Lungo le coste della Sicilia orientale esiste un promontorio roccioso ricco di anfratti, grotte e tanta biodiversità
Costeggiando il promontorio, da ovest verso est, si possono riscontrare diversi scogli, rientranze, anfratti e cavità peculiare, cui gli abitanti del luogo hanno dato precise denominazioni.

Lungo le coste della Sicilia orientale, fra Messina e Taormina, esiste un piccolo promontorio roccioso a strapiombo sul mare, pieno di piccoli anfratti, grotte e tanta biodiversità. Stiamo parlando di Capo Sant’Alessio, situato nel comune di Sant’Alessio Siculo, in provincia di Messina.
All’interno di questo promontorio ci sono piccole grotte marine, raggiungibili via mare. Alcune di queste, invece, sono ubicate a ridosso della linea di costa, e un tempo facevano parte dell’ampia spiaggia di sabbia e ghiaia che caratterizzava questo angolo della riviera ionica del messinese, fra Messina e Taormina.
Alcune particolarità del Capo
Costeggiando il promontorio, da ovest verso est, si possono riscontrare diversi scogli, rientranze, anfratti e cavità peculiare, cui gli abitanti del luogo hanno dato precise denominazioni. Fra queste sono da evidenziare la “grotta di terra”, la più vicina alla spiaggia, dalla forma stretta ma lunga, detta localmente “grotta dei taddariti”, per lo svolazzare dei pipistrelli.
Poi, proseguendo verso est, a ridosso della parte centrale del Capo, troviamo pure la “grotta di mezzo” (“rutta i menzu” per i pescatori locali), piuttosto vasta e dotata, a seconda delle condizioni del moto ondoso, di una bellissima micro spiaggia di sabbia.

La grotta è visitabile solo via mare, quando le condizioni meteo marine sono ottimali, con mare calmo e poca corrente. E infine, quasi in direzione della punta del promontorio roccioso, troviamo la “grotta di fuori”, la più lontana, e fino a pochi decenni fa regno incontrastato di alcune specie di pesci pregiati.
Come visitare la famosa grotta di mezzo
L’ingresso della grotta di mezzo, nella parte centrale del Capo, dove si trova la piccola spiaggetta di sabbia. Il riflesso del sole sul basso fondale sabbioso fa assumere alle acque del mare una tonalità azzurro chiara.
All’interno di queste grotte si trovano varie spugne e specie di blennidi. Fra la “grotta di mezzo” e la “grotta di fuori” vi è pure un arco naturale che si riesce a notare solo da particolari prospettive, per un osservatore che si trova in mare, a ridosso del promontorio.
Capo Sant'Alessio (foto Giuseppe Parisi) #santalessiosiculo #sicilia #sicily #italia #italy pic.twitter.com/rtEnknZjl1
— siciliaweb (@Lasiciliaweb) June 15, 2022
Inoltre, alla punta di Capo Sant’Alessio, a livello del mare, si possono notare due piccoli fori, ubicati ad altezze diverse, ma comunicanti fra loro.
Quando il moto ondoso raggiunge una certa intensità l’acqua del mare entra dal foro più basso, per uscire con violenza dal foro più alto, a volte con spruzzi anche violenti quando lo stato del mare è agitato.
Ambienti in perenne mutamento
Sotto l’aspetto geologico, osservando il Capo, caratterizzato da pareti rocciose quasi verticali, ricoperte da una lussureggiante vegetazione spontanea, tipica della macchia mediterranea, si notano alla base degli affioramenti calcarei di colore chiaro e calcarei dolomitici di colore biancastro o rosato, intensamente fessurati, da cui deriva la nominazione “Arghennon Akron” (Capo d’argento), data dai greci durante il loro arrivo in Sicilia (Naxos, la prima colonia greca in Sicilia venne fondata attorno il 734 A.C.).
Generalmente l’avanzamento del mare avviene in pieno inverno, in autunno e anche all’inizio della stagione primaverile, quando le grandi mareggiate dal primo e secondo quadrante esportano gran parte della ghiaia e del materiale sabbioso che si addossa nel paraggio sottostante il promontorio.

In alcune annate, in cui le mareggiate sono particolarmente intense e frequenti, si viene a formare sulla prospiciente spiaggia uno scalino, alto anche più di 1-2 metri. Durante le grandi mareggiate da Scirocco e Levante l’area può essere interessata da treni d’onda, alti fino a 6-7 metri, che rimuovono gran parte della sabbia e della ghiaia che si era accumulata precedentemente dentro le grotte.
In alcune annate, come nel luglio 1988, la piccola spiaggetta era temporaneamente scomparsa, facendo risultare la grotta più lunga e profonda, mentre al posto della sabbia compariva un fondale roccioso e ben levigato. In altre annate la piccola spiaggia di sabbia si può estendere di diversi metri, ricoprendo le rocce sottostanti e rendendo il fondo poco profondo.
Un luogo ricco di biodiversità terrestre e marina
Il mutare continuo delle condizioni ambientali e degli habitat porta nel tempo queste grotte a essere colonizzate da varie specie di animali, sia del mondo terrestre che marino. Possiamo trovare al loro interno sia una fauna terrestre, come varie specie di uccelli e pipistrelli, piccoli rettili e piccoli mammiferi, come topi, e tantissime varietà di insetti.
Ma a un certo punto tutto viene nuovamente sconvolto e alterato dal mare, dando vita a un nuovo tipo di colonizzazione marina nella parte inferiore, e terrestre nella volta.
I fondali di queste grotte oggi vengono abitati da diverse specie di pesci, tipici di fondali rocciosi, polpi e seppie. Negli anni passati, durante una campagna studi, all’interno delle grotte centrale sono stati ritrovati dei pesci batifili, trascinati dalla forte corrente di marea.