26 settembre, l'anniversario del devastante terremoto del 1997 in Umbria e Marche

Il 26 settembre di quest'anno siamo arrivati al 28° anniversario di uno degli eventi sismici più devastanti degli ultimi trent'anni in Italia, il terremoto che sconvolse l'Umbria e le Marche nel 1997.Fu il primo di una lunga serie.

Il simbolo del grave terremoto che colpì Umbria e Marche il 26 settembre 1997 fu la Basilica di San Francesco d'Assisi, vicino Perugia. Nel crollo della volta morirono quattro persone e fu gravemente danneggiata la Volta di Cimabue e Giotto.

Il 26 settembre di ogni anno si ricorda in Italia il terremoto che sconvolse l'Umbria e le Marche del 1997. Quest'anno siamo arrivati al 28° anniversario di uno degli eventi sismici più devastanti degli ultimi trent'anni in Italia.

Nella notte tra il 25 ed il 26 settembre del 1997, un terremoto di magnitudo 5,7 con epicentro a Cesi, vicino Colfiorito, sconvolgeva un'area dell'Appennino situata tra Umbria e Marche, causando inizialmente due morti.

Molte case vennero danneggiate da quel primo evento sismico, soprattutto nei comuni di Foligno e Nocera Umbra. Alle 11.40 di mattina del 26 settembre, poche ore dopo, una scossa più potente, di magnitudo 6,0 e con epicentro ad Annifo, tornò a sconvolgere quest'area situata tra Umbria e Marche causando nuovi crolli e la morte di altre otto persone. Il bilancio finale di quel terremoto fu di 11 vittime, e si registrarono danni enormi in una vasta area dell'Italia centrale.

Uno degli eventi simbolo di quel devastante terremoto di cui ricorrono oggi 26 anni, fu il crollo della Volta affrescata da Cimabue e Giotto nella famosa Basilica di San Francesco ad Assisi (Perugia). Le immagini di quel crollo fecero il giro del mondo e si trasformarono nel simbolo di una Italia ferita al cuore, colpita nel suo patrimonio artistico ed architettonico.

Era dal grande terremoto in Irpinia del 1980 che l'Italia non viveva una catastrofe sismica di questa portata.

I terremoti continuarono a scuotere l'area dell'Appennino umbro-marchigiano per mesi, fino all'inizio del 1998, rendendo molto difficile la vita per migliaia di persone sfollate. Per anni, molti abitanti dell'area hanno vissuto in container.

La ricostruzione di quest'area, ormai completata da tempo, ha permesso di aumentare la sicurezza sismica degli edifici e delle opere architettoniche antiche.

Un passo avanti enorme per la conoscenza dei terremoti in Italia

La sequenza sismica del 1997 al confine tra Umbria e Marche, scrive l'INGV nel suo blog "INGV Terremoti", rappresenta uno spartiacque per la sismologia italiana. Per la prima volta in Italia furono disponibili dati di alta qualità rilevati dalle reti di monitoraggio a terra e dai satelliti e questo permise di delineare, con una precisione mai raggiunta prima, le caratteristiche delle faglie che si erano attivate e dei meccanismi di generazione dei terremoti appenninici.

I terremoti del 1997-1998 portarono a un salto in avanti considerevole per la sismologia in Italia, quindi per la comprensione dei terremoti che colpiscono il nostro paese (indispensabile per la prevenzione, per ripararci da eventi sismici futuri).

I terremoti del 26 settembre 1997 aprirono una nuova fase anche per la geologia del terremoto in Italia, spiega l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

terremoti italia
Sono quasi 30 anni che nell'area dell'Appennino centrale si registrano forti terremoti, che hanno causato gravi danni e molte vittime. Sono la prova della grande attività tettonica sotto l'Appennino.

Dopo il forte evento sismico del 1980 in Irpinia, infatti, quello dell’Umbria-Marche fu il primo terremoto a lasciare una traccia evidente, sebbene molto labile, di fagliazione superficiale, con effetti visibili sul terreno.

L'Appennino che si sgretola: dal 1997 al 2017, i grandi terremoti nell'Italia centrale

In un paese sismico come l'Italia, purtroppo, il disastro del 1997 non poteva restare isolato. Pochi anni dopo, nella notte del 6 aprile 2009, un devastante terremoto colpiva l'area de L'Aquila, in Abruzzo, causando centinaia di morti. Pochi anni dopo la sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia iniziata il 24 agosto 2016 e continuata nel 2017 ha aggiunto nuovi disastri, con altre centinaia di vittime e danni gravissimi in una vasta area dell'Italia centrale.

I terremoti degli ultimi 25 anni nell'Appennino centrale

  • 1997-1998. Sequenza di terremoti tra Umbria e Marche;
  • 2009. Il terremoto colpisce L'Aquila e molte zone dell'Abruzzo;
  • 2016-2017. Sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso

Questi nuovi eventi sismici, con terremoti di magnitudo anche superiore a 6.0, che hanno causato oltre 600 vittime, si sono verificati nuovamente nell'Appennino centrale.

norcia
Nel 2016 un'altra antica chiesa gravemente danneggiata dal terremoto è stata quella di Norcia.

"In venticinque anni - scriveva il direttore del dipartimento Terremoti dell'INGV Claudio Chiarabba in un articolo pubblicato il 24 agosto 2022 per il 5° anniversario del terremoto che ha devastato Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto - abbiamo assistito a un progressivo sgretolamento di un settore della catena appenninica lungo più di 150 km, da Nocera Umbra a L’Aquila".

In due decenni di eventi sismici, spiega Chiarabba, sono stati fatti significativi passi avanti nel capire il processo sismico e i suoi effetti. Una delle principali conclusioni dei sismologi, i geologi che si occupano dello studio dei terremoti, è che l’Appennino è in estensione e che la deformazione di questa catena montuosa che percorre l'Italia da nord a sud è lenta, con un tasso di 2-4 mm/anno di estensione perpendicolare alla catena.

Questa estensione dell'Appennino, spiega l'INGV, si manifesta con terremoti normali su faglie ovest immergenti, in questo settore centro settentrionale della catena montuosa.

Riferimenti dell'articolo

INGV Terremoti - Blog - https://ingvterremoti.com/