Si conclude un'estate 2022 catastrofica per i ghiacciai delle Alpi

Sulla catena montuosa delle Alpi, dall'Italia alla Svizzera, dalla Francia all'Austria, lo stato dei ghiacciai al termine di questa estate 2022 è critico, con una grande accelerazione nella fusione. La caldissima estate, insieme alla grave siccità, hanno portato a una situazione senza precedenti. Video e situazione.

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Una foto d'archivio del Ghiacciaio Fellaria (Valmalenco), sulle Alpi italiane, alla fine dell'estate.

I ghiacciai delle Alpi si stanno ritirando a un ritmo sempre maggiore negli ultimi decenni, ma quello che sta accadendo nell'estate del 2022 e in questa transizione verso l'autunno sta addirittura superando le previsioni più pessimistiche.

Già a maggio la scarsa o quasi assente copertura nevosa, dopo mesi di siccità, rendeva evidente che i ghiacciai sarebbero stati particolarmente vulnerabili nel corso dell'estate. Poi l'estate del 2022 ha battuto tanti record confermandosi la più calda in Europa da quando disponiamo di dati, ci sono state ondate di calore molto lunghe caratterizzate da zero termico molto alto, e la situazione è precipitata.

Le temperature altissime anche in quota (basta ricordare l'elevato numero di giorni in cui lo zero termico si è posizionato ben sopra i cinquemila metri a giugno, luglio e agosto) hanno innescato processi di fusione accelerati.

La conseguenza più drammatica è stata il collasso avvenuto il 3 luglio scorso sul ghiacciaio della Marmolada, in Italia, a seguito del quale sono morte 11 persone, ma lungo tutta la catena delle Alpi è stata un'estate segnata da distacchi, fusione accelerata, frane innescate dal disgelo del permafrost, scomparsa di enormi quantità di ghiaccio.

Qual è la situazione alla fine dell'estate 2022?

Andiamo ora a vedere in che stato versano i ghiacciai alpini al termine dell'estate 2022, in Italia, Francia, Svizzera e Austria, iniziando da quelli situati in Italia. Proprio in Italia si è concluso, pochi giorni fa, il monitoraggio sullo stato di salute di ghiacciai nell'ambito della "Carovana dei ghiacciai 2022", campagna dell'associazione ecologista Legambiente realizzata con la collaborazione del Comitato Glaciologico Italiano. Dei circa dieci ghiacciai monitorati, quasi tutti risultavano a rischio scomparsa con crescente perdita di superficie e spessore.

I ghiacciai alpini in Italia alla fine della caldissima e siccitosa estate 2022

Sul Monte Rosa è stata testimoniato, sul Ghiacciaio di Indren, un arretramento frontale di 64 metri in soli due anni, tra l'agosto del 2020 e quello del 2022. L'arretramento è stato di 40 metri solo nell'ultimo anno, un dato mai registrato negli ultimi cinquant’anni anni e fortemente preoccupante per un ghiacciaio che si trova al di sopra dei 3.000 metri sul livello del mare.

Forte regressione anche sul Ghiacciaio di Bors, che in due anni ha registrato un arretramento di 18 metri, di cui 7 metri tra il 2020 e il 2021 e 11 metri tra il 2021 e 2022.

Sul Monte Rosa arretramento di 40 metri solo nell'ultimo anno sul Ghiacciaio di Indren, un dato mai registrato negli ultimi cinquant’anni anni e fortemente preoccupante per un ghiacciaio che si trova al di sopra dei 3.000 metri sul livello del mare.

Altro grande ghiacciaio alpino situato in Italia è il Ghiacciaio dei Forni, in Lombardia: il secondo gigante italiano (dopo l’Adamello) ha registrato nell'ultimo anno un arretramento della fronte di più di 40 metri lineari, per un totale di circa 400 metri negli ultimi dieci anni, perdendo la sua qualifica di “himalayano” per effetto della frammentazione in tre corpi glaciali, informano i glaciologi della campagna "carovana dei ghiacciai".

Sul Monte Bianco risulta critica la situazione del ghiacciaio del Miage, considerato l’”himalayano” della Valle D’Aosta: in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua (almeno 100.000.000 di m³ di ghiaccio), mentre il Pré de Bar, che dal 1990 ad oggi registra mediamente 18 metri di arretramento lineare l’anno.

