L'oro rosso che teme la pioggia: il clima estremo necessario per coltivare la spezia più costosa del mondo
Delicato come un fiore, prezioso come l’oro: dalla raccolta dei fiori ancora chiusi agli utilizzi in cucina, tutti i segreti dello zafferano

Lo zafferano è una spezia molto antica e preziosa, ottenuta dall’omonimo fiore il cui nome scientifico è Crocus sativus. Appartiene alla famiglia delle Iridacee, la stessa di iris, gladioli e fresie. Si coltiva da millenni nelle regioni del Mediterraneo e dell’Asia Minore: le prime testimonianze risalgono all’antica Grecia e alla Persia, dove lo zafferano era utilizzato anche come colorante e medicinale. Oggi in cucina è considerato un ingrediente pregiatissimo: il prezzo dello zafferano puro è pari a diverse decine di migliaia di euro al chilogrammo, a causa della delicatezza del fiore, della complessità della raccolta, della piccola quantità di prodotto che si ottiene da un singolo fiore.
Aspetti botanici
Il Crocus sativus è una pianta erbacea perenne che si sviluppa a partire da un bulbo sotterraneo. Fiorisce in autunno, tra ottobre e novembre, producendo caratteristici fiori di colore viola e foglie filiformi.

Segue una fase vegetativa durante l’inverno, in cui il bulbo accumula riserve nutritive e si divide in bulbi più piccoli, infine con l’arrivo della primavera entra in dormienza fino all’autunno successivo. Ciascun bulbo produce in genere da uno a tre fiori, di breve durata, contenenti tre sottili stimmi rossi: sono proprio questi filamenti, una volta essiccati, a costituire la spezia.
Teme l’umidità e la pioggia
Lo zafferano è una pianta che predilige climi particolarmente secchi: il bulbo teme l’umidità del terreno, mentre le piogge abbondanti durante la fioritura riducono sensibilmente la resa.
Di conseguenza, il successo della fioritura dipende da diversi accorgimenti agronomici, finalizzati a minimizzare i rischi legati alla variabilità meteorologica: la scelta di terreni ben drenati, l’esposizione in zone soleggiate, l’uso di teli protettivi in caso di piogge, la cura nella preparazione del suolo per evitare ristagni d’acqua.
La raccolta: manuale e al momento giusto
A queste attenzioni si aggiunge un lavoro di raccolta altrettanto impegnativo, che contribuisce in modo determinante a giustificare il valore di questa spezia. Ogni fiore produce soltanto tre stimmi e servono circa 150.000 fiori per ottenere un chilogrammo di spezia secca.
Dopo la raccolta, gli stimmi vengono separati manualmente e sottoposti a essiccazione, una fase fondamentale per concentrare aroma, colore e stabilità del prodotto.

Anche qui l’esperienza è determinante: una temperatura troppo alta o tempi eccessivi possono compromettere la qualità. Ogni passaggio richiede precisione e rapidità, fattori che spiegano il costo elevato del prodotto finale.
Coltivazione in ambito domestico
Lo zafferano può essere coltivato con buoni risultati anche in piccoli spazi, sia in giardino sia in vaso. Si tratta di una pianta rustica che non richiede grandi superfici e può offrire soddisfazioni anche a chi dispone di un balcone o di un terrazzo.
Per una coltivazione domestica è sufficiente seguire alcuni accorgimenti fondamentali:
- Scelta del contenitore o del terreno: in vaso è più facile controllare l’umidità ed evitare ristagni d’acqua, principali nemici del bulbo. In giardino si consiglia un terreno leggero, sabbioso e ben drenato.
- Messa a dimora dei bulbi: avviene a fine estate, tra agosto e settembre, interrando i bulbi a circa 10–15 centimetri di profondità e mantenendo una distanza di 8–10 centimetri tra l’uno e l’altro.

- Esposizione: scegliere una posizione soleggiata e riparata dal vento.
- Irrigazione: non sono necessarie annaffiature frequenti; è sufficiente mantenere il terreno appena umido fino alla comparsa dei fiori.
- Protezione dalle intemperie: in vaso è possibile spostare le piante al riparo in caso di piogge abbondanti o gelate, preservando i fiori e gli stimmi.
- Raccolta: i fiori si aprono in autunno e vanno colti al mattino, quando sono ancora chiusi; gli stimmi vengono poi essiccati e conservati in barattoli ermetici, lontano dalla luce.
Zafferano e crochi ornamentali: le differenze
È importante distinguere lo zafferano vero dai crochi ornamentali, che appartengono allo stesso genere ma non producono stimmi aromatici e, in alcuni casi, possono risultare tossici.

Il Crocus sativus si riconosce per i fiori di colore violetto intenso e per la presenza di tre lunghi stimmi rossi ben visibili. Tra le specie ornamentali più comuni, invece, si trovano Crocus vernus, Crocus chrysanthus e Crocus biflorus, apprezzate per la fioritura primaverile e i colori variabili dal bianco al giallo al lilla. Oltre alla diversa epoca di fioritura, gli stimmi sono in genere gialli o arancioni.
In cucina
Lo zafferano è una delle spezie più versatili e riconoscibili della cucina mediterranea. Il suo aroma delicato e il colore dorato che conferisce ai piatti lo rendono protagonista di ricette tradizionali come il risotto alla milanese, la paella spagnola e numerose preparazioni di pasticceria e panificazione.

È sufficiente una piccola quantità per aromatizzare brodi, minestre, salse o piatti di pesce, sciogliendo gli stimmi in poca acqua o brodo tiepido prima dell’uso. Oltre al suo valore gastronomico, lo zafferano racchiude in sé il fascino di una spezia antica e senza tempo.