Meteo, attenzione a quel fiume atmosferico atteso il 3 dicembre, si rischiano oltre 100 mm di pioggia in queste regioni

A metà settimana un fiume atmosferico risalirà verso l'Italia, rischiando di causare severo maltempo su alcune aree del nostro territorio nazionale.
Anche se ancora permane una certa incertezza sul peggioramento che in settimana coinvolgerà diverse aree del Meridione, va detto che, potenzialmente, il maltempo atteso sui settori ionici potrebbe rilevarsi più intenso di quanto osservato oggi dai modelli.
Il contesto sinottico atteso fra giovedì 4 e sabato 6 dicembre potrebbe riservare non poche sorprese, specialmente se la depressione che proviene da Ovest andrà ad interagire con un flusso di aria calda e molto umida, in risalita dalla Tripolitania.
Tale minimo depressionario, passando sul Canale di Sicilia, e muovendosi verso lo Ionio, piloterà una massa d’aria molto umida, oltre che instabile, che una volta raggiunte le nostre regioni più meridionali potrà produrre precipitazioni molto intense, con conseguenti disagi, per criticità di carattere idraulico e idrogeologico.
Attenzione a quel fiume atmosferico in risalita dal Nord Africa
Analizzando le mappe si nota come la depressione mediterranea, nella seconda parte di mercoledì 3 dicembre, durante la sua risalita verso nord-est, sarà ben supportata da un “fiume atmosferico” che dall’Algeria meridionale e dalla Libia occidentale risalirà fino al basso Mediterraneo centrale, andando poi a penetrare all’interno della circolazione depressionaria che potrebbe causare forti piogge fra la Sicilia ionica e la Calabria orientale.
La presenza di questo “fiume atmosferico”, seppur molto modesto, rischia di esaltare, ulteriormente, la fenomenologia, creando l’ambiente ideale per lo sviluppo di forti temporali e bande di piogge intense e estese lungo l’area ionica.
Perché i fiumi atmosferici possono produrre fenomeni intensi?
Con il termine “fiume atmosferico”, in inglese “atmospheric river”, si intende un flusso di umidità, alle medie e basse quote della troposfera, che trasferisce enormi quantitativi di vapore acqueo, dalle latitudini tropicali fino all’Europa e al Nord America.
Il trasporto di questi grossi flussi di vapore acqueo avviene attraverso flussi meridionali, attivi nella bassa troposfera, fra 1 e 3 km di altezza, che generalmente tendono a scorrere sul ramo ascendente di una saccatura o di un ciclone extratropicale delle medie latitudini.

Sovente i fiumi atmosferici si muovono davanti il fronte freddo di una ampia circolazione depressionaria, tendendo pian piano a salire di quota man mano che salgono di latitudine.
Quando, per ragioni orografiche (presenza di rilievi), o dinamiche (dentro il warm conveyor belts di un ciclone extratropicale), vengono costretti ad ascendere verso l’alto, i “fiumi atmosferici” possono determinare precipitazioni, anche di carattere alluvionale in alcuni casi.
Quali sono le aree maggiormente a rischio?
Se nel corso della giornata di giovedì 4 dicembre ci sarà una interazione diretta, fra la circolazione depressionaria e questo corridoio di umidità in risalita dal Nord Africa, la fenomenologia attesa sul lato prefrontale della depressione potrebbe risultare a tratti intensa, favorendo lo sviluppo di sistemi convettivi a mesoscala sullo Ionio, in grado di interessare pure i settori ionici di Calabria e Puglia, e forse sfiorare pure le coste della Sicilia orientale.

La presenza di questo “fiume atmosferico” può esaltare, ulteriormente, la fenomenologia, creando l’ambiente ideale per lo sviluppo di forti temporali e bande di piogge intense e estese.
Questi corridoi di aria molto umida, spesso molto stretti e nascosti all’interno del “warm conveyor belt” dei singoli cicloni extratropicali, sono responsabili delle precipitazioni estreme e delle inondazioni che ciclicamente colpiscono l’Europa e gli Stati Uniti centrali e occidentali, e svolgono anche un ruolo essenziale per l’approvvigionamento idrico in queste aree.
Recentissimi studi hanno dimostrato come questi “fiumi atmosferici” svolgono anche un ruolo essenziale per l’approvvigionamento idrico in queste aree. In California contribuiscono ad apportare oltre il 50% delle precipitazioni annue.