Questi alberi sopravvivono a climi estremi: come resistono al cambiamento climatico gli ulivi secolari della Puglia

La resilienza degli ulivi secolari in Puglia: un viaggio tra botanica, adattamento e tutela di un patrimonio unico del Mediterraneo

Olivo secolare

In Puglia gli ulivi secolari non sono solo elementi del paesaggio, ma veri e propri monumenti viventi. Con i loro tronchi scultorei e la capacità di attraversare epoche e generazioni, rappresentano un patrimonio identitario profondamente radicato nella cultura mediterranea. In un contesto climatico che cambia rapidamente, queste piante sono diventate anche un simbolo di resilienza ai cambiamenti climatici.

Caratteristiche botaniche di un ulivo secolare

Un ulivo che ha superato il secolo di vita presenta un’architettura vegetale unica. Il tronco, spesso cavo o contorto, è il risultato di un lento processo di accrescimento e rigenerazione.

I tronchi degli ulivi secolari creano forme affascinanti, spesso cave e contorte, che ben rappresentano il tempo vissuto da questi alberi

La chiave della sua sopravvivenza sta però soprattutto nel sistema radicale: profondo, espanso e capace di penetrare anche negli strati di terreno più profondi e difficili da raggiungere.

Le foglie coriacee e dal rivestimento ceroso, tipiche della specie, limitano la traspirazione e proteggono la pianta dallo stress idrico.

Il cambiamento climatico in Puglia

Negli ultimi decenni, anche la Puglia sta sperimentando estati sempre più lunghe e calde, con picchi di temperatura che mettono a dura prova i sistemi agricoli. Le precipitazioni risultano più irregolari e spesso concentrate in pochi episodi intensi, mentre i periodi di siccità sono più frequenti e prolungati nel tempo.

Le alluvioni possono rappresentare un pericolo per gli uliveti pugliesi

Anche l’incremento dell’evaporazione e la salinizzazione dei suoli nelle zone costiere incidono sulla disponibilità d’acqua per le coltivazioni. Gli uliveti diventano così un laboratorio a cielo aperto, in cui l’osservazione degli ulivi secolari offre spunti preziosi per comprendere come la vegetazione possa adattarsi ai cambiamenti del clima.

Ulivi secolari e giovani a confronto

Le piante più grandi e antiche reagiscono meglio agli stress climatici rispetto a quelle più giovani, principalmente grazie al loro apparato radicale consolidato e alla loro fisiologia adattatasi nel tempo ad affrontare innumerevoli eventi e condizioni climatiche.

Gli ulivi giovani possiedono invece radici ancora superficiali e una minore capacità di accumulare riserve idriche, risultando più vulnerabili alle ondate di calore e alla mancanza d’acqua.

Uliveto giovane

La resistenza degli ulivi secolari non è però illimitata: anche gli esemplari più robusti possono subire danni in caso di stress prolungati, incendi o eventi estremi.

Xylella e ulivi secolari: un capitolo complesso

Recentemente la Puglia ha dovuto affrontare un’altra grave crisi: la diffusione della Xylella fastidiosa. La resistenza degli ulivi secolari al batterio non è stata omogenea. Molti esemplari storici hanno sofferto in modo significativo, mentre altri, grazie a posizioni isolate, pratiche agronomiche attente o alla variabilità genetica, hanno mostrato una maggiore tenuta.

La devastazione portata dal batterio Xylella fastidiosa

Gli ulivi secolari, inoltre, rispetto a esemplari più giovani, hanno potuto giocare la carta del "ricaccio": dopo il disseccamento della chioma, alcuni di essi hanno emesso polloni basali lungo il tronco, a loro volta capaci di ricostituire anche l'intera chioma.

La resilienza di queste piante è favorita dalla sorprendente massa legnosa e dall’apparato radicale consolidato, che custodiscono preziose riserve di energia e gemme vitali in grado di attivarsi dopo varie forme di stress.

Testimoni del passato, del presente e del futuro

Nonostante la straordinaria resistenza e capacità di adattamento, la sopravvivenza futura di questi maestosi alberi non può essere data per scontato.

Cambiamenti climatici, nuove fitopatie e pressioni antropiche rendono necessario un impegno costante nella tutela di questi giganti verdi, simboli di un patrimonio agricolo e paesaggistico, ma anche di un frammento di memoria collettiva.