La Terra frena e le nostre giornate si allungano: l’effetto impercettibile che costringe a cambiare gli orologi
Anche se impercettibile, la rotazione terrestre è in continuo e inesorabile rallentamento e questo porta inevitabilmente ad un allungamento delle giornate. Scopriamo assieme come mai accade.

Non tutti lo sanno, ma la velocità di rotazione della Terra varia nel corso del tempo, per la precisione sta diminuendo sempre più, portando ad un lento ma progressivo allungamento delle giornate.
Ovviamente la variazione è talmente piccola che nessun essere umano è in grado di percepirla, è di appena 2 millisecondi ogni secolo, diventa però consistente se la osserviamo con tempistiche estremamente più ampie.
Ad esempio, ragionando in miliardi di anni, questo cambiamento diventa ben evidente, pensate infatti che circa un miliardo e mezzo di anni fa una giornata sulla Terra durava appena 18,7 ore e stima che fra un altro miliardo e mezzo di anni potrebbe arrivare a durare addirittura 30 ore.
Ma come mai la Terra sta rallentando?
Il rallentamento del nostro pianeta, con conseguente allungamento delle giornate, è legato all’influsso gravitazionale che gli altri corpi celesti esercitano sulla Terra.
L’attrazione gravitazionale tra noi e gli altri pianeti determina variazioni nella forma dell’orbita terrestre, dell’inclinazione del nostro asse e anche del nostro moto di rotazione.
Tra i corpi celesti che più influenzano i moti terrestri c’è sicuramente il nostro satellite, la Luna, questo anche perché era ed è l’oggetto celeste più vicino al nostro pianeta.
Entrando più nel dettaglio, in passato la Luna era molto più vicina a noi di quanto non lo sia oggi, e pian piano si sta allontanando sempre più. Quindi anche la sua influenza non è costante nel tempo.

Proprio per mantenere il tempo coordinato universale (UTC), ossia il fuso orario scelto come riferimento globale, allineato con il giorno solare medio, nel 1972 si è introdotto il secondo intercalare, una correzione del tempo applicata all’orario UTC.
Il secondo intercalare viene applicato quando la differenza tra il tempo universale (UT1), ossia la scala dei tempi basata sulla rotazione della Terra, e il tempo UTC si avvicina in valore assoluto a 0,6 secondi.
Applicando questa correzione si fa in modo che la differenza tra UT1 e UTC (detta DUT1) rimanga sempre compresa tra -0,9 e +0,9 secondi.
Esiste un ente responsabile della misura e della scansione del secondo intercalare, ed è l’International Earth Rotation and Reference Systems Service (IERS).
Il secondo intercalare infatti non viene applicato in maniera costante, ci sono stati anni, come il 1972, anno della sua introduzione, in cui è stato applicato due volte, il 30 giugno e il 31 dicembre, e altri anni in cui non è stato applicato per niente, come nel 1980.
Da 9 anni non viene aggiunto il secondo intercalare
Ci sono stati anche periodi più lunghi in cui non è stato necessario aggiungere il secondo intercalare, come ad esempio tra il 1999 e il 2004, o ancora nel periodo attuale, in cui non viene applicato dal 31 dicembre 2016, da ben 9 anni.
Dobbiamo pensare al secondo intercalare come una sorta di 29 febbraio per gli anni bisestili. Anche in questo caso infatti si introduce un giorno extra ogni 4 anni per far sì che non ci sia uno sfasamento con gli orologi astronomici, basati sul tempo universale (UT1).
Come detto in precedenza per la durata dell’esistenza umana queste variazioni sono minime e impercettibili e sicuramente avere 2 millisecondi in più al giorno nell’arco di un’intera vita non cambierà la quantità di cose che possiamo fare in una giornata.