Una meraviglia geologica dell'Appennino italiano diventa Patrimonio dell'umanità

L'Italia rimane in cima alla classifica dei patrimoni mondiali dell'umanità: il 59° sito, appena riconosciuto, è una meraviglia geologica dell'Appennino. È una vasta area situata in Emilia-Romagna dove è presente una particolare forma di carsismo, che si è sviluppata in rocce evaporitiche (gessose).

grotta gesso unesco
Grotta Cà Castellina, Parco della Vena del Gesso.

Le Nazioni Unite hanno inserito pochi giorni fa 37 nuovi siti nella Lista dei patrimoni dell'umanità protetti dall’UNESCO, l'agenzia dell'ONU per l'educazione, la scienza e la cultura.

Tra questi 37 nuovi siti troviamo un antico tempio romano in Francia, un’isola al largo della costa della Tunisia, l'antica Gerico, in Palestina, un sito archeologico in Cambogia, ed anche una meraviglia geologica che si trova in Italia, nell'Appennino settentrionale: il carsismo e le grotte nelle rocce evaporitiche dell'Emilia-Romagna.

Cosa sono i siti patrimonio dell'umanità?
La definizione di "patrimonio mondiale" nasce nel 1972, quando l'UNESCO (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) adotta la Convenzione per la protezione del patrimonio culturale e naturale per salvaguardare i siti di "eccezionale valore universale".

Questo nuovo patrimonio dell'umanità porta il numero di siti Patrimonio UNESCO in Italia a 59, e conferma il nostro paese al primo posto nella lista dei paesi con più siti patrimonio dell'umanità, seguita dalla Cina. La maggior parte dei patrimoni dell'umanità in Italia è costituita da meraviglie architettoniche ed archeologiche del passato, ma in questo caso ad esser riconosciuto è anche il patrimonio naturale e geologico.

Il nuovo sito patrimonio dell'umanità in Italia

Questo nuovo sito, indica l'UNESCO, è un terreno carsico epigenico insolitamente ben conservato ed esteso, situato nella regione italiana dell'Emilia Romagna, nell'area degli Appennini settentrionali. Comprende un'altissima densità di grotte: più di 900 grotte in un'area relativamente piccola, con una superficie totale di oltre 100 km di grotte.

La particolarità di queste grotte è che, invece di essersi formate nella roccia calcarea, si sono fermate in rocce evaporitiche, gessose.

È il primo e meglio studiato fenomeno carsico evaporitico al mondo - aggiunge l'UNESCO - con lavori accademici iniziati nel XVI secolo. Comprende anche alcune delle grotte di gesso più profonde esistenti, che raggiungono i 265 metri sotto la superficie.

Quello dell'Emilia Romagna è il primo e meglio studiato fenomeno carsico evaporitico al mondo - aggiunge l'UNESCO - con lavori accademici iniziati nel XVI secolo. Comprende anche alcune delle grotte di gesso più profonde esistenti, che raggiungono i 265 metri sotto la superficie.

Il sito è composto da sette aree situate nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna.

Le aree riconosciute dall'Unesco

Alta Valle Secchia (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano), Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana), Gessi di Zola Predosa (sito Natura 2000), Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa), Vena del Gesso Romagnola (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola), Evaporiti di San Leo (sito Natura 2000), Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno).

grotta gesso emilia romagna
I “mammelloni” sul soffitto di una delle grotte nelle evaporiti. foto: Graziano Agolini.

Secondo quanto riportato sul sito della Regione Emilia-Romagna, in quest'area si trova la grotta epigenica più lunga al mondo (oltre 11 km), quella più profonda (265 metri), la più grande sorgente salata d’Europa e una varietà straordinaria di minerali e forme carsiche studiate già a partire dal 16^ secolo, che sono riferimenti internazionali per lo studio del carsismo nelle evaporiti.

In quest'area si trova la grotta epigenica scavata in rocce evaporitiche più lunga al mondo (oltre 11 km), quella più profonda (265 metri), la più grande sorgente salata d’Europa e una varietà straordinaria di minerali e forme carsiche studiate già a partire dal 16^ secolo, che sono riferimenti internazionali per lo studio del carsismo nelle evaporiti.

Le rocce evaporitiche nelle quali si aprono le grotte, testimoniano due momenti importanti della storia della Terra: la rottura del supercontinente Pangea (200 milioni di anni fa, quando si formarono i Gessi Triassici) e la crisi di salinità messiniana, quando il Mediterraneo si trasformò in un enorme lago salato (6 milioni di anni fa, momento nel quale si formarono i Gessi Messiniani).

Le grotte visitabili di questo nuovo Patrimonio dell’Umanità sono quelle della Spipola (Gessi Bolognesi), la Tanaccia e la Re Tiberio (Vena del Gesso Romagnola) e Onferno.

Venezia evita di entrare nella lista dei siti Unesco in pericolo

Un comitato dell'UNESCO ha deciso intanto di non aggiungere Venezia alla Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo, ignorando una raccomandazione degli esperti e risparmiando al governo italiano un verdetto imbarazzante sulla condizione della città, scrive in un articolo l'agenzia Reuters.

"Il Comitato del Patrimonio Mondiale... ha preso la decisione di non iscrivere Venezia e la sua Laguna nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo", ha dichiarato l'UNESCO, l'agenzia culturale delle Nazioni Unite, in un comunicato durante l'incontro del comitato a Riad.