neve e per la presenza del marmo

Note almeno da duemila anni, le cave di marmo presso l'attuale Carrara erano già utilizzate dagli antichi romani, che usarono questo materiale ad esempio nel Pantheon di Roma.

Nei secoli, poi, il marmo di Carrara è stato scelto dai più grandi artisti per realizzare capolavori assoluti. Amore e Psiche di Canova e i busti dei papi del Bernini sono sicuramente tra questi, ma l’esempio più noto è probabilmente la Pietà di Michelangelo. Il grande artista amava particolarmente questo materiale e si recava di persona alle cave per scegliere i blocchi migliori.

Luminoso, compatto, con sottili venature grigio-blu, il marmo di Carrara è ancora tra i materiali più richiesti, anche per l’arredamento, al punto che le cave hanno generato spesso dibattiti sui temi ambientali. Tuttavia le Alpi Apuane sono considerate particolarmente importanti per la loro biodiversità, poiché ospitano specie che vivono solo in queste zone.

Come è nato il marmo bianco di Carrara

Colori e ventaure del marmo sono in realtà frutto di impurità, per questo motivo il candore del marmo di Carrara è sinonimo di purezza, il ché ha contribuito a rendere questo marmo il più pregiato al mondo.

Come tutti gli altri marmi, comunque, anche questo è una roccia metamorfica, che nel corso dei millenni ha subito diverse trasformazioni causate dalla pressione e dalla temperatura.

Il marmo di Carrara ha iniziato a formarsi 200 milioni di anni fa, quando la regione in cui è possibile trovarlo era sommersa dal mare. Gusci di conchiglie e carbonato di calcio col tempo si sono accumulati e compattati a causa dei movimenti tettonici.

Quando infine le Alpi Apuane si sono sollevate, anche le masse di marmo sono emerse.

Le montagne bianche di Carrara: un microclima unico

La presenza delle cave e il loro utilizzo intensivo pongono giustamente quesiti e sfide sui temi dell’ecologia e della sostenibilità, ma anche la semplice presenza del marmo ha influito in maniera consistente alla creazione di un microclima che è tipico di questa parte delle Alpi Apuane, un’area geografica con delle caratteristiche uniche.

Marmo di Carrara
Una cava di marmo di Carrara sulle Alpi Apuane

Il raggiungimento di altitudini elevate in prossimità della costa comporta salti di quota da 0 a 2000 metri nello spazio di una decina di chilometri con la conseguenza di cambi repentini di temperatura. Dal clima tipicamente mediterraneo si passa quindi direttamente a quello Alpino.

Il marmo bianco inoltre riflette la luce del sole, la sua superficie quindi è generalmente meno calda rispetto a quella delle rocce scure e arriva anche a rallentare lo scioglimento della neve in inverno. Quando le superfici marmoree sono asciutte, poi, l’evaporazione dell’acqua influisce in modo consistente sulla formazione di nebbia e condensa.

Il risultato è che dove si trova il marmo si trovano anche specie che si sono adattate alla peculiarità di questi ambienti e che non potrebbero vivere altrove.

La flora e la fauna in prossimità delle cave

Nell’insieme le Alpi Apuane contengono circa il 50% della biodiversità di tutta la Toscana. Sono un vero e proprio paradiso dove si sono sviluppate anche specie endemiche.

Sulle superfici marmoree e sulle fratture dove si infiltra l’acqua, vive ad esempio una pianta carnivora, la Pinguicola Apuana. Anche alcune tipologie di primule e gigli sono tipiche soltanto di queste montagne.

Tra queste piante vivono inoltre farfalle e insetti altrettanto unici, mentre le grotte sono abitate dal Geotritone Apuano, un anfibio endemico. Tra specie e sottospecie endemiche e taxa subendemici, che si trovano cioè nelle zone immediatamente adiacenti, sulle Alpi Apuane proliferano anche diversi coleotteri, insetti e invertebrati.

Anche i detriti delle cave sono “abitati” da piante che oggi vengono studiate come esempio di adattamento delle stesse agli ambienti estremi.