30 giugno, la Giornata Mondiale degli Asteroidi nell'anniversario della grande e misteriosa esplosione di Tunguska

Il 30 giugno del 1908 il misterioso e distruttivo evento di Tunguska, in
Siberia, distruggeva milioni di alberi su una superficie di migliaia di
chilometri quadrati: cosa accadde quel giorno? Fu un asteroide? Ecco
cosa sappiamo grazie alle spedizioni e alle ricerche scientifiche.
Il 30 giugno di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale egli Asteroidi, l'International Asteroid Day. Questa ricorrenza annuale si celebra dal 2015 per aumentare la consapevolezza sugli asteroidi e su ciò che possiamo fare per evitare eventi catastrofici nel futuro.
La data scelta non è casuale, e ricade nell'anniversario del grande evento di Tunguska, avvenuto il 30 giugno 1908. In quel giorno una enorme esplosione devastò un'area della Siberia quasi del tutto spopolata e si ritiene che sia stato il maggior evento di impatto accaduto sulla Terra in tempi recenti.
Il grande evento di Tunguska, 30 giugno 1908
Nella mattina del 30 giugno 1908, una remota regione della Siberia centrale veniva devastata da un evento misterioso. Gli abitanti del piccolo villaggio di Vanavara, situato sulle sponde del fiume Tunguska Pietrosa, nel territorio di Krasnojarsk, in Russia, assistettero a un enorme bagliore accompagnato da calore, poi seguito da un terribile boato.
In alcuni luoghi si manifestarono enormi nubi argentee, in altri un'insolita luminosità del cielo notturno. Ma, cos'era successo?
Decine di milioni di alberi abbattuti
Il luogo dell'esplosione fu individuato cercando l'origine delle onde sismiche, pari a quelle di un terremoto di moderata magnitudo. Si scoprì che era un luogo remoto e disabitato della Siberia, dove il suolo paludoso rimane congelato per 8-9 mesi l'anno. Se l'esplosione fosse avvenuta su un'area abitata avrebbe causato una catastrofe di enormi dimensioni.

Il luogo dove avvenne la terribile esplosione era quindi disabitato e remoto, e ci vollero molti anni prima che una spedizione visitasse quelle aree.
Negli anni immediatamente successivi all'impatto non ci furono spedizioni sul campo vista la turbolenta situazione politica che viveva la Russia di allora, con la Rivoluzione che aveva determinato la caduta dell'impero zarista e la nascita dell'Unione Sovietica. La prima spedizione fu organizzata negli anni '20, quindi diversi anni dopo l'impatto.
Spedizioni scientifiche per capire le cause dell'esplosione
Agli inizi degli anni '20 del XX secolo, esattamente 100 anni fa, il Governo russo sovvenzionò una prima campagna esplorativa della regione di Tunguska, guidata dallo scienziato russo Leonid Kulik, che cercò di capire cos'era successo più di dieci anni prima. Dopo aver raccolto numerose testimonianze, l'ipotesi che più lo convinse fu quella dell'impatto di un oggetto cosmico, come un asteroide.

