Ötzi, la mummia dei ghiacci che svela i segreti dei cambiamenti climatici: 32 anni dal ritrovamento in Val Senales

Nel settembre del 1991 fu ritrovato nel ghiacciaio del Similaun in Val Senales un corpo mummificato. Era Ötzi, sepolto da 5300 anni dalla neve che si accumulava. l'Uomo dei Ghiacci è anche un testimone dei cambiamenti climatici, ecco perchè. Un giallo dalla preistoria: Ötzi fu ucciso, chi era l'assassino?

Rappresentazione artistica di un "Uomo dei ghiacci", che visse circa 5000 anni fa nelle Alpi.

Era il 19 settembre 1991 quando una scoperta straordinaria avvenne sulle Alpi, al confine tra Italia e Austria: Ötzi, l’uomo dei ghiacci, fu ritrovato grazie al confluire di eventi eccezionali. Questo rinvenimento ha rivelato tanti misteri della società preistorica che viveva nell’attuale Alto Adige, ma fu anche una delle prime conferme dei cambiamenti climatici di cui proprio in quegli anni si inizia a parlare sempre più diffusamente. Ecco l’affascinante storia di quel ritrovamento di 32 anni fa.

Il ritrovamento dell’’uomo venuto dai ghiacci

L’inverno 1991 fu gelido e nevoso, ma l’estate molto calda fece comunque regredire i ghiacciai. Il 19 settembre 1991 l’anticiclone delle Azzorre si estendeva alle Alpi.

Approfittando della bella giornata, due escursionisti tedeschi, Erika e Helmut Simon, si trovavano su Ghiacciaio del Similaun a 3200 m, al confine fra Italia e Austria. Nel vicino ghiacciaio Giogo Alto in Val Senales si praticava ancora lo sci estivo. Ad un tratto balza ai loro occhi il torso di un corpo che spunta dal ghiaccio.

Subito avvisano il gestore del rifugio Similaun, che allerta i carabinieri in Italia e la Gendarmeria austriaca. Si pensa ad un alpinista disperso, il recupero viene affidato agli austriaci, perché in un primo momento il corpo pareva appunto in territorio dell’Austria.

Le operazioni vanno in lungo a causa del maltempo dei giorni seguenti, poi la salma viene recuperata il 23 settembre 1991 e trasportata in obitorio a Innsbruck.

La sorpresa: quell’uomo era li da 5000 anni!

Il giorno dopo il ritrovamento del corpo, passano casualmente sul posto due famosi alpinisti, Hans Kammerlander e Reinhold Messner. Notarono indumenti in pelle, contenitori in legno di betulla, punte di frecce e altri oggetti. Messner fu il primo a suggerire che il morto potesse essere di un'epoca molto antica, almeno 4000 anni.

Durante il recupero, presenti medici legali ma non archeologi, furono trovati resti di pelle, pelliccia, cordini e ciuffi d'erba, un pugnale, e poco distante un lungo bastone, successivamente identificato come un arco.

Il 24 settembre, Konrad Spindler, un esperto di preistoria, vide il corpo mummificato ma in decomposizione, dato che era stato trasportato come normale cadavere e confermò che la mummia aveva un'età di "almeno 4000 anni". Per preservare il corpo, fu collocato in una apposita cella frigorifera.

Nel frattempo, fu verificato topograficamente il luogo del ritrovamento e si scoprì che, di soli 60 metri, era in territorio Italiano.

La datazione definitiva con apposite tecniche lo collocherà poi a 5000- 5300 anni fa, durante l’età del rame. Venne chiamato “Ötzi” dal giornalista austriaco Karl Wendl, ispirandosi al luogo di ritrovamento nelle Alpi della Ötztal.

Dal 1998 la mummia viene conservata nel Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano all’interno di una apposita cella frigorifera dotata di finestre per facilitare la visita museale.

Chi era Ötzi e cosa faceva sul ghiacciaio?

Il corpo mummificato si è rivelato una vera miniera di scoperte per tante discipline. Ötzi è stato radiografato e analizzato in ogni dettaglio, anche nel DNA. E’ emerso che aveva circa 45 anni, età avanzata per quei tempi, probabilmente era una persona importante, forse un capo tribù, aveva il corpo ricco di tatuaggi con lunghi capelli e barba ma anche diversi problemi di salute. Il suo ultimo pasto, rinvenuto nello stomaco, era basato su selvaggina, cereali e vegetali. I polmoni erano anneriti dal fumo dei fuochi usati nelle capanne per scaldarsi e cucinare.

Per diversi anni si pensava Ötzi fosse stato colto da una bufera mentre cacciava o si spostava, poi da una radiografia emerse una punta di freccia in selce nella sua spalla sinistra. Questa ferita aveva danneggiato un’arteria, causando la morte per dissanguamento. Ötzi aveva anche subito una grave ferita alla testa e un’altra a una mano.

Ötzi dunque fu assassinato. Probabilmente era in fuga, da tracce di pollini e muschi risulta che nei giorni precedenti la morte aveva vagato fra 2500 m e i 3200 m del ghiacciaio dove fu raggiunto dai suoi nemici. Le motivazioni rimangono oscure: vendetta, avidità o una questione di potere? L'aggressore non portò via l'attrezzatura, di valore per allora, di Ötzi; l’enigma si infittisce: perché Ötzi è stato ucciso e chi fu l'assassino?

La rilevanza per i cambiamenti climatici

L'uomo dei ghiacci e il suo sito rivelano che fra 9.000 e 5.000 anni fa i ghiacciai delle Alpi erano fortemente ridotti di estensione. In seguito si è verificato un brusco raffreddamento, con l'espansione dei ghiacciai.

Per 5.000 anni, il corpo di Otzi è rimasto conservato nel ghiaccio, fino a quando i ghiacciai hanno cominciato a ritirarsi a un ritmo senza precedenti facendolo emergere.

Oggi, nel luogo del ritrovamento vi è un cippo che ricorda la scoperta. La zona è inquadrata da una webcam, nei caldi giorni primi giorni di settembre 2023 risulta completamente libera da ghiacci.

Ötzi, la mummia dei ghiacci, non è solo una testimonianza affascinante del passato umano, ma è anche un testimone dal passato dei cambiamenti climatici.

Questo antico personaggio ci ricorda che il nostro pianeta è sempre stato in evoluzione, ma anche conferma che già nel 1991, il ghiacciaio del Similaun si era ritirato ai minimi storici degli ultimi 5000 anni.