La Terra sta finendo nel mirino di enormi regioni attive solari: potrebbero generare potentissime tempeste geomagnetiche

Siamo quasi sotto mira e a spararci potrebbero essere due enormi macchie solari, tra le più grandi degli ultimi anni. Se dovessero produrre brillamenti, il plasma coronale colpirebbe la Terra generando fortissime tempeste geomagnetiche.

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Due enormi regioni attive, la AR14294 e AR14296, stanno raggiungendo il centro del disco solare. Se dovessero "brillare" saremmo investiti da plasma coronale. Credit: SDO

Che sul Sole avvengano esplosioni, anche potentissime, generate dai suoi campi magnetici è noto e poco importa. Ma se queste esplosioni avvengono in direzione della Terra, allora le cose cambiano e anche parecchio. In questo caso, la Terra viene investita dal plasma coronale espulso dall’esplosione producendo tempeste geomagnetiche. E’ quello che potrebbe avvenire in questi giorni.

Le due regioni attive, la AR14294 e AR14296, si sono formate parecchi giorni fa. Tuttavia, la rotazione del Sole le ha rese visibili dalla Terra solo a partire dal giorno 28 Novembre, la prima, e dal 30 Novembre, la seconda. A motivo della rotazione solare le stiamo vedendo via via attraversare il disco solare (da sinistra verso destra) per ancora una decina di giorni, prima di scomparire dalla visuale da Terra.

Le regioni attive sono le regioni della superficie solare in cui emergono particolarmente intensi i campi magnetici solari. Le regioni attive hanno una durata finita: nascono, si evolvono e poi si dissipano. Per identificarle viene usato un numero preceduto da AR (Active Region) e denota l'ordine cronologico con cui vengono osservate. La regione attiva designata con AR0001 è stata osservata il 5 Gennaio 1972 (data di inizio della loro catalogazione), ma ne esistevano già da prima che si iniziasse a catalogarle.

Grazie ai satelliti dallo spazio, ma anche grazie alla rete di telescopi solari distribuiti su tutto il globo terrestre, queste regioni attive stanno venendo monitorate senza interruzione, per cui stiamo assistendo alla loro evoluzione sia di forma sia di intensità.

Mentre il 28 Novembre la AR14294 era formata da sole 5 macchie solari (che occupavano un’area di 500 milioni di km^2), il numero di macchie è cresciuto a 55 (per un’area di oltre 4500 milioni di km2).

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Con il passare dei giorni le regioni attive evolvono e possono assumere configurazioni tali da innescare intensi brillamenti. Credit: SDO

Ora il numero di macchie che compongono questa regione è diminuito a 27, con una diminuzione dell’area totale del 30%.

Siamo attualmente nel Ciclo Solare 25. E’ iniziato nel Dicembre del 2019 ed ha raggiunto la fase di massima attività magnetica alla fine del 2024 mostrando un'elevata attività di macchie solari, intensi brillamenti e conseguenti intense tempeste geomagnetiche. Sebbene da un anno sia iniziata la discesa verso il minimo di attività, prevista per il 2030, tuttavia Il Sole continua a produrre fenomeni particolarmente intensi.

La AR14296 il 30 Novembre era formata da sole 6 macchie solari (che occupavano un’area di 1520 milioni di km^2), il numero è cresciuto a 25 (per un’area di quasi 2000 milioni di km2).

Ora il numero di macchie che compongono questa regione è diminuito a 8, ma l’area totale sta continuando ad aumentare, avendo superato i 2000 milioni di km2 il 5 Dicembre.

La prima regione attiva è stata eccezionalmente attiva, producendo 38 brillamenti di classe C e 6 di classe M (più intensi sono quelli della successiva classe X). Invece, fino ad oggi la AR14296 ha prodotto brillamenti di classe C.

Perché queste regioni sono importanti?

Si tratta delle due regioni attive più grandi degli ultimi 10 anni. Nei prossimi giorni la loro evoluzione potrebbe dar vita ad eventi estremi. Ciò che rende alto il livello di allerta è che nei prossimi giorni queste regioni raggiungeranno il centro del disco solare, cioè saranno proprio di fronte alla Terra.

Coronal Hole
Contemporaneamente alle due regioni attive, sul Sole è presente un enorme "buco coronale" dal quale fluisce un velocissimo vento solare, anch'esso diretto verso la Terra. Credit: SDO

In questa circostanza, eventuali esplosioni innescate la queste due regioni attive, potrebbero produrre significative emissioni di massa coronale (i Coronal Mass Ejection) che andrebbero a colpire la Terra producendo forti tempeste geomagnetiche, sebbene il campo magnetico terrestre ne ridurrebbe gli effetti.

Contemporaneamente a queste regioni attive importanti, nella corona solare è presente un vasto buco coronale che sta inviando verso di noi un flusso di vento solare a velocità di quasi 600 km/s.