Il Nord Atlantico sarà sede di forti tempeste per altri 10 giorni: ecco gli effetti attesi in Italia

Le proiezioni dei principali centri di calcolo (ECMWF e GFS) a scala europea non lasciano dubbi: l’Atlantico Settentrionale continuerà a essere una vera e propria "fucina di depressioni" per almeno altri dieci giorni. L'Italia sarà sfiorata dalle perturbazioni con un tempo variabile.

Questa configurazione, con un flusso zonale teso, piloterà una serie di perturbazioni intense, se non violente, verso il Nord Europa, influenzando in modo indiretto e a fasi alterne anche il tempo sull'Italia.

Le mappe sinottiche attuali mostrano una profonda depressione semi-permanente tra Islanda e Regno Unito, che fungerà da perno per una serie di sistemi frontali in arrivo dall'Oceano. Per le nazioni nordoccidentali europee (Irlanda, Regno Unito, Norvegia e Francia settentrionale), i prossimi giorni saranno abbastanza critici.

Venti impetuosi e onde come palazzi sull’Atlantico Settentrionale

Ci saranno condizioni estreme, specie su Irlanda e Scozia, le aree più esposte. Per le zone dello Shannon e del Rockall, si prevedono venti di forte burrasca ("severe gale") forza 9 sulla scala Beaufort, con venti medi fino a 100 km/h e raffiche che potranno toccare anche i 120-130 km/h (forza 10).

I venti impetuosi che solleveranno onde imponenti. Per l'Atlantico Settentrionale si parla di mare da "molto agitato" a "grosso”, con onde che al largo potrebbero raggiungere altezze significative comprese tra i 6 e i 9 metri, e possibili picchi fino a 12-14 metri nelle zone occidentali più esposte al “fetch oceanico” (la distanza di mare aperto su cui soffia il vento senza incontrare ostacoli, cioè terra ferma).

Tempeste di vento.
Le tempeste di vento che nei prossimi giorni interesseranno il Nord Europa.

Anche la Scandinavia sarà investita in pieno. Qui il flusso umido atlantico porterà vento, ma anche precipitazioni abbondanti. Sulla costa meridionale sono attese piogge intense ed abbondanti e nevicate pesanti nell'entroterra norvegese e svedese.

Situazione e tendenza sull'Italia per il Ponte dell'Immacolata

Il nostro Paese si trova in una zona di confine complessa. La forte spinta delle tempeste atlantiche ha innalzato, come reazione, un promontorio di alta pressione mobile sull'Europa Centro-Occidentale (Francia meridionale ed Alpi). Questo anticiclone agisce parzialmente come uno "scudo" che dovrebbe riuscire a deviare il grosso delle tempeste, con i fronti più violenti che scorreranno a nord delle Alpi e a creare dei "cut-off" più a Sud.

Questo "meccanismo" ha già generato la goccia fredda che sta colpendo il Sud Italia proprio in queste ore. In questa prima fase infatti, fino a venerdì 5 dicembre, l’Italia sarà ancora alle prese con il cut-off atlantico, arrivato da ovest, con delle piogge residue sulla Sardegna e con nubi e fenomeni anche al Nord.

Più a sud un vortice ciclonico in risalita dal Nord Africa, causerà maltempo sul Meridione, interessando soprattutto l’area ionica, con fenomeni intensi ed abbondanti, anche temporaleschi, su Calabria, Basilicata e Puglia. Questo sistema perturbato risalirà verso nord tra giovedì e venerdì mattina, unendosi al minimo atlantico, causando un peggioramento anche sul Nord-Est.

Nel weekend dell'Immacolata, dovremmo avere una tregua di tempo stabile, con il sole protagonista su gran parte della Penisola e con temperature in lieve risalita. Le massime potrebbero essere anche gradevoli al Centro-Sud, su valori superiori alle medie del periodo. Tuttavia, al Nord torneranno le nebbie in pianura e il clima resterà freddo e umido di notte.

Ipotesi sul Lungo Termine (dopo il 10-12 Dicembre)

Uno sguardo alla possibile tendenza a 10 giorni suggerisce che il "blocco" anticiclonico potrebbe essere eroso dalla persistente spinta del flusso atlantico. Alcuni scenari del modello ECMWF, dopo il 12-13 dicembre, mostrano il possibile ritorno sull'Italia delle grandi perturbazioni organizzate.

Tuttavia, vista la distanza temporale in un contesto decisamente incerto, ci stiamo "pericolosamente" avventurando nel campo delle “ipotesi non supportate da dati attendibili”, perciò rimandiamo eventuali ulteriori approfondimenti agli aggiornamenti che seguiranno nei prossimi giorni.