L'affascinante storia dell'isola Ferdinandea, potrebbe nuovamente riemergere dal mare?

L’eruzione che diede vita alla Ferdinandea durò sei settimane, e alla fine generò un cono vulcanico alto 65 metri sopra il livello del mare e largo circa 300 metri, con un perimetro di quasi 1 chilometro.

Isola Ferdinandea
Un antico dipinto dell'isola Ferdinandea emersa nel mezzo del Canale di Sicilia nel giugno del 1831. Fonte immagine Wikipedia

Isola Ferdinandea è il nome dato ai resti di un’isola vulcanica emersa nel Canale di Sicilia nel 1831, a circa 50 km a sud di Sciacca, in provincia di Agrigento.

Attualmente, non esistendo più, al suo posto troviamo una secca, cioè sostanzialmente un cono vulcanico sottomarino la cui sommità si trova a circa 9 metri di profondità, mentre la base giace su un fondale che varia fra i 150 e i 200 metri di profondità.

La storia e il nome dato a quest’isola che non c’è

Nel giugno del 1831, nel tratto di mare a metà strada tra Sciacca e Pantelleria, si verificarono alcune scosse sismiche di forte intensità, che vennero avvertite fino a Palermo e che causarono gravi danni alla costa sud-occidentale della Sicilia.

Successivamente gli abitanti delle zone vicine e gli equipaggi di alcune navi di passaggio affermarono di aver visto colonne di fumo e pietra pomice uscire dalle acque, assieme a violenti zampilli di lava eruttati dal vulcano.

Fu poi segnalata nei giorni seguenti dai pescatori del luogo, una zona in cui il mare ribolliva continuamente e dove vi erano morìe di pesci, causate molto probabilmente dall'esalazione dei gas vulcanici.

Isola Ferdinandea
Il nome fu attribuito da un capitano borbonico, Giovanni Corrao, su indicazione del geologo dell’Università di Catania Carlo Gemmellaro, in onore di Re Ferdinando II di Borbone che a quell’epoca governava il Regno delle Due Sicilie.

Il nome fu attribuito da un capitano borbonico, Giovanni Corrao, su indicazione del geologo dell’Università di Catania Carlo Gemmellaro, in onore di Re Ferdinando II di Borbone che a quell’epoca governava il Regno delle Due Sicilie. L’emersione di quest’isola diede vita ad una controversia di sovranità tra i governi francese, inglese e il Regno delle due Sicilie, che ne rivendicavano il possesso.

Pertanto quest’isola è conosciuta anche con altri nomi e, tra questi, uno dei più importanti è “Julia”, che le venne dato dai francesi poiché emerse dal mare nel luglio del 1831 (il mese di luglio è juillet, in francese), quasi 190 anni fa.

L’altro nome più importante che si collega all’Isola Ferdinandea è “Graham”, che le venne assegnato da un ammiraglio della flotta inglese di stanza a Malta (all’epoca colonia della corona inglese) in onore di Sir Graham. Questo nome fu poi riportato sulle carte nautiche internazionali e di conseguenza sulle riviste scientifiche.

Quanto durò l’isola?

L’eruzione che diede vita alla Ferdinandea “durò” sei settimane, e alla fine generò un cono vulcanico alto 65 metri sopra il livello del mare e largo circa 300 metri, con un perimetro di quasi 1 chilometro.

Essendo costituita da materiale vulcanico poco coerente, l’isola venne interamente smantellata in poco meno di sei mesi dal moto ondoso del Canale di Sicilia, molto impetuoso in quell’area, e da una serie di frane sottomarine.

In poco tempo i resti di questo fazzoletto di terra in mezzo al Canale di Sicilia collassarono in mare, trasformandola in una secca, particolarmente pescosa, a largo della costa siciliana.

Ci sono precedenti prima del 1831?

Da quel che si sa dalle fonti storiche no. Si sono verificate altre eruzioni in corrispondenza dell’Isola nel 1833, nel 1846 e anche nel 1863, ma molto probabilmente si trattava semplicemente dell’avvistamento di esalazioni gassose, quindi bolle di gas che si liberavano dal fondale e che facevano ipotizzare erroneamente ad una imminente riemersione dell’isola.

Questo perché l’area dell’Isola Ferdinandea è stata ed è tipicamente caratterizzata da campi di fumarole che producono un’attività di degassamento piuttosto intensa e continua.

Potrebbe riemergere?

L’Isola e gli altri conetti che formano il campo vulcanico costituiscono dei coni monogenici, vale a dire degli edifici vulcanici che si sono formati a seguito di una sola eruzione.

Vulcani sottomarini
In Italia ci sono altri vulcani sottomarini che vengono considerati attivi, basti pensare ad esempio al Marsili, o al Sisifo, sempre nel Tirreno.

Ciò significa che non può esserci un’altra eruzione nello stesso punto in cui ce n’è già stata una in passato e quindi l’isola Ferdinandea non potrebbe riemergere. Potrebbero però verificarsi altre eruzioni sottomarine, in altre aree anche limitrofe alla Ferdinandea, ma non nella zona dove è sorta l’isola.

In Italia ci sono altri vulcani sottomarini che vengono considerati attivi, basti pensare ad esempio al Marsili, o al Sisifo, sempre nel Tirreno. Campi vulcanici attivi simili a quello che caratterizza l’isola Ferdinandea si trovano solo lungo il Canale di Sicilia. Sempre sul Canale di Sicilia ci sono altri campi vulcanici sottomarini, in grado di innescare nuove eruzioni.

Come quella di Pantelleria del 1891 e altre ancora in tempi più lontani nei banchi limitrofi. Sono tutti fenomeni che, in linea teorica, potrebbero in futuro dar vita a delle nuove isole come la Ferdinandea, la cui durata sarebbe limitata nel tempo.