Un cervello più giovane garantisce una vita più lunga, la scoperta che rivoluzionerà la longevità

Il cervello si è rivelato l’indicatore più significativo: un cervello “giovane” è associato a una maggiore longevità, mentre un cervello biologicamente invecchiato aumenta il rischio di malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer.

Cervello.
Il cervello si è rivelato l’indicatore più significativo: un cervello “giovane” è associato a una maggiore longevità, mentre un cervello biologicamente invecchiato aumenta il rischio di malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer.

Un cervello biologicamente giovane può essere la chiave per vivere più a lungo e in salute. È quanto emerge da un recente studio pubblicato su “Nature Medicine”, che ha identificato l’età biologica del cervello come il miglior predittore di longevità, superando l’importanza di altri organi.

Questa scoperta, che getta nuova luce sul legame tra salute cerebrale e durata della vita, sottolinea l’importanza di adottare abitudini che preservino la giovinezza della mente sin dalla prima età adulta.

L’età biologica del cervello: un indicatore cruciale

Non tutti gli organi invecchiano allo stesso ritmo, e l’età anagrafica non sempre riflette lo stato di salute biologico di una persona. Lo studio, condotto da un team di ricercatori, ha sviluppato un nuovo metodo per misurare l’età biologica di 11 sistemi di organi attraverso l’analisi di biomarcatori nel sangue.

Tra questi, il cervello si è rivelato l’indicatore più significativo: un cervello “giovane” è associato a una maggiore longevità, mentre un cervello biologicamente invecchiato aumenta il rischio di malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer.

I ricercatori hanno utilizzato un algoritmo che confronta la “firma proteica” di ciascun organo con quella media di persone della stessa età. Una deviazione significativa da questa media (superiore a 1,5 deviazioni standard) indica se un organo è eccezionalmente giovane o vecchio.

Cervello.
La buona notizia è che esistono modi per rallentare l’invecchiamento cerebrale, e molti di questi sono sorprendentemente piacevoli.

Un terzo dei partecipanti allo studio presentava almeno un organo in queste condizioni estreme, e il cervello è emerso come il principale predittore di salute complessiva.

Chi aveva un cervello più giovane mostrava migliori performance cognitive, meno sintomi depressivi e una percezione più ottimistica della propria salute.

Come mantenere giovane un cervello?

La buona notizia è che esistono modi per rallentare l’invecchiamento cerebrale, e molti di questi sono sorprendentemente piacevoli. Esistono delle abitudini supportate dalla scienza che possono aiutare a mantenere il cervello in forma.

L’esercizio fisico, come il ballo o una semplice camminata a passo svelto, stimola la circolazione sanguigna e promuove la plasticità cerebrale. In particolare, il ballo è stato collegato a benefici sull’ippocampo, un’area cruciale per la memoria e l’apprendimento, riducendo il rischio di demenza.

Inoltre è stato dimostrato come la coltivazione di relazioni profonde e contatti sociali regolari contrasta l’isolamento, un fattore di rischio per il declino cognitivo. Attività come conversazioni, hobby condivisi o l’uso di tecnologie per restare connessi possono migliorare le funzioni cognitive e ridurre il rischio di demenza.

Un altro fattore da non sottovalutare è il sonno. Dormire circa 8 ore a notte, con l’aggiunta di un breve riposino diurno per gli over 65, è un potente alleato per la salute cerebrale. Tuttavia, un eccesso di sonno diurno o una scarsa qualità del sonno possono essere segnali di rischio per problemi cognitivi.

Cervello.
Una ricerca inglese ha dimostrato che chi mantiene una vita sessuale regolare (settimanale) tra i 50 e gli 83 anni ottiene punteggi migliori nei test di fluenza verbale. Gli ormoni come dopamina e ossitocina, rilasciati durante i rapporti, insieme all’empatia e all’intimità, sembrano “oliare” il cervello che invecchia.

Una ricerca inglese ha dimostrato che chi mantiene una vita sessuale regolare (settimanale) tra i 50 e gli 83 anni ottiene punteggi migliori nei test di fluenza verbale. Gli ormoni come dopamina e ossitocina, rilasciati durante i rapporti, insieme all’empatia e all’intimità, sembrano “oliare” il cervello che invecchia.

Le innovazioni del futuro

Questa scoperta apre nuove prospettive per la medicina personalizzata. Misurando l’età biologica del cervello attraverso scansioni MRI o analisi del sangue, i medici potrebbero identificare precocemente chi è a rischio di declino cognitivo e proporre interventi mirati.

Inoltre, la ricerca condotta da Ennio Tasciotti presso l’IRCCS San Raffaele di Roma sottolinea l’importanza di concentrarsi sul cervello per garantire una longevità in salute. “Possiamo migliorare le funzioni cardiache o renali, ma se la mente ci abbandona, vivere più a lungo perde significato,” afferma Tasciotti.

La lotta contro l’invecchiamento cerebrale si intreccia anche con questioni ambientali. Studi recenti hanno rilevato che le microplastiche, sempre più presenti nei tessuti umani, incluso il cervello, potrebbero contribuire a patologie neurodegenerative. Questo rende urgente un’azione coordinata per ridurre l’inquinamento e i suoi effetti sulla salute.