Il blackout in Spagna è il preludio di un futuro collasso energetico globale? Ecco la teoria Olduvai Duncan

Il blackout che ha paralizzato la penisola iberica riaccende il dibattito sulla sicurezza energetica, sulle rinnovabili e sul nucleare. Come è possibile che nel XXI secolo succedano grandi black out? Rispuntano ipotesi estreme e catastrofiche, ma la lezione è chiara: senza energia non funziona nulla.

La Gola di Olduvai (o Oldupai), culla dell’umanità, Tanzania È un sito paleoantropologico celebre, situato nella Great Rift Valley, considerato uno dei luoghi fondamentali per lo studio delle origini dell'uomo.

L’opinione pubblica è ancora colpita e discute animatamente sulle cause del grande black out che ha colpito Spagna, Portogallo e parzialmente il sud della Francia. Fra le altre cose ci si interroga su come sia stato possibile che, in un paese industrializzato, l’intera rete elettrica sia collassata in pochi istanti. È stato un episodio isolato o è un segnale d’allarme per il futuro dell’energia?

Le cause del collasso: solo ipotesi, nessuna certezza

Il primo dubbio di molti: è possibile che nel XXI secolo possa succedere un blackout del genere? La risposta in breve è: si, può succedere, ovunque, e può ripetersi.

è possibile che nel XXI secolo possa succedere un blackout del genere? La risposta in breve è: si, può succedere, ovunque, e può ripetersi.

La questione meriterebbe lunghi approfondimenti, ma le grandi reti per loro natura sono fragili. È partita in particolare la caccia al colpevole, puntando spesso il dito contro le energie rinnovabili. Al momento non si sanno le cause, è stato ormai escluso il fenomeno atmosferico particolare che avrebbe causato un’oscillazione della rete, ma anche l’attacco informatico ai centri di gestione.

Comunque sia, le rinnovabili sono il futuro e le reti possono e devono adeguarsi a gestirle, anzi le energie rinnovabili sono anche un valido metodo famigliare contro i black out, per chi dispone di fotovoltaico con batterie di accumulo e sistema EPS.

Tuttavia, la storia insegna, questi episodi possono avvenire. E secondo alcune ipotesi, diciamolo subito pessimistiche e catastrofiste in futuro potrebbe andare peggio.

I black out nel mondo sono già realtà

Noi restiamo colpiti, ma molti paesi del mondo sono alle prese frequentemente coi blackout. Nelle zone tropicali le interruzioni di energia sono frequenti e talora prolungate. Le cause spesso sono eventi meteo estremi come piogge torrenziali, fulmini, uragani, tormente di neve vento ma anche banalmente le scimmie o animali che si fulminano o danneggiano le linee.

Cuba è un caso particolare: prima negli anni 1990 durante il “periodo especial”, poi ai giorni nostri, la crisi economica ed energetica è causa di frequenti e prolungate mancanze di corrente. Poi purtroppo paesi in guerra, come Ucraina, Palestina, Siria, Somalia, Yemen, e altri fra gli altri problemi si trovano alle prese coi blackout.

La teoria Olduvai Duncan: verso il collasso globale?

La Olduvai Theory fu proposta dall’ingegnere americano Richard C. Duncan intorno al 1990, è una teoria catastrofista sul futuro dell'energia, della popolazione e della civiltà industriale. Il nome trae origine dalla Gola di Olduvai in Tanzania, luogo delle origini dell’umanità, preso come spunto per dare l’idea che la civiltà industriale potrebbe essere solo una breve parentesi della storia umana, destinata a chiudersi con un ritorno a condizioni primitive.

Secondo questa ipotesi, il periodo di alta energia pro capite, favorito principalmente dai combustibili fossili, avrebbe un "picco" molto breve nella scala dei tempi umani. Seguirebbe poi un collasso con ritorno a condizioni preindustriali.

L’ipotesi formulata da Duncan sintetizza in un grafico l’andamento della disponibilità di energia pro capite, e vede tre fasi, strettamente legate allo sviluppo della civiltà industriale.

  • Fase 1: la civiltà moderna vede crescita esponenziale della disponibilità e uso dell’energia, con uno sviluppo industriale e sociale rapido e ininterrotto da inizio 1900 al 1980 circa.
  • Fase 2: dal 1980 al 2000 si verifica il raggiungimento di un picco di energia pro capite. La causa del picco sarebbe il duplice effetto del calo dell’energia disponibile per il picco del petrolio e dell’aumento della popolazione. Le crisi energetiche del 1973 e 1979 e quelle economiche ne sarebbero un sintomo.
  • Fase 3: si assiste a un declino, prima lento e graduale, poi attorno al 2020-2030 prevedeva un rapido declino della disponibilità di energia pro capite.

Nel periodo dal 2012 questa teoria prevedeva proprio un aumento della frequenza dei blackout energetici, l’elettricità infatti è una forma “nobile” dell’energia, che regge la nostra civiltà. Seguirebbe poi, verso il 2030, il crollo dei sistemi sociali, industriali e politici.

Le critiche e limiti della teoria Olduvai

Questa teoria è controversa, pesantemente criticata e ritenuta eccessivamente pessimista. Si è rilevata già smentita dai fatti, l’epidemia di blackout globale prevista dal 2012 non si è verificata. Non terrebbe conto in particolare dei miglioramenti tecnologici, inclusa la diffusione delle energie rinnovabili.

È una teoria legata al discusso concetto di picco del petrolio (teoria di Hubbert) e della fine del petrolio a basso costo.

Le fonti fossili comunque, per loro natura sono esauribili. Il messaggio della teoria Olduvai ci dice che l'energia fossile abbondante e a basso costo non è garantita per sempre. Il blackout della penisola iberica è stato un segnale di vulnerabilità della nostra società sempre più digitale, interconnessa e dipendente dall’energia,

A maggior ragione, se teniamo conto anche degli effetti climalteranti di petrolio, gas e carbone, la via d’uscita è una sola: investire con decisione nella transizione energetica verso fonti rinnovabili e pulite.