Un pianeta "vagabondo" sta accrescendo la propria massa ad un ritmo di 6 miliardi di tonnellate al secondo!

Un pianeta “vagabondo”, liberamente fluttuante nello spazio senza alcuna stella madre, viene sorpreso mentre inizia improvvisamente ad accrescere la propria massa ad un tasso mai prima osservato in nessun altro pianeta, a circa 6 miliardi di tonnellate al secondo, e per oltre tre mesi consecutivi.

Cha 1107-7626
Rappresentazione artistica del pianeta vagabondo Cha 1107-7626 immerso nel suo disco di accrescimento di porveri e gas e sede di intensi campi magnetici.Credit: ESO/L. Calçada/M. Kornmesser

Studiando le regioni della Galassia in cui è attualmente in corso la nascita di nuove stelle (regioni tecnicamente chiamate SFR, cioè Regioni di Formazione Stellare), da diversi anni (già a partire dal 2000) gli astronomi hanno scoperto l’esistenza di oggetti che hanno una massa simile ai pianeti (da 5 a 10 volte la massa di Giove) ma che, a differenza della stragrande maggioranza dei pianeti, vagano isolati senza una propria stella madre attorno a cui ruotare.

L’origine dei pianeti vagabondi o liberamente fluttuanti

Ci si è subito interrogati sulla natura e l’origine di questa tipologia peculiare di oggetti. Potrebbero essersi formati come gli altri pianeti ma successivamente potrebbero essere stati espulsi dal proprio sistema planetario per cui ora li si vede vagare in solitudine. Tuttavia, non è ben chiaro quale meccanismo fisico possa essere in grado di espellerli lontano dalla propria stella.

Altra possibilità è che questi pianeti si formino proprio come le stelle, cioè dal collasso di un piccolo frammento di nube di polveri e gas. La loro nascita sarebbe una riproduzione su scala molto ridotta della nascita di una stella.

In questo scenario estremamente interessante avremmo uno stesso meccanismo che porta alla formazione di una stella, se la massa iniziale e sufficientemente grande, o alla formazione di una nana bruna, se la massa non è sufficientemente grande (per formare una stella), o alla formazione di un pianeta vagabondo le la massa è appena 5-10 volte la massa di Giove.

Cha 1107-7626, il pianeta vagabondo che facendo la differenza

Tra tutti i pianeti vagabondi finora noti, ve n’è uno veramente speciale che sta svelando quale possa essere il più plausibile dei due possibili meccanismi di formazione.

Regione di formazione in Chamaeleon
Questa immagine in luce visibile, parte del Digitized Sky Survey 2, mostra la posizione nel cielo del pianeta Cha 1107-7626. Il pianeta (non visibile qui) si trova esattamente al centro dell'inquadratura. Credit: ESO/ Digitized Sky Survey 2

Questo pianeta si chiama Cha 1107-7626 ed è stato scoperto in una regione di formazione stellare in direzione della costellazione del Camaleonte (Chamaeleon) a circa 650 anni luce di distanza dalla Terra.

Era stato osservato nei mesi di Aprile-Maggio del 2025 con lo strumento XShooter, montato al telescopio VLT dell’ESO, e con il telescopio spaziale James Webb. Quando, nei mesi successivi di Giugno-Agosto è stato riosservato con gli stessi telescopi, si è scoperto con grande meraviglia che la sua luminosità era enormemente aumentata e l’analisi dello spettro elettromagnetico del pianeta mostrava che la causa era un episodio di accrescimento.

Cosa stava succedendo. Una parte del disco di polveri e gas che circonda il pianeta era precipitato sullo stesso pianeta, accrescendone la massa con un tasso pari a circa 6 miliardi di tonnellate al secondo! Ad Agosto, quando le osservazioni si erano concluse, il processo era ancora in corso.

Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale The Astrophysical Journal Letter a prima firma dell’astronomo Víctor Almendros-Abad, astronomo dell'Osservatorio Astronomico di Palermo, dell’ Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

Mai era stato osservato un tale e intenso processo di accrescimento di massa in un pianeta.

Analizzando dati in archivio per lo stesso pianeta si è scoperto che qualcosa di simile era già successo nel 2016, per cui questi episodi di improvviso accrescimento (chiamati “bursts” in inglese) potrebbero essere ricorrenti.

Cosa suggerisce l'accrescimento di Cha 1107-7626

L’aspetto interessante di questo studio sul pianeta Cha 1107-7626 è che gli stessi episodi vengono osservati sulle stelle neonate la cui massa viene accresciuta grazie alla polvere e ai gas del disco che le circonda non solo in modo costante ma anche con episodi particolarmente intensi (i bursts).

Star accretion
Rappresentazione artistica di una neo stella che accresce la propria massa con il gas e le polveri del proprio disco, in analogia con lo stesso precesso in atto sul pianeta Cha 1107-7626. Credit: NASA/JPL-Caltech

Come per le stelle, anche per i pianeti vagabondi un ruolo chiave nel processo di accrescimento viene giocato dai campi magnetici, particolarmente intensi su questo pianeta.

Come una giovane stella si forma per collasso di un frammento di nube molecolare e durante le prime fasi di formazione è circondata da un disco di polveri e gas che continua ad accrescerne la massa, così anche questi pianeti vagabondi si formano dalla polvere e gas abbondantemente presenti nelle regioni di formazione stellare e durante le prime fasi di formazione sono anch’essi circondati da un disco che continua ad accrescerne la massa magari con episodi particolarmente intensi, come per Cha 1107-7626.

Quindi, sembra trovare supporto osservativo l’idea che questi pianeti vagabondi abbiano uno stesso meccanismo di formazione in comune tanto con le stelle quanto con le nane brune.

Riferimento allo studio

"Discovery of an Accretion Burst in a Free-Floating Planetary-Mass Object" Victor Almendros-Abad et al 2025 ApJL 992 L2 DOI 10.3847/2041-8213/ae09a8