È anomalo il forte terremoto che ha devastato la regione di Marrakech, in Marocco?

Il terremoto dell'8 settembre scorso in Marocco è avvenuto in una zona che non era considerata ad elevata pericolosità sismica. Perché? Ecco alcune curiosità.

La geologia nell'area dei Monti dell’Atlante, in Marocco. La stella rossa indica l'epicentro del sisma dell'8 settembre 2023. Figura tratta da Lanari et al., 2020, modificato da INGV.

Lo scorso 8 settembre 2023, il Marocco meridionale è stato sconvolto da un terremoto di magnitudo 6,8 che ha avuto epicentro lungo la catena montuosa dell’Atlante. L'ultimo bilancio di questo terremoto, che ha devastato numerosi centri abitati di montagna e causato molti danni anche nella città di Marrakech, è di 2.901 morti e 5.530 feriti. La più colpita è stata la provincia di Al Haouz, dove si concentra il maggior numero di vittime, 1.643, ma sono molte le aree dove ci sono stati gravi danni.

Tra le tante informazioni che sono state diffuse su questo evento sismico, una ha generato stupore. Il terremoto è avvenuto infatti in un'area dove la pericolosità sismica non era molto alta. Cosa sappiamo su questa sua caratteristica?

La pericolosità sismica

La pericolosità sismica indica la probabilità che un certo evento naturale, in questo caso un terremoto, si verifichi in un certo intervallo di tempo. Se la pericolosità sismica in un punto è molto elevata, vuol dire che è altamente probabile il verificarsi di un forte terremoto entro un certo intervallo di tempo, che solitamente viene calcolato in decine di anni.

È sulla base di questa probabilità che vengono costruite le mappe di pericolosità sismica, come quella dell'Italia. In Italia, ad esempio, le zone dove è più elevata la probabilità che si verifichi un forte terremoto nel prossimo futuro (50 anni) sono quelle classificate in "Zona 1" nella Classificazione Sismica nazionale, e si trovano lungo l'Appennino, in alcune aree della Sicilia sud-orientale, ed in Friuli-Venezia Giulia.

Il fatto che ci siano zone con minor pericolosità, significa che è più difficile che lì si verifichi un forte terremoto nel prossimo futuro, ma non è impossibile. Per questo anche in zone con classificazione sismica più bassa bisogna seguire una serie di criteri antisismici per le costruzioni, e conoscere le norme di comportamento in caso di sisma.

Come facciamo a sapere se un terremoto è più o meno probabile in un luogo

Per sapere se un terremoto è più o meno probabile in un luogo, ci dobbiamo basare su quello che è accaduto nel passato. Se in un luogo sappiamo che sono già avvenuti con frequenza altri terremoti distruttivi, ci possiamo aspettare nuovi eventi distruttivi nel futuro. Non possiamo sapere quando si ripeteranno con esattezza, ma in questo senso un aiuto ci viene dalla frequenza che hanno avuto in passato.

Non si può sapere con esattezza la data, il mese o l'anno in cui avverrà un terremoto in un certo luogo, ma conosciamo le aree dove in passato sono avvenuti eventi sismici. In queste aree ci dobbiamo aspettare nuovi eventi nel futuro. Se in una zona sono avvenuti con frequenza, è più probabile che avvengano in un futuro vicino.

Oltre alle testimonianze del passato (ed in questo hanno fortuna i paesi con una lunga serie di documenti scritti che arrivano dal passato), i geologi studiano anche le faglie capaci di generare terremoti, ricostruiscono i terremoti più antichi, e con tutte queste informazioni cercano di stabilire se è più o meno probabile assistere a nuovi eventi sismici in quel punto nel futuro.

Se in una zona i terremoti sono avvenuti con frequenza nel passato, è più probabile che avvengano in un futuro vicino. Cosa succede però se la frequenza è molto minore, e non abbiamo molti dati che arrivano dal passato?

Il terremoto che ha sconvolto il Marocco era poco probabile?

L'area sconvolta dal sisma in Marocco era stata classificata non ad elevata pericolosità sismica, perché da molto tempo non si verificavano terremoti in quel punto. Come indicato dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano (INGV), eventi con una magnitudo rilevante come quello dell'8 settembre non sono molto frequenti in quest'area geografica.

In Marocco gli eventi più rilevanti, conosciuti storicamente, si concentrano lungo la costa del Mediterraneo e lungo i monti dell’Atlante, e tra questi si ricorda il terremoto dell’11 maggio 1624 che ha interessato la zona di Fes e quello del 29 febbraio 1960 che distrusse la città di Agadir.

Questo non significa che non fossero possibili. La catena dell'Atlante si trova in un punto dove sono attive forze tettoniche, per la collisione tra placca Eurasiatica ed Africana. "Le origini del terremoto - si legge in un approfondimento dell'INGV e come indicato in uno studio del 2007 - sono da ricercare nella complessa interazione che esiste tra la convergenza tra Africa ed Europa e lo sviluppo della catena dell’Atlante".

In questo punto del Marocco però, i terremoti hanno tempi di ritorno molto lunghi, di centinaia, talvolta migliaia di anni. In questi casi il grave problema che abbiamo noi umani è che, senza documenti scritti, non possiamo sapere cos'è accaduto nel passato più remoto. In questo modo viene meno una delle informazioni più importanti per stabilire la pericolosità sismica di un luogo.

Inoltre, la popolazione di un luogo perde la memoria degli eventi catastrofici quando avvengono in maniera molto distanziata nel tempo.

Il terremoto in Marocco non è stato quindi un sisma anomalo, perché si è verificato in un luogo dove c'è attività tettonica, ma era semplicemente meno probabile, perché eventi simili in passato sono avvenuti con una ridotta frequenza, e non avevamo abbastanza informazioni che ci permettessero di stimare un suo tempo di ritorno e la sua possibile potenza.