Ricercatori italiani individuano un fenomeno che aumenta la vulnerabilità alle alluvioni nell'area del Mediterraneo

Secondo l'analisi dei dati storici, negli ultimi 40 anni sono aumentate le condizioni che favoriscono episodi prolungati di precipitazioni estreme, abbondanti e persistenti.

ciclone sul mare
I cicloni sul mare si alimentano dell'umidità fornita dall'acqua di mare.

Un recente studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports descrive come le formazioni montuose agiscano come barriere intrappolando l’umidità proveniente dal Mar Adriatico e creando condizioni favorevoli a piogge intense e prolungate.

L’effetto “cul-de-sac”

Questo effetto, che gli autori hanno denominato cul-de-sac”, ovvero vicolo cieco, si manifesta quando un ciclone stazionario si posiziona sopra una regione montuosa, canalizzando l’aria umida verso l’area interessata.

La topografia delle zone montuose impedisce la dispersione dell’umidità, provocando precipitazioni continue che possono durare anche diversi giorni.

Il fenomeno, che aumenta la vulnerabilità delle regioni mediterranee alle grandi inondazioni, è stato battezzato come “effetto cul-de-sac” e indica che l’orografia della sponda mediterranea, con le sue montagne, intensifica le alluvioni man mano che il cambiamento climatico accelera.

Per comprendere questo fenomeno è stato fondamentale l’analisi delle inondazioni che colpirono la regione italiana dell’Emilia-Romagna nel maggio del 2023.

Le piogge persistenti, unite alla configurazione geografica del terreno, scatenarono in quest’area mediterranea alluvioni che causarono almeno 17 vittime e danni stimati in 8,5 miliardi di euro.

La geografia mediterranea amplifica le alluvioni estreme

L’analisi dei dati storici suggerisce che le condizioni favorevoli a questi episodi prolungati di precipitazioni estreme sono aumentate negli ultimi 40 anni.

Questo tipo di eventi, che in passato erano considerati estremamente rari, potrebbe diventare più frequente a causa del cambiamento climatico, secondo gli autori dello studio del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).

Quando i flussi d’acqua integrati verticalmente, spinti ad esempio da venti indotti da un ciclone stazionario, incontrano catene montuose e persistono per un periodo prolungato, la convergenza risultante alimenta continuamente la colonna d’aria, fornendo umidità per eventi di precipitazione di più lunga durata, secondo i ricercatori del CMCC.

Altre regioni potenzialmente soggette a questo effetto includono l’Occitania e la Provenza in Francia, così come la Catalogna e la Comunità Valenciana, soprattutto quando i cicloni restano sulla parte occidentale del Mediterraneo.

I cicloni stazionari sulla parte occidentale del Mediterraneo possono determinare, attraverso la loro circolazione ciclonica, la convergenza dell’umidità su Valencia a causa del blocco indotto dalle montagne che circondano la città. Un effetto che intensifica la precipitazione in questa regione, anche se l’evento piovoso non è direttamente collegato al ciclone stesso, secondo i ricercatori del CMCC.

Lezioni osservate e apprese

L’alluvione estrema del 2023 nella regione italiana dell’Emilia-Romagna non fu il risultato di un singolo episodio di pioggia intensa, ma dell’accumulo prolungato di precipitazioni per diversi giorni.

In alcune città della regione, come Forlì e Faenza, sono state costruite abitazioni su antichi letti fluviali, con l’aggiunta di nuovi argini artificiali. Ciò aumenta il rischio per le comunità che vivono vicino ai margini dei fiumi e canalizza inoltre le acque di piena verso valle, ampliando potenzialmente le aree colpite dalle inondazioni, spiegano i ricercatori.

Una maggiore probabilità di precipitazioni prolungate su determinate aree geografiche richiede un miglioramento delle strategie locali di gestione delle acque. Secondo gli esperti, l’approccio più semplice sarebbe restituire spazio ai fiumi nella pianificazione delle infrastrutture urbane, come avveniva in passato.

Essi sottolineano inoltre che la creazione di Sistemi di Allerta Precoce, adattati a questo tipo di eventi in diversi orizzonti temporali, dai più brevi fino a quelli stagionali, potrebbe aiutare i comuni locali a prepararsi di fronte al rischio di inondazioni.

Tuttavia, è necessario anche migliorare la consapevolezza, la sensibilizzazione e la formazione dei cittadini che vivono in zone alluvionali del Mediterraneo, affinché sappiano come comportarsi in situazioni estreme e non aumentino la loro vulnerabilità di fronte a questo tipo di rischi.

La densità ciclonica

Questo studio introduce inoltre una nuova metrica: la persistenza della densità ciclonica. Tale parametro potrebbe contribuire a sviluppare sistemi di allerta in modo più efficace.

La densità ciclonica si basa sul tracciamento della presenza e della persistenza di questi cicloni per migliorare le previsioni di eventi di precipitazione estrema, non solo nel breve periodo ma anche nelle proiezioni stagionali.

L’obiettivo, secondo gli autori, è valutare la capacità attuale dei loro modelli numerici e degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale di prevedere su larga scala le condizioni che scatenano eventi di precipitazione estrema.

L’intento è andare oltre i limiti attuali dei modelli numerici di ultima generazione, al fine di migliorare la capacità di previsione diretta delle piogge estreme e, al tempo stesso, aiutare le comunità a prepararsi a fronteggiare questi fenomeni meteorologici intensi.

Riferimento della notizia

Scoccimarro, E., Borrelli, A., Sangelantoni, L. et al. A cul-de-sac effect makes Emilia-Romagna more prone to floods in a changing climate. Sci Rep 15, 36823 (2025).