La menopausa allunga la vita dei cetacei per occuparsi dei cuccioli, lo rivela uno studio

Più prole una femmina riesce a generare e allevare con successo nel corso della sua vita, più copie dei suoi geni vengono potenzialmente trasmesse alle generazioni future.

Balene
Vivere abbastanza a lungo senza riprodursi consente dunque alle femmine di occuparsi della famiglia allargata, ossia di diventare nonne o bisnonne.

Un nuovo studio realizzato dagli scienziati delle Università di Exeter, di York e dal Center for Whale Research, appena pubblicato sulla rivista Nature con il titolo The evolution of menopause in toothed Whales, fornisce nuove risposte su quello che resta ancora, per certi versi, era un grande enigma biologico.

Nella quasi totalità delle specie, infatti, le femmine continuano a produrre uova per tutta la vita. L'obiettivo? Massimizzare il loro successo riproduttivo. Un modello che ha senso, chiaramente, in termini di selezione naturale, poichè più prole una femmina riesce a generare e allevare con successo nel corso della sua vita, più copie dei suoi geni vengono potenzialmente trasmesse alle generazioni future.

Lo studio

"L'evoluzione della menopausa può essere avvenuta solo in circostanze molto specifiche. Il requisito è che le femmine trascorrano la vita a stretto contatto con la prole, e abbiano così la possibilità di migliorare le chances di sopravvivenza della famiglia.

Estendendo le nostre ricerche a più specie abbiamo scoperto che la menopausa si è evoluta per consentire un'estensione della durata della vita femminile oltre gli anni riproduttivi, in modo da favorire l'accudimento dei figli e dei nipoti.

E per noi umani condividere un tratto così intimo e particolare con un gruppo tassonomico decisamente distante dalla nostra specie è senz'altro affascinante" sostiene Darren Croft, una delle autrici dello studio.

Cetacei.
L'aspettativa di vita inferiore in media di 40 anni con le femmine di orca disegna, per loro, percorsi etologi differenti. Vivono di meno, ma continuano a riprodursi fino alla fine della loro vita non rimanendo nello stesso gruppo sociale dei loro figli o nipoti.

La ricerca, sostenuta con i fondi del Leverhulme Trust e dal Natural Environment Research Council (NERC), intriga anche i cetologi italiani. "Pur non fornendo prove conclusive sul perché la menopausa si sia evoluta, i risultati di questo studio appena pubblicato sono notevoli e sicuramente interessanti nel parallelo con la specie umana", annuisce Daniela Silvia Pace, docente di Ecologia e Acustica dei Mammiferi Marini, Dipartimento di Biologia Ambientale, Sapienza Università di Roma.

La risorsa per i discendenti

Vivere abbastanza a lungo senza riprodursi consente dunque alle femmine di occuparsi della famiglia allargata, ossia di diventare nonne o bisnonne, in modo da potersi prendere cura delle loro famiglie condividendo il cibo o facendo da baby-sitter.

In pratica la menopausa farebbe sì che le femmine aumentino le loro opportunità di aiuto intergenerazionale, senza aumentare la sovrapposizione riproduttiva con le loro figlie.

Del resto, quando madri e figlie dello stesso gruppo cercano di riprodursi contemporaneamente tende a verificarsi, in natura, un potenziale conflitto per le risorse: entrambe devono dare la priorità alle risorse per la propria prole.

Inoltre lo studio ipotizza che una struttura sociale in cui le femmine siano a stretto contatto con la loro prole e i loro nipoti e dove ci sia l'opportunità di favorire le possibilità di sopravvivenza della famiglia, favorisca l'affermarsi della menopausa e dunque, di una prolungata fase post-riproduttiva.

Perché gli esemplari maschi vivono di meno?

L'aspettativa di vita inferiore in media di 40 anni con le femmine di orca disegna, per loro, percorsi etologi differenti. Vivono di meno, ma continuano a riprodursi fino alla fine della loro vita non rimanendo nello stesso gruppo sociale dei loro figli o nipoti.

Cetacei.
Più prole una femmina riesce a generare e allevare con successo nel corso della sua vita, più copie dei suoi geni vengono potenzialmente trasmesse alle generazioni future.

"Nelle orche, i maschi che non hanno quindi l'opportunità di fornire aiuto fino a tarda età ai loro parenti più stretti, sembrerebbero selezionati dall'evoluzione per offrire e garantire invece una continua possibilità di riproduzione” spiega la biologa Daniela Silvia Pace.

"Per ora i nostri risultati mostrano che gli esseri umani e gli odontoceti mostrano cicli di vita sorprendentemente convergenti: proprio come negli esseri umani, la menopausa negli odontoceti si è evoluta per selezione per aumentare la durata complessiva della vita, senza che per questo sia estesa anche la durata della capacità riproduttiva" spiega il gruppo di ricerca autore dello studio.