Meteo, ecco come sarà il mese di gennaio: arriveranno freddo e neve?

Un possibile cambiamento di pattern si potrebbe vedere solo fra la seconda e la terza decade del mese di gennaio, con lo spostamento verso l'Europa continentale dei massimi dell'anticiclone subtropicale.

Per vedere un importante cambiamento bisognerà attendere fra la seconda e terza decade

Manca davvero poco all’inizio del nuovo anno. In questo articolo cercheremo di capire che tipo di inquadramento barico caratterizzerà il mese di gennaio. Prima di iniziare bisogna specificare che le previsioni stagionali (da non confondere con le normali previsioni a breve scadenza che valgono fino e non oltre a 72 ore), meglio come conosciute come “linee di tendenza”, sono sperimentali e presentano una importante incertezza, accentuata dalle discrepanze tra i modelli di riferimento.

Esse rappresentano quello che sarà il futuro della meteorologia. Oggi conoscere il tipo di inquadramento barico che si potrebbe venire a determinare può aiutare l’uomo a pianificare le proprie attività.

Per esempio, in campo agricolo, una corretta previsione su scala stagionale permetterebbe una più oculata scelta delle colture agricole in accordo al tipo di stagione in arrivo, unita ad una migliore pianificazione delle attività in campo.

Come inizierà il 2023?

Analizzando le ultimissime proiezioni del modello europeo ECMWF si evidenzia come l’inizio del 2023 possa essere caratterizzato dal dominio di anomalie positive, sia di pressione che di geopotenziale in quota, su quasi l’intera area del mar Mediterraneo e l’Europa meridionale.

L’inizio del 2023 potrebbe essere caratterizzato dal dominio di anomalie positive, sia di pressione che di geopotenziale in quota, su quasi l’intera area del mar Mediterraneo e l’Europa meridionale.

Mentre sull’Europa settentrionale, in modo particolare sul comparto russo-scandinavo, avremo ancora una persistenza di vaste anomalie negative di pressione, anche intense, che determineranno intense ondate di maltempo, dalle caratteristiche invernali, con varie temperature rigide e possibili tempeste di vento che interesseranno soprattutto le Isole Britanniche e l’Europa centro-settentrionale.

In Italia i primi giorni del 2023 saranno caratterizzati da condizioni anticicloniche, con prevalenza di cieli sereni o poco nuvolosi su gran parte del Paese. Non mancheranno nebbie e locali foschie al nord e sulle vallate più interne del centro Italia, con temperature ancora sopra le medie stagionali, soprattutto al meridione.

Prima decade di gennaio 2023 all’insegna dell’anticiclone

Quasi tutta la prima decade di gennaio rischia di essere condizionata dall’anticiclone subtropicale, che garantirà stabilità e clima mite. Solo sulle regioni settentrionali ci saranno delle fasi uggiose, con nebbie, foschie e nuvole basse che potranno determinare pure qualche debole pioggia, maggiormente probabile sul Catino Padano e fra Liguria e alta Toscana.

Da segnalare un andamento termico ancora sopra le medie climatologiche, con scarti maggiori sulle regioni meridionali e nelle due Isole Maggiori. Al nord e sul resto d’Italia lo scarto termico, con le medie di gennaio, dovrebbe essere più contenuto.

Le anomalie termiche attese per il mese di gennaio dal modello ECMWF

Cambiamenti attesi per la seconda decade di gennaio?

Le elaborazioni del modello europeo ECMWF mostrano possibili cambiamenti, a partire dalla seconda decade del mese, con un indebolimento e successiva inversione delle anomalie di pressione fra nord e sud Europa.

Questo potrebbe comportare l’apertura di una fase di maggiore instabilità per il Mediterraneo e l’Italia, causa lo spostamento verso l’Europa centro-orientale dei massimi di pressioni dell’anticiclone subtropicale.

Il che comporterebbe l’apertura di una breccia sul Mediterraneo centro-occidentale per le perturbazioni in arrivo dall’Atlantico, che potrebbero così raggiungere il territorio nazionale più facilmente, portando finalmente delle precipitazioni, maggiormente probabili fra Isole e regioni tirreniche.

Possibilità di importanti ondate di freddo a gennaio?

Probabilmente tra la seconda e la terza decade di gennaio, il possibile cambio circolatorio, sull’area euro-atlantica, potrebbe favorire l’apertura di quei “canali di aria fredda”, che trasportando le masse d’aria molto fredde, di natura propriamente artica o polare, dalle alte latitudini europee fino al cuore dell’Europa, tramite il gelido soffio dei venti dai quadranti settentrionali.

In questa fase le ondate di freddo potrebbero essere “richiamate” da depressioni secondarie che si isolerebbero sul bacino del Mediterraneo, fra i mari attorno l’Italia e la Grecia. Questo tipo di schema barico potrebbe facilitare l’arrivo delle ondate di freddo in direzione del vecchio continente e dell’Italia.

Le anomalie termiche attese

Dal punto di vista termico il mese di gennaio inizierà con anomalie termiche positive distribuite su gran parte del Paese, soprattutto sulle regioni del centro-sud peninsulare. Queste anomalie termiche positive dovrebbero ridursi gradualmente dalla seconda decade, ad iniziare dalle regioni settentrionali.

Per ECMWF, il modello di riferimento di Meteored il mese di gennaio dovrebbe essere caratterizzato da temperature superiori alle medie, con scarti che oscilleranno fra i +0,5°C e i +1,5°C. Solo fra Valle d’Aosta, Piemonte, ponente ligure e Sardegna avremo temperature in linea con la media climatica, o poco sopra.