La lezione a un mese dal mega-blackout in Spagna e Portogallo: ecco 3 cose che dobbiamo imparare di nuovo a fare

Un mese fa il mega-blackout in Spagna e Portogallo: ecco 3 cose che dobbiamo imparare di nuovo a fare per non essere troppo "elettricità-dipendenti".

blackout
Durante un blackout ci si rende conto di quanto siamo dipendenti dall'elettricità.

Il 28 aprile scorso, la Spagna e il Portogallo hanno vissuto il più grande blackout della loro storia. Per molte ore i due paesi della Penisola iberica sono rimasti senza corrente elettrica, con conseguenze enormi per decine di milioni di persone. Treni e metropolitane bloccati per ore, ascensori fermi, linee telefoniche in tilt, sono solo alcuni dei problemi che si sono verificati nelle lunghe ore di sospensione dell'elettricità.

Le storie relative a questo evento storico sono tante, e per fortuna le situazioni drammatiche sono state molto ridotte.

Si registrano infatti alcuni decessi legati probabilmente all'interruzione di alimentazione a macchine mediche vitali (gli ospedali erano comunque forniti di gruppi elettrogeni indipendenti), ma in generale il grande blackout del 28 aprile si è concluso senza grandi conseguenze per le persone, restando soprattutto come un'esperienza di forte impatto, e per molti una giornata molto stressante.

I principali effetti del grande blackout, su trasporti e comunicazioni telefoniche

Uno dei problemi principali lo hanno vissuto centinaia di persone rimaste bloccate negli ascensori. C'è poi da segnalare, nelle grandi città, l'enorme quantità di persone rimaste a piedi per la totale sospensione della rete delle metropolitane e treni regionali.

Molti non hanno potuto raggiungere i luoghi di lavoro o la propria casa, perché gli unici trasporti pubblici funzionanti erano i bus, che erano presi d’assalto da migliaia di persone. Problemi anche per migliaia di persone che stavano attraversando i due paesi in treno, e che sono rimasti a lungo bloccati.

Un altro grave problema del 28 aprile è stata la mancanza di servizio delle reti telefoniche, che sono cadute per la situazione eccezionale, lasciando isolate per molte ore milioni di persone.

Era impossibile telefonare, ma anche collegarsi a Internet, e molte persone hanno saputo cosa stava succedendo grazie alle radio, unico mezzo di informazione che funzionava. Per ascoltarla, erano però necessarie radio a pile, o le radio delle auto.

Tante persone si trovavano in casa, e hanno potuto vedere come l'elettricità sia fondamentale anche per lo svago: dai computer alla TV, ed in particolare la connessione a Internet, l'assenza di elettricità ha reso evidente quanto elettricità-dipendenti siamo diventati.

Ecco qui, quindi, 3 lezioni che ci ha insegnato questo evento, ed alcune cose che bisogna imparare a fare di nuovo per non essere così elettricità-dipendenti in caso di blackout.

1. Cercare su Google o chiedere a voce?

Siamo abituati a digitare qualunque domanda su Google, o sugli altri motori di ricerca, ma quando manca la corrente e la connessione scompare, dobbiamo ricordarci come comunicare e chiedere aiuto a voce.

Parlare con i vicini o fermarsi a chiedere informazioni a chi è in strada è un esercizio di comunità che può fare la differenza, specialmente quando il blackout è prolungato e le notizie arrivano a singhiozzo.

Molte testimonianze del 28 aprile 2025 dalla Spagna e dal Portogallo confermano che, nelle strade delle città e dei centri più piccoli, si formavano capannelli di persone che parlavano, si informavano a vicenda.

Cercare informazioni sul web è comodo e utile, ma è importante mantenere le nostre abilità di comunicazione fisica con chi ci circonda, dai vicini alle persone intorno a noi.

L'importanza della comunicazione diretta tra persone è alla base di ogni comunità sana e solidale.

2. GPS fuori servizio: sappiamo usare una mappa di carta?

Il GPS è ormai una guida quasi infallibile per trovare come arrivare a destinazione, ma quando non c’è segnale o batteria, dobbiamo ricordare come si usano le vecchie cartine, e come ci si orienta in uno spazio aperto.

Sapere leggere una mappa e orientarsi senza un’app sullo smartphone è un’abilità che molti hanno dimenticato, ma che in situazioni di emergenza (o in luoghi remoti dove il segnale non c'è, come in montagna), può risultare preziosa. Il blackout ci ricorda quanto sia importante riprendere in mano le mappe di carta, allenare la memoria visiva, imparare a riconoscere i punti cardinali anche dalla posizione del Sole.

Con un telefono spento, o non funzionante, ci accorgiamo dell'importanza dei supporti cartacei: tra questi le mappe geografiche o le cartine delle città, che dobbiamo imparare a usare di nuovo dopo anni di GPS.

Sono abilita che stiamo perdendo, perché sempre più ci affidiamo a supporti elettronici.

3. Radio, libri e intrattenimento fisico

Senza luce elettrica e senza streaming, la noia può farsi sentire. Qui entra in gioco la vecchia radio a batterie o a manovella, strumento essenziale per rimanere aggiornati sulle notizie e sulle comunicazioni ufficiali. Ma anche la radio può fallire, e allora ecco altri modi per intrattenerci.

I libri, le riviste, i giochi da tavolo, le chiacchiere e l'attività fisica: riscoprire questi modi “analogici” di intrattenersi aiuta a passare il tempo e a mantenere alto il morale. E può ricordarci che non tutto passa dallo schermo di un telefono o di un PC, e che molte di queste abitudini, diffuse nella nostra vita fino a pochi anni fa, sono anche meno stressanti.

Il kit di emergenza

Il blackout ci ricorda anche l’importanza di avere un kit di emergenza sempre pronto: torce a pile, batterie di scorta, radio portatile, acqua potabile e qualche alimento a lunga conservazione. Prepararsi in anticipo significa evitare il panico e affrontare anche un blackout prolungato con maggiore serenità.

Ricordando che, fuori dalla porta di casa, ci sono persone in carne ed ossa a cui chiedere aiuto, o informazioni, e che il mondo all'aperto è tutto da scoprire con le nostre gambe e con la nostra curiosità, e che possiamo benissimo fare a meno dei supporti elettronici. O, almeno, usarli con maggior equilibrio.