La Sardegna brucia, dozzine di incendi alimentati dal maestrale

La situazione più difficile si è riscontrata a Posada e Siniscola, in provincia di Nuoro, dove centinaia di persone hanno trascorso la notte nell'auditorium comunale per paura che le fiamme raggiungessero le abitazioni.

La situazione più difficile si è riscontrata a Posada e Siniscola, in provincia di Nuoro, dove centinaia di persone hanno trascorso la notte nell'auditorium comunale per paura che le fiamme raggiungessero le abitazioni.

Sono ore molto difficili per la Sardegna, soprattutto l’area nord-orientale e meridionale, duramente colpita da numerosi e devastanti incendi che vanno avanti dalla giornata di domenica.

La situazione più difficile si è riscontrata a Posada e Siniscola, in provincia di Nuoro, dove centinaia di persone hanno trascorso la notte nell'auditorium comunale per paura che le fiamme raggiungessero le abitazioni.

Le fiamme altissime hanno raggiunto anche la costa e costretto all'evacuazione di numerose strutture turistiche, in tutto gli evacuati sarebbero circa 600.

Diverse case raggiunte dalle fiamme

I roghi hanno raggiunto anche alcune abitazioni e varie aziende agricole, ferendo ben tre persone. La situazione più critica si riscontra a il Sarrabus: Muravera, Costa Rei, Porto Corallo, Feraxi, San Priamo, Villaputzu e più all'interno Gairo.

Ma il fuoco non ha risparmiato l'hinterland cagliaritano, ad Assemini e Capoterra, e il Sulcis Iglesiente. I Canadair e le squadre di terra hanno dovuto lavorare in modo incessante per domare le fiamme.

Il maestrale complica la situazione

A rendere ancora più distruttivi questi incendi ci ha pensato pure l’intenso vento di maestrale che ha spazzato l’isola, con raffiche che hanno superato i 60/70 km/h.

Le forti raffiche di maestrale hanno contribuito ad estendere i roghi su aree veramente vaste, com'è accaduto ieri in particolare al Poetto di Quartu Sant'Elena, dove le fiamme sono riuscite a propagarsi anche attraverso una strada a quattro corsie.

Un vigile del fuoco è rimasto ferito durante le operazioni di spegnimento del camping evacuato, poi devastato. Il fuoco in tutta l'isola ieri ha percorso centinaia di ettari.

I responsabili degli incendi che hanno colpito la Sardegna sono "persone che non vogliono il bene della Sardegna e non pensano neanche al bene dei loro figli. Pensano solo al loro tornaconto". Lo dice monsignor Antonio Mura, vescovo di Nuoro e di Lanusei e Presidente della CES, Conferenza Episcopale Sarda, intervenendo sugli incendi che nelle ultime ore hanno colpito l'isola.

Le fiamme altissime hanno raggiunto anche la costa e costretto all'evacuazione di numerose strutture turistiche, in tutto gli evacuati sarebbero circa 600.

"Non possono che esserci parole di biasimo - aggiunge monsignor Mura -, di giudizio negativo su quella che appare una strategia più che una casualità. I comuni della diocesi sono interessati non poco dagli incendi, anche se la situazione stamattina sembrava essere migliore. Resta grande drammatico per quello che è successo".

I fronti del fuoco ancora attivi

L'isola è assediata dal fuoco, con 42 incendi sull'intero territorio regionale, 12 dei quali di grandi dimensioni e per i quali il Corpo forestale ha utilizzato, oltre le squadre a terra, anche i mezzi aerei del servizio aereo antincendio regionale. Il rogo più esteso è quello divampato a Posada (Nuoro) in località "Abba Ia", e rapidamente propagatosi verso Siniscola.

A Posada, tra Monte Longu e San Giovanni, le località raggiunte dalle fiamme, il cielo si è oscurato a causa del gigantesco incendio tra Posada e Siniscola, nella costa nord orientale della Sardegna. La SS 131 dnc “Diramazione Centrale Nuorese” è provvisoriamente chiusa dal tratto dal km 92 al km 145, tra Siniscola e Olbia.

Tre canadair, elicotteri della flotta regionale e uomini a terra dei Vigili del fuoco e della Protezione civile sono in azione da ore sul rogo ma le operazioni sono rese difficili dal forte vento di maestrale che spira in tutta l'isola. I Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Nuoro sono intervenuti sul posto con sei squadre, 30 uomini e 12 mezzi.