Può verificarsi un grande blackout in Italia come quello avvenuto in Spagna e Portogallo?
Il nostro Paese oggi potrebbe essere interessato da un grande blackout di dimensioni paragonabili a quello visto in Spagna e Portogallo?

Nella giornata di ieri un grande blackout ha colpito Spagna e Portogallo, paralizzando trasporti, telecomunicazioni e servizi essenziali, con ripercussioni anche nel sud della Francia.
L’evento, definito eccezionale dal gestore della rete spagnola Red Eléctrica, ha sollevato interrogativi sulla vulnerabilità delle infrastrutture elettriche in Europa e sulla possibilità che un episodio simile possa verificarsi in Italia.
Il blackout in Spagna e Portogallo, cosa è successo?
L’interruzione, iniziata intorno alle 12:30, ha causato il collasso della rete elettrica iberica, con una perdita di 15 gigawatt in pochi secondi, pari al 60% della domanda elettrica spagnola in quel momento.
Le cause non sono ancora del tutto chiarite. Inizialmente si è ipotizzato un attacco informatico, ma Red Eléctrica ha escluso questa possibilità, insieme a errori umani o eventi meteorologici estremi. C’è chi pensa a un guasto tecnico legato a un problema negli impianti solari, che avrebbe causato un effetto a cascata sulla rete. Ma anche questa ipotesi, col passare delle ore, perde consistenza.
La rete elettrica italiana: somiglianze e differenze
L’Italia oltre 20 anni fa venne interessata da un blackout di simile portata. Il 28 settembre 2003 un guasto su una linea svizzera causò un’interruzione di diverse ore in quasi tutto il Paese, salvo la Sardegna, grazie alla sua rete autonoma.
La rete italiana presenta alcune differenze rispetto a quella iberica. Terna, la società che gestisce la trasmissione elettrica nazionale, ha dichiarato che durante il blackout del 28 aprile 2025 non si sono rilevate criticità operative in Italia.

Inoltre, l’Italia, dopo l’evento del 2003, ha investito in sistemi di gestione del rischio, come lo stoccaggio centralizzato e la regolazione delle rinnovabili, che hanno evitato problemi simili a quelli spagnoli legati all’overgeneration solare.
Questi accorgimenti dovrebbero mitigare gli effetti di un blackout generalizzato, che rischierebbe di mettere in ginocchio l’economia di interi territori.
I veri rischi per l’Italia
Nonostante i miglioramenti degli ultimi anni un blackout su larga scala è sempre possibile. Il nostro Paese dipende ancora dalle reti di altre nazioni europee. Un eventuale guasto in un Paese di frontiera, come la Svizzera o la Francia, potrebbe avere effetti a cascata, come accaduto nel 2003.
L’aumento delle fonti solari ed eoliche, meno prevedibili rispetto alle fonti tradizionali, richiede una gestione avanzata per evitare squilibri. Un errore nella sincronizzazione, come ipotizzato in Spagna, potrebbe destabilizzare la rete.
L’Italia inoltre negli ultimi anni ha sperimentato una moltiplicazione degli attacchi hacker alle proprie infrastrutture. Un grande attacco informatico alle infrastrutture potrebbe compromettere la rete elettrica in gran parte del territorio nazionale.

Proprio per questo bisogna investire molto, sia a livello individuale che collettivo, per essere pronti ad affrontare eventuali emergenze con resilienza, che siano legate ad errori umani, eventi estremi o attacchi hacker su grande scala.
Come prevenire e affrontare un blackout in Italia
Per ridurre il rischio, l’Italia sta lavorando su più fronti. Terna investe in tecnologie di monitoraggio e gestione della rete, come i sistemi di controllo in tempo reale e le interconnessioni con i Paesi vicini per bilanciare la domanda.
Inoltre, la diversificazione delle fonti energetiche e l’uso di batterie per lo stoccaggio possono mitigare l’impatto delle rinnovabili.
In caso di blackout la Protezione Civile raccomanda alcune misure pratiche per i cittadini, come evitare gli ascensori per non rimanere bloccati o staccare gli elettrodomestici non essenziali per prevenire sovraccarichi al ritorno della corrente.