Il grande pericolo dei detriti spaziali: collisione sulla ISS!

Frammenti di antiche missioni spaziali rimangono intrappolati in orbita attorno alla Terra e, fuori controllo, minacciano il nostro futuro nello spazio. In che modo possiamo controllare questo problema?

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Ricostruzione dei rifiuti spaziali che orbitano intorno la Terra.

Dall'inizio dell'era spaziale nel 1957, tonnellate di razzi, navi e strumenti sono stati lanciati nello spazio. Dopo aver assolto alla loro funzione questi oggetti artificiali restano sospesi, incontrollati, nell'orbita terrestre provocando collisioni e generando centinaia di migliaia di rifiuti pericolosi. Costituiscono un grave rischio per i satelliti in funzione.

Chi controlla i detriti spaziali?

Nel 2002 l'Inter-Agency Space Debris Coordination Committee (IADC), fondato nel 1993, ha pubblicato per la prima volta le linee guida per mitigare il problema dei detriti spaziali. Di conseguenza, l'Agenzia spaziale europea (ESA) pubblica ogni anno un rapporto di valutazione dell'ambiente spaziale, con l'obiettivo di determinare se le misure internazionali di riduzione dei detriti stanno funzionando.

L'ultimo rapporto preparato dall'ESA il 27 maggio 2021 conferma che il nostro attuale comportamento nello spazio è insostenibile: se continuiamo su questi livelli, la quantità di spazzatura in orbita renderà difficile operare in sicurezza nello spazio.

Perché i detriti spaziali costituiscono un pericolo?

Secondo l'ESA, ogni anno si verificano più di 12 eventi accidentali, che rilasciano migliaia di detriti nella nostra orbita terrestre. Sebbene la maggior parte di questa spazzatura cada sulla Terra (all'incirca una volta al giorno, principalmente nel mare), molti di questi oggetti continuano ancora a orbitare.

Un dato sorprendente: attualmente ci sono più detriti spaziali che satelliti operativi

Il pericolo dei detriti spaziali è tale che il mese scorso un braccio robotico della Stazione Spaziale Internazionale (ISS è la sigla, per le iniziali in inglese) è stato colpito da un piccolo oggetto delle dimensioni di una palla da baseball, che ha causato un foro nel braccio e coperta termica.

Sebbene le prestazioni del braccio non siano state influenzate, una collisione di questo calibro può mettere in pericolo l'intero equipaggio, quindi l'ESA sta lavorando a un sistema automatizzato che impedirà tali collisioni. Negli ultimi due anni il numero di satelliti commerciali lanciati nello spazio vicino alla Terra è aumentato esponenzialmente.

Porteranno grandi benefici, soprattutto per i servizi di comunicazione, ma rappresentano anche una sfida per la sostenibilità a lungo termine. Per fortuna si sta iniziando a lavorare in maniera più responsabile, con “rientri controllati” nell'atmosfera, non come avvenuto recentemente con il satellite cinese di cui fino all'ultimo non si conosceva il luogo di caduta, con grande allarme nel pianeta.

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Nel mese di maggio un braccio robotico della Stazione Spaziale Internazionale è stato colpito da un detrito spaziale.

Come rimediare a questo disastro?

Sebbene siano state sviluppate alcune tecniche promettenti, non esiste ancora una soluzione per eliminare i detriti spaziali. Nonostante ciò, l'ESA offre motivo di essere ottimisti: sta preparando la prima missione per deorbitare un detrito spaziale. Attualmente l'unico modo per salvare lo spazio dai rifiuti è cercare di controllare la produzione di rifiuti (che è poi lo stesso principio con cui dovremmo ragionare sulla Terra: produrre meno rifiuti). Pertanto l'unica opzione, per ora, per ridurre i detriti spaziali, è quella di cambiare il nostro comportamento generando meno residui.