Nel corso delle ricerche si scoprì che una zona di oltre duemila chilometri quadrati era completamente deforestata, con centinaia di migliaia di alberi (poi si sarebbe stimato il loro numero in oltre 60 milioni) abbattuti con evidenti segni di bruciature.
Nuove spedizioni avvennero dal 1927 al 1939 confermando l'entità della devastazione, ma senza risalire alle cause. I motivi dell'enorme esplosione restavano un mistero, perché non venne trovato nessun cratere, né resti del meteorite.
Con asteroide si indicano corpi rocciosi celesti con dimensioni da poche centinaia di metri a 900 chilometri. Sono più piccoli di un pianeta ma più grandi di un meteoroide (che è un asteroide che si è frammentato). Quando un meteoroide entra nell'atmosfera terrestre si incendia formando le stelle cadenti (meteore). Con meteorite si indicano i meteoroidi che riescono a raggiungere il suolo della Terra.
L'ipotesi che trova ancora oggi un maggior numero di sostenitori è quella dell'asteroide roccioso che esplose e si vaporizzò ad alcuni chilometri dal suolo, investendo questa remota regione della Siberia. L'onda d'urto avrebbe decimato le foreste in un raggio di molti chilometri, ma la sua esplosione ad alcuni chilometri di altezza spiegherebbe il fatto che non siano stati trovati crateri.
Altre ipotesi che sono state sollevate nel tempo mettevano in ballo grandi enormi esplosioni di sacche di metano presenti nel permafrost, o la deflagrazione di una cometa, ma l'ipotesi più accreditata restava quella dell'asteroide.
La svolta negli anni '90
Negli anni '90 del XX secolo nuove spedizioni hanno gettato nuova luce su quel misterioso evento. Secondo quanto spiegato in questo articolo, agli inizi del 1990, con la fine della guerra fredda, una spedizione di scienziati italiani effettuò nella zona uno studio di tipo dendrocronologico, basato cioè sull'analisi degli anelli di accrescimento degli alberi.
Un altro dato che rafforza l'ipotesi dell'impatto sull'atmosfera terrestre di un asteroide, è la presenza di un lago a pochi chilometri di distanza da quello che fu l'epicentro del terremoto causato dall'enorme esplosione.
È stato trovato il cratere d'impatto del meteorite di Tunguska?
Una spedizione internazionale del 1999, alla quale parteciparono anche ricercatori italiani del CNR-Ismar di Bologna, si concentrò sul Lago Cheko, raccogliendo dati multiparametrici, ed effettuando numerose analisi e carotaggi.
L'ipotesi, formulata sulla base dei dati raccolti, è che il lago si sia formato sul cratere d'impatto di un frammento dell'asteroide esploso a diversi chilometri di quota.
Il lago ha infatti una caratteristica forma a imbuto tipica e la struttura dei suoi sedimenti non è coerente con il resto del territorio. Uno dei frammenti dell'asteroide, arrivando a terra, avrebbe quindi potuto generare questo specchio d'acqua.
L'ultimo mistero nelle profondità del lago Cheko
Nel 2012, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia italiano (INGV) e il CNR-Ismar, hanno avviato una collaborazione scientifica per la rielaborazione dei dati acquisiti nel 1999 integrandoli con nuovi dati raccolti nel 2008.
I risultati sono stati presentati in uno studio scientifico pubblicato nel 2012 (Gasperini et al 2012), che incrociando sezioni sismiche e dati magnetometrici evidenzia la possibile presenza di un corpo ad alta rifrazione a 10 metri sotto il fondale del lago, nel punto di massima profondità.
Che sia proprio quello il frammento di asteroide, che confermerebbe l'ipotesi dell'impatto di un meteorite? Il mistero potrebbe essere svelato in futuro con una campagna di ricerca dedicata a svelare la natura di questo corpo.
La ricerca del meteorite
Dov’è finito l'asteroide che ha generato l'enorme evento di Tunguska? A questa domanda da romanzo giallo stanno cercando di rispondere da più di un secolo generazioni di scienziati, per i quali è improbabile che non ci siano resti dell'asteroide che ha decimato e raso al suolo decine di milioni di alberi su un’area di oltre duemila km quadrati.

Se dei frammenti sono arrivati al suolo, devono trovarsi nell'area del grande impatto. Uno studio del 2023 guidato da tre ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica italiano ha calcolato in quale zona cercare eventuali frammenti. Non è facile: dai calcoli risulta infatti che il possibile strewn field di Tunguska si colloca a circa 11 km a nord-ovest dall’epicentro dell’esplosione e ha un’estensione di circa 140 km quadrati.
Se i frammenti ci sono, e non sono stati polverizzati nell'impatto, le meteoriti macroscopiche devono trovarsi sottoterra. Insomma, il mistero e le ricerche continuano.
Fonti dell'articolo
Tunguska e il mistero del lago Cheko - https://ingvambiente.com/2020/04/07/tunguska-e-il-mistero-del-lago-cheko/
Stanghellini, Giuseppe, et al. “Magnetic and Seismic Reflection Study of Lake Cheko, a Possible Impact Crater for the 1908 Tunguska Event.” Geochemistry Geophysics Geosystems, 2012. https://doi.org/10.1029/2012GC004054
Tunguska, ecco dove cercare la meteorite - https://www.media.inaf.it/2023/10/30/meteorite-tunguska-strewn-field/