Quando potrebbe arrivare la prima neve in pianura al Nord? Ecco la data a cui bisogna fare attenzione

Fino a metà mese le intense correnti atlantiche impediranno all'aria fredda di spingersi verso il nostro Paese, rendendo il clima piuttosto mite. Ma qualche cambiamento è atteso nel periodo di Natale.
In un inverno meteorologico che si annuncia timido e indeciso, l'Italia settentrionale si trova intrappolata in un abbraccio oceanico che profuma più di autunno che di vero inverno. Il flusso atlantico, gonfiato da un'intensa attività ciclonica sul Nord Atlantico, continuerà a dettare legge anche nei prossimi giorni, portando varie perturbazioni, con nubi basse, piogge sparse e temperature che oscillano tra i +7 e i +12°C sulle pianure padane.
Niente di più, niente di meno. Le Alpi, fedeli sentinelle del freddo, catturano la neve oltre i 1100-1300 metri, ma giù in Val Padana, da Torino a Venezia, l'aria resta tiepida e umida. Insomma, senza un rallentamento dei flussi zonali sull’Atlantico sarà impossibile vedere la neve fino a quote pianeggianti.
Quando potrebbe cambiare qualcosa?
Per comprendere il perché di questo stallo, dobbiamo guardare più in alto, verso i grandi ingranaggi dell'atmosfera. Il rafforzamento dell'attività ciclonica sull'Atlantico, legato a un intenso gradiente di gepotenziale fra l’Islanda e le Azzorre, sta alimentando un "treno di perturbazioni" diretto verso l'Europa occidentale.
Questo flusso intenso manterrà il Nord Italia sotto scacco almeno fino a metà settimana, garantendo rovesci sulla Liguria, piogge isolate tra Lombardia, Emilia-Romagna e Triveneto, con schiarite altrove, ma senza mai un calo termico marcato.

Pertanto, fino a metà mese, non avremo situazioni ideali per l’irrompere di importanti ondate di freddo, verso il nostro Paese, e quindi per potenziali contesti sinottici adatti alla neve a bassa quota.
Alcune considerazioni rispetto al lungo termine
Eppure, la meteorologia non è una sentenza scolpita nella pietra, ma un'arte di probabilità, dove i modelli numerici, da ECMWF a GFS, tracciano sentieri possibili in un caos ordinato. La possibile "soluzione" a questo impasse atlantico potrebbe arrivare da un indebolimento del getto polare, quel nastro di venti ad alta quota che ora spinge le depressioni oceaniche dritte sul Mediterraneo.
Se, come suggeriscono le proiezioni stagionali del Centro Europeo per le Previsioni a Medio Termine (C3S), il pattern atlantico dovesse evolvere verso un "blocco" anticiclonico a dicembre, potremmo assistere a un indebolimento del flusso.
Al momento le finestre per una svolta non sono immediate. Tuttavia, nelle proiezioni a 15 giorni, emerge un segnale intrigante dopo il 15 dicembre, per un rallentamento del getto polare, che potrebbe spingere verso un tipo di circolazione maggiormente ondulata, che potrebbe aprire le porte all’aria polare marittima.
Possibili bianche sorprese sotto Natale?
Entro fine mese, le chance di vedere la prima neve sulle pianure del Nord potrebbero salire di poco, secondo i modelli ensemble. Non un inverno da cartolina, ma un assaggio, temperature minime sotto lo zero, massime sui +4°C +5°C.
Se a ciò si assocerà il passaggio di una perturbazione, allora queste possibilità potrebbero farsi un po’ più concrete, non tanto per vedere un vero e proprio evento nevoso fino al piano. Ma quanto meno per vedere delle nevicate, fino a quote piuttosto basse, come dovrebbe essere la normalità nel mese di dicembre.
Il pattern bloccato previsto dal C3S per dicembre gioca a favore, anche se La Niña e la QBO negativa aggiungono altre variabili, di difficile interpretazione.