In un quadro così drammatico un'eccezione arriva dal Ghiacciaio Occidentale del Montasio, in Friuli Venezia Giulia, un esempio di ghiacciaio piccolo ma resistente che, pur avendo subito in un secolo una perdita di volume del 75% circa e una riduzione di spessore pari a 40 metri, dal 2005 risulta stabilizzato, in controtendenza rispetto agli altri ghiacciai alpini.

Nelle ultime settimane dalle Alpi sono arrivati anche altri segnali, come le importanti frane verificatesi su alcuni dei Quattromila più famosi, come il Cervino e il Monte Bianco. In entrambi i casi a innescare questi fenomeni sarebbero stati un insieme di fattori, tra cui le elevate temperature in quota. Il caldo in quota fa sciogliere il permafrost, accelerando i fenomeni di instabilità dei versanti in roccia.

Ghiacciai alpini in stato critico anche in Svizzera

Quest'estate "ha cambiato la realtà per i ghiacciai alpini", ha affermato Matthias Huss, professore di glaciologia all'ETH di Zurigo e al Glacier Monitoring Switzerland, che il 1° settembre avvisava su Twitter: "siamo entrati in un territorio sconosciuto", mostrando un grafico con la rapidità di scioglimento del Glacier de la Plaine Morte, situato in Svizzera.

Un'indagine sul campo ha indicato a fine agosto un'enorme fusione avvenuta durante l'ultimo anno su questo ghiacciaio, "completamente al di là della portata di tutto ciò che avevamo osservato finora" ha osservato il glaciologo, che su Twitter sta pubblicando testimonianze anche da altri ghiacciai svizzeri.

Col de Tsanfleuron senza ghiaccio, non succedeva da almeno duemila anni

Proprio in questi giorni arriva, sempre dalla Svizzera, la notizia della scomparsa del ghiaccio dal Col de Tsanfleuron. Il passo di montagna, situato alla confluenza tra i ghiacciai Sunfleuron e Saxe-Rouge, a 2800 m sul livello del mare, ha visto riemergere la roccia a seguito della fusione record del ghiaccio. Non succedeva da almeno duemila anni, da quando disponiamo di testimonianze scritte lasciate dagli antichi Romani.

La situazione dei ghiacciai in Francia

Anche in Francia l'estate del 2022 è stata micidiale, sia per il caldo, sia per la scarsità di precipitazioni nevose cadute lo scorso inverno. A maggio la neve era già quasi del tutto sciolta in alta quota e questo ha lasciato allo scoperto le masse glaciali nei mesi più caldi.

L'estate di caldo estremo e l'assenza di copertura nevosa ha accelerato drammaticamente lo scioglimento dei ghiacciai attorno al massiccio degli Ecrins, tra le Hautes-Alpes e l'Isère. Un'area dove i climatologi prevedono una perdita dell'85-95% dei ghiacciai entro la fine del secolo.

In costante arretramento anche il Mer de Glace, nel versante francese del Monte Bianco, un ghiacciaio che - secondo dati del 2015 - si era già ridotto di 700 metri nei 30 anni precedenti. Secondo l'Istituto di Geoscienze Ambientali francese, a seguito di uno scenario mediano e di un aumento delle temperature di 2,5°C entro la fine del secolo, la Mer de Glace perderà l'80% della sua superficie nel 2100, rispetto all'inizio del XXI secolo. Secondo i modelli più pessimisti, il ghiacciaio potrebbe essere completamente scomparso tra il 2090 e il 2100.

Stato critico per i ghiacciai anche in Austria

L'Austria è l'altro paese europeo dove si trovano gli ultimi grandi ghiacciai alpini, e non è da meno in questo drammatico 2022. Nell'Austria occidentale i dati mostrano un tasso di scioglimento doppio rispetto a quello degli ultimi anni, già segnati da una fusione rapidissima.

Situazione molto allarmante presso il ghiacciaio di Pasterze, nell'area del Großglockner, che conta sulla lingua glaciale più lunga delle Alpi orientali, oltre 8 km. Quest'anno si osservano crepacci sempre più grandi e secondo gli studiosi si sta per spezzare in due parti. Anche in questa regione alpina il paesaggio sta cambiando a un ritmo rapidissimo, e la scomparsa definitiva dei ghiacciai si avvicina sempre più rapidamente.