Alpi, in arrivo forti nevicate dopo un inverno drammatico: basteranno?

Le Alpi hanno vissuto un inverno 2022-2023 drammatico per la siccità, ed ora preoccupa l'estate. Nel fine settimana la neve cadrà abbondante, specie su quelle occidentali, basterà? Intanto in Svizzera, colpita da un grave deficit di precipitazioni nevose, avanzano i fichi d'India per il clima in trasformazione.

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La neve tornerà a cadere abbondante sulle Alpi questo fine settimana. Basterà a rimediare un inverno drammatico?

La siccità continua a preoccupare molte aree dell'Europa, in particolare quella occidentale. Dalla Spagna alla Germania, passando per Francia e Italia del nord, gli allarmi sono sempre più ripetuti e non sono bastate le ultime precipitazioni a invertire la tendenza.

Fiumi in secca all'inizio della primavera, laghi ai minimi, problemi di navigabilità nei fiumi, razionamento dell'acqua per l'uso irriguo e agricolo, sono alcuni degli effetti più evidenti di questa situazione in questo mese di marzo 2023.

Un aspetto che preoccupa per i mesi futuri e per l'estate è anche il grave deficit di neve in montagna. La neve sulle montagne rappresenta un serbatoio di acqua importantissimo per i mesi più caldi, quando con lo scioglimento il ghiaccio e la neve alimentano i corsi d'acqua e i fiumi. Se in inverno non nevica, in estate i fiumi saranno ancora più in crisi.

In Europa si parla di una nuova grave siccità. Preoccupa la poca neve sulle Alpi, perché nella tarda primavera mancherà un serbatoio d'acqua fondamentale per i corsi d'acqua e i laghi.

Le ultime previsioni indicano per i prossimi giorni nevicate importanti sulle Alpi occidentali, maggiormente abbondanti sulle Alpi francesi e svizzere, e si spera che queste nevicate portino sollievo dopo mesi di siccità. Servirà però una primavera nevosa, per migliorare la situazione dopo un inverno così eccezionalmente asciutto.

Manca la neve, situazione mai registrata prima sulle Alpi occidentali

La situazione è particolarmente allarmante sulle Alpi, una catena montuosa con cime elevate, dove la neve caduta in inverno tarda a sciogliersi costituendo un serbatoio di acqua prezioso per i mesi di tarda primavera, quando avviene lo scioglimento. Ebbene, sulle Alpi occidentali non era mai stato registrato un inverno con così poca neve e si registra una grave perdita di ghiaccio.

Come riporta il tweet qui sotto, la copertura nevosa in alcune aree delle Alpi italiane e svizzere è scesa al livello più basso da quando ci sono dati. La foto satellitare di Copernicus, scattata dal satellite Sentinel 3, mostra un arco alpino imbiancato dalle recenti precipitazioni nevose, e potrebbe apparire come una contraddizione, ma è la quantità di neve caduta al suolo ad essere ridottissima.

Francia, un inverno molto secco e caldo

La neve è stata molto poca sulle Alpi occidentali, in Italia, Francia e Svizzera. In Francia del resto, l'inverno appena terminato è stato il più secco da molti decenni.

Tuttavia, la situazione è grave su tutto l'arco alpino. Alle nevicate che erano cadute a gennaio è seguito un febbraio con scarse o assenti precipitazioni, e temperature sopra la media.

In Svizzera e Italia avanzano i fichi d'India al posto della neve

Quest'inverno intanto è stata riportata la notizia di un fenomeno preoccupante, che conferma ulteriormente come le condizioni climatiche stiano cambiando rapidamente nell'area alpina.

"Gli abitanti del canton Vallese (Svizzera) sono abituati a vedere i pendii delle loro montagne ricoperti di neve in inverno e piccoli fiori bianchi in estate - si leggeva in un articolo del Guardian pubblicato il 10 febbraio scorso - ma man mano che il riscaldamento globale avanza, si trovano specie più invasive che colonizzano questi splendidi paesaggi: i fichi d'India".

L'articolo spiegava, poco di un mese fa, come il genere Opuntia, cui appartiene il fico d'India, stia comparendo sempre più frequentemente in Svizzera. Non a quote elevate, ma comunque in aree dove non era mai cresciuta. In Svizzera è una specie invasiva e la preoccupazione è tale che il governo locale ha annunciato una campagna per sradicare queste piante spiegando così questa misura: "amante dei climi secchi e caldi, questa pianta invasiva e non autoctona non è la benvenuta".

Le piante del genere Opuntia però, rappresentano attualmente tra il 23% e il 30% della bassa copertura vegetale del Vallese, riporta l'articolo, ed è stata segnalata anche nelle vicine regioni alpine, tra cui Ticino e Grigioni in Svizzera, e Valle d'Aosta e Valtellina in Italia.

Il recente calo della copertura nevosa delle Alpi non ha precedenti negli ultimi 600 anni

Intanto, un recente studio pubblicato su Nature Climate Change ha rilevato che il manto nevoso sulle Alpi è ora di 36 giorni più breve rispetto alla media a lungo termine, e mostra un calo “senza precedenti” negli ultimi 600 anni. Lo studio ha analizzato gli anelli dei tronchi di ginepro,

I ricercatori sono riusciti a ricostruire le condizioni di innevamento negli ultimi sei secoli, scoprendo che non si era mai presentata precedentemente una situazione come quella attuale, con una riduzione del manto nevoso così drastica.

Poca neve in montagna, il "no" a nuovi impianti di risalita

Intanto, domenica 12 marzo si terrà in tutta Italia una mobilitazione nazionale dal titolo "Reimmaginare l’inverno – basta nuovi impianti", nata da un’idea del collettivo "The Outdoor Manifesto". L’iniziativa, sotto lo slogan ‘Basta nuovi impianti’, sostiene che investire su questi impianti di risalita nel pieno della crisi climatica non ha più senso, oltre ad avere un impatto significativo sulle montagne.