Roma e la Neve: storia di un incantesimo (quasi) impossibile
Vedere Roma imbiancata è un evento che trascende la meteorologia. Mentre città alla stessa latitudine o più a sud si svegliano spesso sotto la neve, la Capitale resta verde. Ripercorriamo la storia di questi "incastri perfetti", unendo le cronache antiche ai dati moderni.

La rarità della neve a Roma non è sfortuna, ma orografia. La climatologia ci dice che la media di gennaio è intorno ai 7–8 °C: per vedere la neve al Colosseo serve un’anomalia termica violenta, un crollo di almeno 5-8 °C sotto la norma.
Lo Schermo Appenninico - Il freddo vero arriva da Nord-Est (Russia/Balcani). Questa aria gelida impatta sull'Adriatico e sugli Appennini. Quando "scavalca" le montagne per scendere verso Roma, si comprime e si riscalda (effetto Favonio).
L'Isola di Calore - Il mare Tirreno e il cemento urbano alzano le temperature quel tanto che basta per trasformare potenziali nevicate in pioggia fredda. Per vincere queste difese serve un Anticiclone Russo o un ingresso massiccio dalla Valle del Rodano che generi una depressione sul Tirreno, capace di richiamare umidità sopra un "cuscino" di aria gelida.
Nell'antichità il Tevere di ghiaccio
Le fonti classiche e medievali riportano inverni estremi, quasi inconcepibili oggi. Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso raccontano di inverni (es. 399 a.C.) con neve alta "sette piedi" e il Tevere bloccato dal ghiaccio.
A Roma il Tevere gelò completamente (anche a causa di una portata diversa dall'attuale) e si susseguirono nevicate per settimane in uno degli episodi più freddi degli ultimi cinque secoli.
Le prime serie storiche (1788-1940)
Grazie agli archivi del Collegio Romano, abbiamo dati precisi. Tra il 27 e il 29 Dicembre del 1788 si verificò un evento rarissimo: nevicò per tre giorni consecutivi. Si segnalano più episodi nell’Ottocento, con accumuli dell’ordine di 10-20 cm in alcuni inverni (ad esempio nel 1846), e un febbraio 1895 molto freddo e nevoso su buona parte d’Europa, con neve anche sull’Italia centrale.

Nel Febbraio del 1929 un possente anticiclone russo portò il gelo su tutta l'Italia e sull'Europa. A
Il 30 Dicembre 1939 una nevicata storica e fulminea. In poche ore, la città fu sepolta da circa 30 cm di neve (stima del Collegio Romano), una delle coltri più consistenti mai misurate in centro in un singolo episodio.
Nel dopoguerra il mito del gelo
Il Febbraio del 1956 resta il Simbolo di riferimento assoluto. Un blocco anticiclonico tra Scandinavia e Russia spinse aria a -35°C (quota 5000 m) verso il Mediterraneo e fin sul Lazio per quasi tre settimane. Roma registrò diversi episodi tra il 2 e il 19 febbraio. A Roma Ciampino il termometro toccò il record mensile di -6,9 °C il 16 febbraio. Grazie al gelo, la neve rimase al suolo a lungo, cementando il ricordo di quell'inverno nella memoria collettiva.
Nel '63 storica nevicata natalizia, poi Capodanno e Febbraio
Roma ebbe una fase di nevicate tra la fine del 1962 e l'inizio del 1963. Tra il 24 e il 25 dicembre del 1962 la storica nevicata natalizia tra la mezzanotte e le prime ore del 25 dicembre, con con i fiocchi a San Pietro. Poi anche nei giorni successivi con episodi intensi a cavallo di Capodanno e inizio febbraio 1963. Furono giorni caratterizzati da freddo intenso, con ghiaccio e neve a terra. I giornali dell'epoca parlarono di città bloccata dalla neve.
La sorpresa tardiva a marzo '71
Tra il 5 e il 7 marzo 1971, un'irruzione artica fuori stagione, con un episodio di scorrimento di aria umida e mite su aria fredda preesistente, la neve tornò a Roma. Il 6 marzo alle 8 del mattino si misuravano 15 cm, con una temperatura minima di -2,2°C al Collegio Romano.
1985 e 1986: i due opposti
Il 6 gennaio 1985, proprio in coincidenza con l'Epifania, caddero circa 15 cm di neve. L'ondata di gelo, durata molti giorni, interessò mezza Italia. Ma la storia a Roma (e spesso in altre località della penisola) la fece il termometro con -11,0 °C a Ciampino e -9,8 °C all'Urbe, stabilendo dei record assoluti.

Nel Febbraio 1986 (Record di Neve), l'11 febbraio, arrivò l'episodio più spettacolare per la Capitale. Al Collegio Romano si misurarono oltre 20 cm, ma nei quartieri di Roma Nord si stimarono punte di 40–50 cm e temperature appena sotto zero. La città fu paralizzata, con migliaia di auto abbandonate sul GRA.
L'Era recente: episodi nevosi, nell'attesa di un nuovo storico evento
Tra il 3 e il 4 febbraio 2012, e poi l'11, l'aria fredda da nordest colpì ancora. La neve cadde con accumuli molto variabili: 15 cm in centro e fino a 30-40 cm nei quartieri nord della Capitale. L'ondata di freddo fece segnare alla stazione di Roma Urbe -7,4 °C il 15 febbraio, nuovo record di minima mensile per quella stazione.

Il 26 Febbraio 2018 viene ricordato per una "neve coreografica". Una massa d'aria continentale portò circa 10 cm di neve su tutta la città. Le temperature vicine allo zero permisero l'attecchimento ovunque, regalando immagini dei Fori Imperiali imbiancati che fecero il giro del mondo, prima che il sole di fine febbraio sciogliesse tutto.
La neve manca da Roma da ormai diversi anni. Ma sappiamo che prima o poi, con la giusta combinazione di freddo intenso e di umidità, in una successione di eventi che dovranno verificarsi con una millimetrica successione, la dama bianca tornerà di nuovo ad ammantare la città eterna.
Ringraziamenti e fonti
Per la stesura di questo articolo e la ricostruzione dettagliata delle cronologie (specialmente per gli eventi pre-1950), è stato fondamentale il lavoro di ricerca storica di Simone Roberti, pubblicato sul sito (meteomio.net).
Un plauso va al Collegio Romano per la sua storica attività di osservazione e rilevazione, ai tanti appassionati che contribuiscono a mantenere vivo il ricordo, nella speranza di rivedere la città eterna ammantata di bianco.