3 strategie dell'architettura tradizionale per adattarsi al clima
Il rapporto tra architettura e clima è molto stretto. La costruzione tipica di ogni luogo segue una strategia di adattamento climatico.
Una delle cose che attira maggiormente la nostra attenzione quando viaggiamo è il tipo di costruzione, diversa in ogni luogo, che obbedisce agli elementi climatici di ogni luogo, come il regime delle precipitazioni o le temperature che si verificano in ogni periodo dell'anno. Architettura e clima vanno quasi sempre di pari passo, in perfetta armonia, cosa particolarmente evidente nel caso dell'architettura tradizionale o popolare.
Nel caso della Spagna, una tipica casa andalusa ha poco o nulla a che vedere con le dimore asturiane, le fattorie della Catalogna, le case di campagna galiziane o le fattorie basche. In ogni regione della Spagna (estendibile a qualsiasi altro paese o regione del mondo) domina un tipo di architettura in accordo con il clima del luogo. Oltre alla forma e alla struttura delle case, vengono utilizzati anche diversi materiali da costruzione.
La forma dei tetti
Nelle zone di montagna, dove piove e nevica molto durante tutto l'anno, i tetti in ardesia nera prevalgono su quelli in tegole, per la maggiore impermeabilità dei primi. Anche il legno è maggiormente utilizzato, poiché è un ottimo isolante e protegge molto bene dal freddo.
La forma dei tetti è un altro degli elementi differenzianti rispetto a quelli che vediamo nelle zone pianeggianti con meno precipitazioni. Nei luoghi dal clima arido o desertico, dove piove poco, le coperture non sono progettate per evacuare l'acqua, e nella maggior parte dei casi è sufficiente una copertura piana con la sola funzione di chiudere la parte superiore degli edifici.
Se pensiamo ad un luogo piovoso, pensando all'evacuazione dell'acqua piovana da parte di un tetto, cosa lo influenza di più: la sua forma o i materiali di cui è composto? Entrambe le cose influenzano e svolgono la loro funzione. Per quanto riguarda la forma, i tetti più comuni sono quelli a due falde, con grondaia. Nelle zone di montagna questi tetti tendono ad essere più spioventi, con una pendenza maggiore, e questo per evitare che quando cade una bella nevicata, si accumuli troppa neve sopra la casa e le travi cedano a causa del peso.
Inoltre, sui tetti vengono poste piccole sporgenze appuntite per favorire la rottura del manto nevoso per scorrimento, che provoca fratture nella neve e accelera la caduta. Se disponiamo anche di tegole piane in ardesia, la neve scivola meglio.
Tegole e doccioni
Le tegole rosse in argilla sono di origine romana e facilitano la canalizzazione dell'acqua piovana, portandola ordinatamente verso le grondaie e da qui agli scarichi. Quando si posa un tetto, la prima cosa che viene posizionata sono le tegole a forma di U, che hanno il compito di raccogliere l'acqua piovana e convogliarla verso il basso. Le fughe tra le piastrelle del canale sono coperte dalle cosiddette piastrelle coperte, che garantiscono che l'acqua non penetri attraverso le fessure.
Nell'architettura tradizionale non mancano poi le facciate rivestite interamente in piastrelle, ma capovolte, con la parte arcuata rivolta verso l'esterno.
Non mancano inoltre le facciate rivestite in lastre di uralite, con le loro caratteristiche scanalature. Solitamente vengono coperte in questo modo solo quelle esposte a nord, poiché sono le più esposte alle intemperie dell'inverno. È il muro che riceve i colpi maggiori dal vento e dalla pioggia, e poiché ha le tegole vuote è meglio protetto e l'interno della casa è meglio isolato.
Il tetto, oltre alla funzionalità, è un elemento architettonico che piace alla vista e dona armonia all'edificio. Nel caso delle cattedrali, di alcune chiese antiche e di altri edifici degni di nota, i tubi che servivano a drenare l'acqua dai tetti diventavano piccole opere d'arte, conosciute come doccioni.
Un doccione è la parte che sporge da un tubo e viene utilizzata per evacuare l'acqua piovana dai tetti. I doccioni acquisirono notorietà nel Medioevo, poiché in molte chiese e cattedrali gotiche i tubi di drenaggio venivano integrati in sculture rappresentanti figure grottesche, come mostri alati, uomini deformi o demoni, la cui funzione principale, oltre a quella di evacuare l'acqua, si ritiene che serviva a proteggere il tempio e spaventare gli spiriti maligni.
Intrappolare e respingere il calore
Mentre nel sud della Penisola Iberica dominano i paesi bianchi, dalle viuzze strette, con le case perfettamente imbiancate e le piccole finestre per combattere il caldo, nel nord si prediligono i grandi balconi e i belvedere, proprio per la funzione opposta: sfruttare le ore di sole e riscaldare gli ambienti.
Dove mancano luce e calore provenienti dal sole si ricercano soluzioni adeguate che permettano la massima efficienza energetica. Questi belvedere sono solitamente posti preferibilmente sulle facciate rivolte a sud, e grazie alle grandi vetrate, oltre alla luce, il calore viene intrappolato all'interno delle case, in modo simile a quanto avviene in una serra. Se nella Spagna umida accolgono il sole a braccia aperte, nella Spagna arida sono riusciti, fin dall'antichità, a mettergli ostacoli.
Dall'imbiancare le case al restringere le strade, tutto va bene per adattarsi meglio al caldo. In questi tempi in cui il riscaldamento globale non dà tregua, queste strategie utilizzate nell’edilizia sono più necessarie che mai, rafforzate dall’uso di nuovi materiali e tecniche moderne che contribuiscono ancora di più a un migliore adattamento.