Turchia, grande operazione di soccorso in grotta: speleologo bloccato all'impressionante profondità di -1000 metri

Turchia, incidente in grotta a un chilometro di profondità, si attiva una enorme operazione di soccorso. Ci sono anche i volontari del soccorso alpino e speleologico italiano. Quali sono le difficoltà ed i precedenti?

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Enorme operazione di soccorso speleologico in Turchia per l'incidente che ha interessato uno speleologo alla profondità di 1000 metri.

Lo scorso 3 settembre, uno speleologo di nazionalità statunitense è rimasto ferito in modo grave in una grotta della Turchia, una delle più profonde del mondo. L'incidente è avvenuto all'impressionante profondità di un chilometro, nella grotta Morca di Anamur, nella provincia di Mersin (Turchia meridionale), e questo presenta un'enorme sfida per le squadre di soccorso speleologico europee, che si sono subito attivate per raggiungere il ferito.

A quelle profondità infatti, le operazioni di soccorso sono molto complicate e portare all'esterno di una grotta un ferito da quelle profondità presenta delle grosse difficoltà.

Le operazioni di soccorso in una grotta, a maggior ragione se l'incidente avviene alla mostruosa profondità di 1.000 metri, presentano delle enormi difficoltà nonostante i gruppi di intervento siano preparati a simili sfide.

L'incidente alla impressionante profondità di un chilometro

Lo speleologo americano, di 40 anni, faceva parte di una spedizione scientifica composta da un gruppo di altri 13 esploratori. Quando il gruppo si trovava alla profondità di mille metri, ha avuto un'emorragia allo stomaco sulle cui cause non si hanno ancora informazioni, ed a quel punto è partita la richiesta di soccorso.

Squadre di soccorso - informa il notiziario di speleologia 'Scintilena', che riporta fonti turche - sono state rapidamente inviate nella regione per affrontare questa situazione critica. Come sempre accade in questi casi (che vengono gestiti da team di esperti altamente specializzati), la prima ad entrare è la "squadra di primo intervento" che raggiunge rapidamente il ferito, e stende anche il cavo telefonico in modo da poter comunicare con l'esterno. Insieme alla squadra di primo intervento può scendere in profondità anche un medico.

Vista la complessa situazione, è stata necessaria la richiesta di un aiuto internazionale. La richiesta del governo turco all'ECRA (European Cave Rescue Association) è arrivata però soltanto martedì 5 settembre, mentre l'incidente è avvenuto domenica. Dietro questo ci sarebbero motivi politici.

Il ferito è stato raggiunto da un medico tra domenica e lunedì, stando alle informazioni che arrivano dall'area, ma non ha potuto fare trasfusioni. Non è stato infatti possibile inviare le sacche di sangue in elicottero, che sono state trasportate via terra quando il medico era già entrato.

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Il rilievo topografico del sistema carsico Morca, in Turchia, con indicato il punto dove è avvenuto l'incidente.

Operazione di soccorso internazionale, ci sono anche i volontari italiani del CNSAS

Per garantire l’efficacia delle operazioni di salvataggio, nelle ultime ore è partita per la Turchia una squadra di esperti del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico italiano. La squadra speleologica è partita il 6 mattina. Sul posto, oltre ai soccorritori turchi, sono già presenti squadre di soccorso speleologico provenienti dalla Bulgaria, dalla Polonia e dall’Ungheria. Al momento - informa il CNSAS - alcuni soccorritori hanno raggiunto lo speleologo statunitense, fornendo le prime cure mediche.

Gli otto tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico sono arrivati nel pomeriggio di ieri nella zona delle operazioni, con l’incarico di collaborare nell’assistenza sanitaria e valutare le condizioni della grotta per pianificare e gestire al meglio le operazioni di recupero. È possibile il coinvolgimento di ulteriori squadre di soccorso del CNSAS provenienti dall’Italia. Della vicenda sono interessati il Dipartimento Protezione Civile e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Aggiornamento: 46 speleologi dall'Italia per le operazioni di soccorso

Secondo quanto riportato in un aggiornamento del CNSAS, l'8 settembre sono già 46 i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico italiano presenti in Turchia per recuperare lo speleologo statunitense. La prima squadra di 6 operatori italiani - entrata in grotta nel pomeriggio del 7 settembre - ha già raggiunto l'uomo.

"È decollato il 7 sera da Pratica di Mare - si legge in una nuova nota del CNSAS - un volo dell'Aeronautica Militare che ha trasportato in Turchia diverse squadre composte da un totale di 33 tecnici esperti nella progressione e soccorso in grotte profonde, a supporto dei soccorritori che già stanno operando. Una volta atterrati in loco, l’esercito turco li ha elitrasportati nei pressi dell’ingresso della grotta dove negli scorsi giorni è stato allestito un campo base. Un’ulteriore squadra composta da 5 tecnici del CNSAS, a bordo di due furgoni contenenti materiale logistico, si è imbarcata mercoledì sera dal porto di Brindisi alla volta della Grecia, ed è in fase di arrivo al campo base. In Turchia sono dunque presenti da questa mattina 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Al momento, oltre all'Italia, sono diverse le nazioni coinvolte in questa complessa operazione - coordinata dall'AFAD, l'ente turco di Protezione Civile - tra queste la Bulgaria, la Polonia e l'Ungheria".

Quanto è difficile una operazione di soccorso a quelle profondità?

Le operazioni di soccorso in grotta presentano delle sfide non comparabili con le operazioni di soccorso che avvengono in montagna, all'aperto. Le difficoltà aumentano con l'aumentare della profondità, della tortuosità della grotta, per la presenza di ambienti allagati, strettoie che impediscono il passaggio della barella e molti altri fattori.

Bisogna ricordare che i dislivelli che ci sono in grotta non sono comparabili con quelli che si affrontano in montagna: la progressione avviene su corde, e ci sono tutta una serie di misure di sicurezza che vanno rispettate per arrivare a quelle profondità. Questo allunga di molto i tempi.

Le operazioni di soccorso speleologico effettuate negli anni in grotta sono numerose, ed hanno permesso di salvare molte persone, ma la stragrande maggioranza avviene a piccole profondità. Gli incidenti a grandi profondità sono rari. Uno su tutti, quello del 2014 in Alta Baviera, richiese un'enorme dispiegamento di forze da parte di speleologi venuti da tutta Europa.

Il precedente: il grave incidente del 2014 in Baviera

Era il giugno del 2014 quando lo speleologo Johann Westhauser rimase ferito a seguito del distacco di una frana a -980 metri di profondità, nella grotta di Riesending. Ci vollero undici giorni per portare fuori il ferito, in una formidabile operazione di soccorso che coinvolse oltre 700 soccorritori e che viene considerata il più grande e difficile soccorso ipogeo mai effettuato nella storia della speleologia ad oggi. Su quell'episodio è stato realizzato il film "SOS Baviera".

Il soccorso vide la collaborazione delle migliori squadre di soccorso speleologico d'Europa, prime fra tutte quelle italiane del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, la cui esperienza e validità viene riconosciuta a livello internazionale. L'operazione gettò le basi per la nascita di una grande collaborazione internazionale tra i soccorsi speleologici d'Europa.

L'incidente del 2018 in Thailandia

Un altro grave incidente in grotta che ha richiesto una enorme operazione di soccorso è quello del 2018 nella grotta di Tham Luang, che vide coinvolti dodici bambini e un adulto, rimasti intrappolati nella cavità a seguito di una piena. Le operazioni ebbero successo, ma due soccorritori persero la vita.