I fisici dell'EHU avvertono: "Il Mediterraneo sarà il mare più colpito dai cambiamenti climatici"
I ricercatori dei Paesi Baschi lanciano l'allarme: nei prossimi decenni, l'aumento delle temperature, la perdita di biodiversità e l'aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi renderanno questa regione marina la più vulnerabile al riscaldamento globale.

Il Mar Mediterraneo, culla di civiltà, fonte di ricchezza e casa per oltre 150 milioni di persone che vivono lungo le sue coste, si trova ad affrontare una minaccia crescente.
Secondo recenti ricerche, il Mare Nostrum si configura come la regione marina più vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico. Il motivo? Geografia, dinamica oceanica e pressione umana stanno convergendo per trasformare questo bacino in un “punto caldo” globale.
Lo segnala uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori dell’Università dei Paesi Baschi (EHU) sulla rivista Science Direct, basato sul progetto scientifico CMIP6.
️ A marine heatwave is ongoing in the Mediterranean Sea.
— Copernicus EU (@CopernicusEU) 25 giugno 2025
This data visualisation, based on @CMEMS_EU data, shows sea surface temperature anomalies recorded on 22 June.
Areas in dark indicate temperatures more than 5°C above the seasonal average.#ImageOfTheDay #CopernicusEU pic.twitter.com/18hYbl6Tmn
Si tratta di un metodo che utilizza simulazioni informatiche ad alta complessità che rappresentano atmosfera, oceani e altri componenti del sistema climatico, per generare proiezioni future utili per le decisioni strategiche.
Ecosistemi sotto forte stress
È un fatto oggettivo che le acque mediterranee si stanno riscaldando a un ritmo superiore alla media mondiale. Questa è la causa principale dell’aggravarsi delle ondate di calore marine e dei loro effetti.
Ma la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. Lo studio ha esaminato come sarà il Mediterraneo nello scenario climatico più intenso, noto come SSP585, che implica un aumento delle emissioni di gas serra e, conseguentemente, un forte riscaldamento globale.
Le conclusioni sono allarmanti: il Mediterraneo sarà l’area dove i cambiamenti nei pattern delle onde e altri fattori meteo-marini mostreranno le tendenze più negative entro il 2100.
But with rising sea temperatures in the Mediterranean https://t.co/Cx1noVjIml, the likelihood of storms turning into hurricanes is increasing.
— dr. gianluca grimalda (@GGrimalda) 24 agosto 2025
3/6 pic.twitter.com/WP428qDrxr
Le proiezioni del CMIP6 indicano che, a quell’orizzonte temporale, le onde saranno meno frequenti, ma più intense. In altre parole, avranno maggiore capacità distruttiva, aumentando l’erosione costiera, minacciando infrastrutture e mettendo a rischio habitat naturali come praterie di posidonia e barriere coralline.
Una combinazione letale
Un cocktail letale di acque più calde, onde severe, salinità estreme e minore ricambio delle masse d’acqua creerà un ambiente critico per molte specie native.
Contemporaneamente, le specie invasive, meglio adattate a condizioni estreme, sostituiranno flora e fauna autoctone, alterando le reti trofiche che sostengono la pesca, fonte di sostentamento per le comunità costiere.

Si aggiunge un fattore chiave: l’intensa attività umana. Il Mediterraneo è tra i mari più trafficati al mondo. Inquinamento, pesca eccessiva e scarichi aumentano lo stress ambientale, riducendo la capacità di recupero degli ecosistemi.
Questa dinamica aggraverà anche la perdita delle spiagge, con effetti sul turismo, colonna economica della maggior parte dei Paesi mediterranei.
Inoltre, influirà sulla salute e sicurezza pubblica a causa di alluvioni e danni alle infrastrutture critiche legati ai cambiamenti climatici.
Impatto già percepibile
Le popolazioni costiere del Mediterraneo stanno già avvertendo gli effetti sotto forma di tempeste più forti, fenomeni estremi e innalzamento del livello del mare, che minacciano città storiche lungo la costa.
Europes seas -- especially the North Atlantic and Mediterranean -- are in the midst of unprecedented warming this year.
— Climate Central (@ClimateCentral) 11 luglio 2025
Sea surface temps around & south of Italy are running up to 3°C above average -- ocean heat made as much as 200x to 400x more likely by climate change. pic.twitter.com/2jBLcjsEC1
Gli esperti concordano sul fatto che non basta l’allerta, ma è necessario agire con determinazione.
Tra le misure urgenti figurano ridurre le emissioni di gas serra, istituire aree marine protette, regolare il traffico marittimo, migliorare la gestione costiera e adattare le infrastrutture a scenari estremi.
I ricercatori avvertono inoltre che solo l’impegno e la cooperazione tra i più di venti Paesi costieri del Mediterraneo potranno generare soluzioni efficaci.
Infatti, nel giro di poche decadi, a meno che le politiche non cambino immediatamente, questo bacino vitale dal punto di vista sociale, economico ed ecologico – che ospita oltre il 6% della biodiversità marina globale – potrebbe trasformarsi in un simbolo dei danni globali al pianeta.
Riferimento della notizia
Gabriel Ibarra-Berastegui, Jon Sáenz, Alain Ulazia, Santos J. González-Rojí, Ganix Esnaola (2025). Proiezioni CMIP6 dei cambiamenti climatici delle onde nel Mar Mediterraneo entro la fine del XXI secolo. Ingegneria Oceanica, volume 335. https://doi.org/10.1016/j.oceaneng.2025.121704.