La situazione siccità in Italia ed Europa è ancora molto grave

L'emergenza siccità continua a colpire vaste aree dell'Europa e dell'Italia a due mesi dall'inizio dell'autunno meteorologico. In Italia la situazione sta nuovamente peggiorando ad ottobre, specialmente al Centro e al Sud, dopo settimane con poche piogge e caldo anomalo.

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In vaste aree dell'Italia e dell'Europa è ancora molto grave l'emergenza siccità.

Ci addentriamo sempre di più nella stagione autunnale, ma la situazione di emergenza siccità di questa estate non rientra. L'European Drought Observatory (EDO) ha certificato negli ultimi giorni l'aggravamento della siccità in Europa, con una situazione ancora molto grave in numerose aree del continente. La situazione di questi ultimi giorni, con temperature molto superiori alla media del periodo in molte zone d'Europa e assenza di piogge, non fa altro che confermare una tendenza molto preoccupante.

Il 23% dell'Europa ancora in una situazione di grave siccità

Il 23% dell’Europa è ancora in una situazione di grave siccità. È quanto certifica l’European Drought Observatory. Nella sua mappa settimanale riferita alla prima decade di ottobre, le zone in rosso scuro, cioè colpite da grave siccità, continuano a punteggiare il continente da ovest a est. Secondo l'ultima mappa il 19% del territorio dell'Unione Europea è in condizioni di pericolo, mentre il 23% è in condizioni di allerta, con un forte stress della vegetazione per suolo secco e deficit di precipitazioni.

C'è un miglioramento rispetto a fine settembre, quando il 27% del territorio era in situazione di allerta siccità, ma è evidente che ad autunno inoltrato le precipitazioni sono ancora troppo scarse in ampie zone del continente.

La siccità in Italia: al Nord c'è un miglioramento, ma il Po è ancora in una situazione grave

Anche in Italia la situazione resta molto grave a due mesi dall'inizio dell'autunno meteorologico, ed è tornata ad aggravarsi in questa ultima settimana di caldo anomalo e assenza di piogge.

L'ultimo report settimanale dell'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche valuta con sollievo il ritorno della pioggia nel Nord-Ovest, ma riporta uno stato di siccità severa nel Centro Italia ed in Calabria, parlando di "un Paese che si conferma a più velocità anche nelle disponibilità d'acqua".

"È sempre più evidente la necessità di interventi infrastrutturali, che fungano da calmieratore, trattenendo le acque di pioggia, quando arrivano per utilizzarle nei momenti di bisogno, sottolinea Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI. "In gioco non c'è solo il futuro dell'agricoltura e del made in Italy agroalimentare, ma a soffrire sono ormai anche le risorse idropotabili", afferma.

Le maggiori precipitazioni, secondo il report ANBI, si sono registrate nella fascia settentrionale della Lombardia tra le province di Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bergamo, ma anche in Valle d'Aosta, lungo la linea di confine con la Francia, dove su alcune località sono caduti fino a 170 millimetri di pioggia.

In Piemonte le piogge si sono concentrate soprattutto sui monti. Il quadro sta quindi migliorando al nord, con portate dei fiumi in ripresa, anche se resta grave la condizione del fiume Po, le cui portate addirittura calano al rilevamento finale di Pontelagoscuro, restando al di sotto del minimo storico mensile con un deficit del 72% sulla media storica.

Il livello del fiume Po è a -2,3 metri rispetto allo zero idrometrico, come d'estate: è quanto emerge dal monitoraggio sulla preoccupante situazione al Ponte della Becca (Pavia).

Nel Centro Italia siccità severa

Ad eccezione dell'Enza, continuano ad essere in grave sofferenza idrica anche i corsi d'acqua dell'Emilia Romagna. Scendendo verso sud, nel Centro Italia, la situazione addirittura si aggrava: il Sud della Toscana, l'Umbria, il Nord del Lazio (Tuscia e Reatino) così come la provincia di Frosinone ed il Sud delle Marche soffrono ancora per la carenza idrica, tanto che la competente Autorità di bacino distrettuale le definisce "siccità severa".

Il Sud della Toscana, l'Umbria, il Nord del Lazio (Tuscia e Reatino) così come la provincia di Frosinone ed il Sud delle Marche soffrono ancora per la carenza idrica, tanto che la competente Autorità di bacino distrettuale le definisce "siccità severa".

"Essendo in autunno, periodo generalmente piovoso, c'è da preoccuparsi per la ricarica della falda e per la prossima stagione irrigua, condizione prima per l'incremento dell'autosufficienza alimentare" commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.

In Toscana tutti i fiumi sono in forte calo di portata ad eccezione dell'Arno; si conferma, in particolare, l'andamento ormai torrentizio del Serchio che, dopo settimane in forte ripresa, si è stabilizzato su una portata ben al di sotto del Minimo Deflusso Vitale, informa ancora lìANBI.

In Umbria è critica perfino la condizione delle sorgenti, alla cui portata complessiva mancano 455 litri al secondo rispetto al fabbisogno medio del territorio; è in leggera decrescita la portata nell'alto corso del fiume Tevere, mentre il livello del lago Trasimeno (-m.1,55) resta abbondantemente sotto la soglia di criticità (-m. 1,20).

Calano anche i livelli dei laghi di Bracciano e Nemi nel Lazio, così come la portata del fiume Aniene, mentre cresce leggermente quella del Tevere e del Sacco.

In Abruzzo, dove il bilancio idroclimatico risulta essere in rosso, è pressoché "a secco" il bacino di Penne, esaurito dopo aver assolto alla funzione irrigua in una stagione particolarmente difficile. In Campania lo stato dei corpi idrici offre informazioni difformi: i flussi nel fiume Sarno sono in calo, ma sono in crescita quelli di Volturno e Garigliano; aumentano i volumi idrici, trattenuti nel lago di Conza sul fiume Ofanto, ma diminuiscono quelli nei bacini del Cilento sul fiume Alento.

Mentre in Puglia si avvia a conclusione la stagione irrigua con i principali invasi, che ancora conservano oltre 33 milioni di metri cubi in più rispetto all'anno scorso, nella vicina Basilicata i bacini continuano a rilasciare circa 1 milione di metri cubi d'acqua ogni giorno a testimonianza di un clima estivo, che non accenna a finire.

In Calabria, infine, la situazione climatica si è fatta molto difficile con uno scenario di severità idrica, classificato da moderato ad alto: fiumi e i laghi sono in grande sofferenza idrica soprattutto nella Sila, dove la pioggia latita ormai dalla scorsa estate; non va meglio nelle città capoluogo, il cui deficit pluviometrico va dai 150 millimetri di Reggio Calabria agli oltre 400 millimetri di Vibo Valentia e Crotone, nella cui provincia sono forti le preoccupazioni sia per gli usi idropotabili che per l'irrigazione delle produzioni orticole stagionali.