I superpoteri delle stelle alpine: producono “antigelo” naturale per sopravvivere a -15°C
Un viaggio in alta quota alla scoperta della stella alpina, simbolo delle montagne ed esempio di straordinaria adattabilità. Un fiore resiliente ma fragile, capace di sopravvivere al gelo intenso

La stella alpina è uno dei simboli più riconoscibili del paesaggio di montagna. Appare su insegne di rifugi, hotel e prodotti tipici e la sua forma elegante è entrata nell’immaginario collettivo come emblema di purezza, alta quota e luoghi incontaminati.
Originaria delle regioni montuose dell’Europa e dell’Asia centrale, oggi in Italia cresce spontaneamente soprattutto sulle Alpi, mentre una varietà distinta è presente sugli Appennini.
Le popolazioni naturali sono soggette a protezione: il prelievo è vietato e la conservazione del suo habitat è essenziale per la sua sopravvivenza. Le due principali forme presenti sul territorio italiano sono la stella alpina “classica” delle Alpi (Leontopodium nivale subsp. alpinum) e quella appenninica (Leontopodium nivale subsp. nivale), simili nell’aspetto ma adattate ad ambienti diversi.
Aspetti botanici
Dal punto di vista botanico, la stella alpina è una pianta perenne che vive in ambienti estremi, tra rocce, pendii sassosi e praterie d’alta quota. I suoi “petali” bianchi sono in realtà brattee vellutate che circondano i veri fiori posti al centro, di piccole dimensioni e di colore giallo.

La peluria argentea tipica di questa specie svolge funzioni cruciali: riflette parte della radiazione solare, protegge i tessuti vegetali dai raggi ultravioletti intensi e dal freddo delle quote elevate, infine riduce la traspirazione e quindi la perdita di acqua dalle foglie.
Il ciclo vegetativo è breve: la pianta deve completare crescita, fioritura e produzione di semi in pochi mesi estivi, sfruttando al massimo il periodo in cui neve e gelo si ritirano.
Importanza ecologica
Il suo ruolo ecologico è significativo. La stella alpina contribuisce alla biodiversità delle praterie alpine, favorisce la stabilità dei terreni sassosi e offre risorse a piccoli impollinatori specializzati.

È una specie che testimonia la resilienza della flora montana e che, proprio per la sua sensibilità alle variazioni climatiche, rappresenta un indicatore utile dello stato di salute degli ecosistemi d’alta quota.
Straordinaria resistenza al freddo
La capacità della stella alpina di sopravvivere al freddo intenso è addirittura sorprendente. La pianta produce sostanze che funzionano come un “antigelo” naturale: zuccheri e proteine crioprotettive che abbassano il punto di congelamento dei fluidi interni e impediscono la formazione di cristalli di ghiaccio nei tessuti.
Durante l’inverno la parte epigea scompare, mentre quella sotterranea affronta temperature che possono scendere fino a -15°C o oltre. In questa fase la pianta riduce il contenuto d’acqua nelle cellule e si affida ai suoi composti protettivi per evitare danni strutturali.

Anche nel periodo vegetativo, quando il clima è più mite ma comunque rigido per gli standard delle piante comuni, questi meccanismi la aiutano a mantenere l’equilibrio termico e a fiorire in condizioni che per molte specie sarebbero proibitive.
La magia della stella alpina in vaso o in giardino
Per chi desidera coltivarla, oggi esistono esemplari prodotti in vivaio o semi provenienti da linee selezionate. Si tratta di un’alternativa etica e legale al prelievo in natura.
Alcune cultivar sono più adatte ai giardini di pianura, ma anche in vaso la pianta può prosperare se si ricreano condizioni vicine a quelle montane.
Un fiore fragile, ma resiliente
Custode e simbolo della montagna, la stella alpina rappresenta al tempo stesso la fragilità e la straordinaria resilienza della natura. Minacciata in passato dalla raccolta indiscriminata e oggi da pressioni come il turismo di massa e i cambiamenti climatici, questa pianta è capace di prosperare in condizioni ambientali estreme, tipiche delle alte quote.

Incontrarla lungo un sentiero è un’esperienza rara e gratificante, che ricorda quanto sia importante proteggere non solo questo fiore, ma anche l’ecosistema in cui vive: un ambiente complesso, delicato e ricco di preziose forme di vita animali e vegetali che meritano attenzione e rispetto.