L’astronauta italiano che ha comandato la ISS e ha rischiato di annegare nello spazio: la storia di Luca Parmitano
Tra i maggiori astronauti italiani c’è sicuramente Luca Parmitano che nel corso della sua carriera spaziale ha ottenuto numerosi primati italiani, oltre ad aver raggiunto importanti traguardi a livello mondiale.

Luca Parmitano è tra gli astronauti italiani più famosi di tutti i tempi e nel corso della sua carriera ha raggiunto davvero numerosissimi traguardi, tra cui alcuni primati italiani.
Ripercorriamo quindi la sua vita o perlomeno gli aspetti più importanti che l’hanno portato ad essere il professionista che è ora.
Luca Parmitano è nato a Paternò, in provincia di Catania, il 27 settembre 1976. Dopo il diploma al liceo scientifico, nel 1995 entra nell’Aeronautica Militare frequentando l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli e laureandosi in Scienze Politine nel 1999.
La carriera da pilota e da astronauta
Nel corso dei primi anni 2000 ha portato a termine vari addestramenti come pilota, ottenendo numerose qualificazioni e spiccando per le sue incredibili doti. Ad esempio l’11 maggio 2005, durante un corso in Belgio, mentre volava sulla Manica, impattò una cicogna con il velivolo AMX che stava pilotando.
Il grande volatile causò enormi danni all’abitacolo del velivolo ma Parmitano decise comunque di non eiettarsi e di riportare l’AMX a terra tra grosse difficoltà, senza l’ausilio della radio e costantemente colpito dal flusso aerodinamico. In virtù del grande coraggio dimostrato compiendo questa incredibile impresa fu decorato con la Medaglia d’argento al valore aeronautico.
Si dedicò quindi alla carriera aeronautica fino al 2009, anno in cui venne selezionato come astronauta ESA (Agenzia Spaziale Europea) e iniziò quindi la sua carriera come astronauta.

La prima missione per la quale venne selezionato fu la Expedition 36 e la Expedition 37, nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’astronauta partì il 28 maggio 2013 con la Sojuz TMA-09M dal Cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan.
Luca Parmitano rimase a bordo della ISS per circa 6 mesi, fino a novembre dello stesso anno, e durante la sua permanenza fece anche due attività extraveicolari, ovvero delle attività eseguite al di fuori del veicolo spaziale.
La prima passeggiata spaziale avvenne il 9 luglio 2013, durò 6 ore e 7 minuti e valse a Parmitano uno dei suoi primati, infatti fu il primo astronauta italiano a svolgere attività extraveicolari.
La seconda passeggiata spaziale avvenne invece una settimana dopo, il 16 luglio 2013, ma a differenza della prima, che avvenne senza intoppi, in questo caso un problema tecnico portò ad un interruzione anticipata della stessa.
Infatti poco dopo l’inizio dell’attività Parmitano lamentò la presenza di acqua all’interno del casco della tuta Extravehicular Mobility Unit. In breve tempo la quantità di acqua aumentò a tal punto da rendere estremamente difficoltoso per l’astronauta riuscire a vedere e a respirare. Si stima infatti che nel casco si fosse accumulato circa un litro e mezzo di acqua.
A seguito di questo incidente, fortunatamente senza conseguenze, venne aperta un’inchiesta per comprendere le cause del problema, appurando che l’allagamento del caso era dovuto ad un malfunzionamento della centrifuga che separa il flusso d’aria che circola verso il casco dell’acqua.
Una carriera tutt'altro che conclusa
Proprio per evitare imprevisti simili, successivamente le tute per le attività extraveicolari furono dotate di un boccaglio per consentire agli astronauti di poter respirare anche nel caso in cui il casco si allaghi.
A seguire Luca Parmitano fu selezionato per le missioni Expedition 60 ed Expedition 61, per le quali partì il 20 luglio 2019, rimanendo a bordo della ISS fino al 6 febbraio 2020.
Durante questa missione Parmitano ottenne un altro primato, infatti fu il primo italiano e il terzo astronauta dell’ESA a ricoprire il ruolo di comandante della Stazione Spaziale Internazionale.
Nel corso della sua seconda permanenza nello spazio effettuò quattro passeggiate spaziali, tutte condotte con successo, che lo portarono a ottenere il record europeo di permanenza extraveicolare cumulativa.
La carriera di Parmitano è tutt’altro che conclusa e siamo sicuri che prima del suo naturale ritiro dalle scene spaziali ci regalerà altri motivi di vanto e orgoglio nazionale.