Ecco le 5 specie di meduse più urticanti presenti nel Mediterraneo

Quando vediamo una medusa, soprattutto mentre si pratica lo snorkeling, la prima reazione è quella di stupore e repellenza, istinto che ci torna utile per tenerci alla larga da fastidiose irritazioni cutanee.

La pelagia noctiluca è la più comune nei nostri mari, si presenta di colore violetto e l’ombrello misura circa 10 centimetri con 8 tentacoli che possono raggiungere i 10 metri.

Manca davvero poco all’arrivo della bella stagione. Come ogni anno le spiagge del nostro Mediterraneo tornano ad affollarsi. Molta gente non farà a meno della tipica nuotatina estiva in uno dei nostri mari.

E come ogni anno cresce l’attenzione per le meduse che popolano i nostri mari. Si è notato che ultimamente, come emerso in vari studi scientifici, le meduse sono aumentate a dismisura nei nostri mari.

Quando vediamo una medusa, soprattutto mentre si pratica lo snorkeling, la prima reazione è quella di stupore e repellenza, istinto che ci torna utile per tenerci alla larga da fastidiose irritazioni cutanee.

A cosa servono le meduse?

A molti di voi sembrerà che le meduse siano degli animali che non hanno una vera funziona in natura. In realtà non è proprio così. Le meduse hanno un ruolo ecologico importante per la salute dei nostri mari, contribuendo a bilanciare le catene alimentari.

Purtroppo, l’attività umana sta apportando squilibri notevoli e la pesca intensiva, unita ad altri fattori, come il cambiamento climatico, contribuisce a far aumentare il numero di meduse a dismisura andando ad intaccare un equilibrio durato milioni di anni.

Esistono meduse mortali nel Mediterraneo?

Fortunatamente nei nostri mari non esistono meduse mortali per l’uomo, come la temuta “vespa di mare”, diffusa in Australia. Le specie più problematiche presenti sul Mar Mediterraneo generalmente possono causare serie ustioni e soltanto in alcuni rari casi possono mettere in pericolo la vita dell’intossicato.

Nonostante ciò il suggerimento è quello di evitare, in ogni caso, ogni contatto con le varie specie di meduse presenti, evitando così possibili dolori. Per questo motivo in questo articolo cercheremo di indicare le cinque specie di meduse più urticanti presenti sul Mediterraneo, in modo da saperle riconoscere, evitando un eventuale contatto.

Esemplare di Drymonema dalmatinum L’ombrello di questa medusa può superare il metro, una taglia che la rende una delle più grandi presenti nei nostri mari.

Alcune di queste specie sono molto comuni come la pelagia noctiluca, altre decisamente rare come la Drymonema dalmatinum, altre ancora, tipo la Carybdea marsupialis, ci mettono in allerta perché appartenenti alla classe inconfondibile delle cubomeduse, quella della temuta vespa di mare. Ma ora andiamo a riconoscere le meduse più comuni del Mediterraneo.

Pelagia noctiluca

Questa medusa è quella più diffusa. È la più comune nei nostri mari, si presenta di colore violetto e l’ombrello misura circa 10 centimetri con 8 tentacoli che possono raggiungere i 10 metri. Non causa gravi ustioni, ma è decisamente urticante. Il suggerimento è di evitare ogni contatto.

Drymonema dalmatinum

L’ombrello di questa medusa può superare il metro, una taglia che la rende una delle più grandi presenti nei nostri mari. Ad ogni modo è molto rara oltre che molto tossica, quindi se avrete la “fortuna” di incontrarla sappiate che dovete starle alla larga.

Esemplare di Carybdea marsupialis. Si tratta di una cubomeduse ed è la specie più pericolosa del Mediterraneo. Il suo veleno può causare negli individui allergici uno shock anafilattico

Carybdea marsupialis

Si tratta di una cubomeduse ed è la specie più pericolosa del Mediterraneo. Il suo veleno può causare negli individui allergici uno shock anafilattico (come potrebbe accadere dopo una puntura di un’ape). Per fortuna le specie appartenenti a questa classe sono piuttosto inconfondibili.

L’ombrello si presenta in forma cubica come fosse una scatoletta, da qui cubomeduse. I 4 tentacoli di questa specie lunghi fino a 30 centimetri sono trasparenti, con anelli rossi che li rendono particolarmente evidenti sott’acqua. Se veniamo a contatto con essi si andrà incontro a serie ustioni. Purtroppo per noi, questa specie di medusa si trova più frequentemente in acque basse e costiere.

Esemplare di Aurelia aurita. Nota anche come medusa quadrifoglio per una struttura nel suo ombrello che ricorda le foglie del fortunato fiore.

Aurelia aurita

Nota anche come medusa quadrifoglio per una struttura nel suo ombrello che ricorda le foglie del fortunato fiore. Questa medusa si trova spesso nelle zone costiere e vicino a estuari di fiumi, porti o insenature dove può trovare molti nutrienti. I suoi tentacoli sono corti e sottili e ovviamente urticanti, quindi meglio evitare di notare vicino.

Esemplare di Chrysaora hysoscella. Questa medusa si trova spesso nelle zone costiere e vicino a estuari di fiumi, porti o insenature dove può trovare molti nutrienti.

Chrysaora hysoscella

Fra le 5 meduse di questo elenco è la meno urticante, ma comunque degna di nota in quanto può causare dermatiti. Sarà molto facile riconoscerla perché presenta 16 bande marroni a forma di “V” sull’ombrello, caratteristica che le ha fatto prendere il nome di “medusa compasso”. In effetti è piuttosto scenografica, il suo ombrello può arrivare fino a 40 centimetri di diametro e i suoi tentacoli fino al metro! Quindi, se ne doveste scorgere una statele a debita distanza, potreste essere alla sua portata.

Possibili rari incontri con caravella portoghese

Non è nemmeno una medusa, ma come struttura gli somiglia parecchio. Va detto che la caravella portoghese non è una medusa tipica del Mediterraneo, ma capita che diversi esemplari, in base alle correnti e al moto ondoso, riescano a doppiare lo Stretto di Gibilterra, entrando sul Mediterraneo.

Esemplare di caravella portoghese spiaggiato dal moto ondoso. Anche se raramente questa medusa può entrare sul Mediterraneo.

Presenta dei tentacoli molto urticanti e in alcuni casi molto pericolosi per l’uomo, rarissimamente anche letali. I suoi tentacoli possono rimanere urticanti anche dopo giorni dalla sua morte, quindi, se ne trovate una spiaggiata è sempre bene non toccarla con le mani nude.

Conoscere queste specie è molto importante, soprattutto in caso di contatto ravvicinato sarà importate riconoscere il tipo di medusa con cui siete venuti in contatto. Per chi vi dovrà medicare sarà di grande aiuto apportare tutte le cure del caso.