Inverno toccata e fuga, torna l'allarme siccità: poca neve e caldo
La siccità preoccupa, dalle Alpi ai Pirenei: troppo poca la neve in montagna, fiumi in secca. E ora risalgono le temperature, cancellando anche gli effetti della perturbazione di san Valentino.

Finalmente sono tornate le nevicate su Alpi e Appennino, con la perturbazione di San Valentino, ma dopo mesi di siccità particolarmente grave al nord le precipitazioni non bastano e con il ritorno di temperature ben sopra la media e un nuovo anticiclone la neve al suolo non resterà a lungo.
Primavera anticipata e anticiclone: la neve dura poco
Le temperature sono già in aumento in Italia e toccheranno anomalie positive molto marcate nel fine settimana, con valori molto al di sopra della media del periodo, "cancellando" in molte aree le nevicate delle ultime ore.
#17febbraio Le anomalie di #temperatura sull'Europa nelle prossime ore ️ Valori ben al di sopra della media del periodo sull'Italia. ️
— Meteored Italia (@meteoredit) February 17, 2022
️ Che tempo farà nel fine settimana? https://t.co/RKdw6t0bOd pic.twitter.com/gBNPUKmIcD
La siccità nel nord Italia preoccupa: evento più grave da decenni
La perturbazione degli ultimi giorni non sembra al momento aver invertito una tendenza preoccupante. Questo inverno - informa il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA) - è stato caratterizzato, al momento, da scarse precipitazioni in tutto il nord Italia, con inevitabili conseguenze connesse ad una mancanza di “stoccaggio” della risorsa idrica: acque superficiali, falde acquifere, ma anche nevai e ghiacciai risentono di questo periodo di prolungata siccità.
Sulle Alpi lombarde, i mesi di dicembre 2021 e gennaio 2022 sono stati caratterizzati da scarse precipitazioni e temperature al di sopra della media del periodo di riferimento 2006-2020. Questa situazione ha avuto un impatto significativo sui quantitativi di risorsa idrica stoccati sotto forma di neve, con un -68% rispetto alla media del periodo di riferimento, informa il SNPA.
Sta piovendo, ma non esattamente dove serve!
— Hydrology IRPI-CNR (@Hydrology_IRPI) February 15, 2022
It's raining, but not exactly where needed!
Data from @DPCgov @eumetsat @CopernicusLand
Era quello che ci aspettavamo... @Giulio_Firenze pic.twitter.com/6Wx8HcjKIA
Neve e fiumi: dalle Alpi ai Pirenei l'inverno 2022 è allarmante
I primi dieci giorni del febbraio 2022 si sono conclusi senza alcun apporto pluviometrico su tutto il territorio regionale del Veneto, ed il cumulo di neve fresca da ottobre a fine gennaio presenta (rispetto alla media 2009-2022) un deficit del 28% nelle Dolomiti (pari a circa -85 cm di neve fresca) e del 45% nelle Prealpi (-75 cm). Anche nei fondovalle delle Dolomiti vi è un deficit di circa 40-50 cm di neve fresca, riporta ancora il SPNA. Profondo rosso per il bilancio idrico dei fiumi veneti con l'Adige, che continua a segnare il record negativo in anni recenti, così come Piave, Livenza e Brenta.
Un'altra regione dove la situazione preoccupa è il Piemonte: Arpa Piemonte stima, sull’intero bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino un contributo di neve inferiore di circa il 60% rispetto la norma. Lo spessore della neve al suolo misurato presso le stazioni manuali e automatiche gestite da Arpa Piemonte, risulta sotto le medie del periodo con un deficit superiore al 50% soprattutto su Alpi Graie, Pennine e Lepontine. Si parla da settimane della preoccupante magra del fiume Po.
Grido di allarme per la poca neve in Val d'Aosta
L'Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente della Val d'Aosta ha lanciato l'allarme nei giorni scorsi: mai così poca neve da vent'anni sulle Alpi valdostane. L’impatto si è già fatto sentire nella quantità di acqua immagazzinata nella neve (Snow Water Equivalent) con valori minimi mai osservati negli ultimi vent’anni.
Impatto sullo stock idrico nivale di questo periodo senza precipitazioni: mai così poca neve negli ultimi 20 anni!
— ARPA Valle d'Aosta (@ArpaValledAosta) February 14, 2022
Meno neve oggi = meno acqua in estate.
Speriamo che la neve prevista nelle prossime 24-48h possa migliorare la situazione#drought #climatechange #climateadaptation pic.twitter.com/lERvZNIsdF
Problema siccità anche in Svizzera
Secondo l'ufficio federale di meteorologia e climatologia del paese, Meteo Svizzera, le precipitazioni cadute tra lunedì 14 e martedì 15 hanno posto fine al lungo periodo senza precipitazioni significative sulle Alpi meridionali, ma la situazione sul fronte della siccità non cambia di molto. Si spera ora in un marzo che inverta la tendenza.
#inverno risolto in una notte, nei prossimi giorni torna la #primavera. pic.twitter.com/lwvJDuiwek
— MeteoSvizzera (@MeteoSvizzera) February 15, 2022
Siccità, segnali preoccupanti anche dai fiumi delle regioni centro-meridionali
La situazione nel nord è particolarmente preoccupante in questo inverno, ma anche al centro-sud la situazione non è buona. Il fiume Aniene, nel Lazio, si trova su livelli molto bassi ed è in sofferenza anche il Tevere: il lago di Corbara è ai livelli più bassi dell'ultimo decennio. Il lago Trasimeno, in Umbria, non era così in sofferenza dal 2010. In difficoltà anche i corsi d'acqua di Campania, Basilicata e Puglia.
Non solo in Italia: Pirenei senza neve, in Spagna e Portogallo è allarme
Questa situazione di carenza di precipitazioni e temperature sopra la media è particolarmente grave in altre aree del sud Europa, come Spagna e Portogallo. Sui Pirenei, tra Spagna e Francia, la neve in questo inverno è molto poca, come mostrano le immagini satellitari: siamo sui livelli più bassi degli ultimi 20 anni.
#ImageOfTheDay
— DG DEFIS #StrongerTogether (@defis_eu) February 11, 2022
The ongoing winter season is characterised by a deficit in rainfall ️️ in several regions of Europe
Currently, the snow coverage on the #Pyrénées mountains is the lowest observed since 2001
️ #Sentinel3 ️image acquired on 10 February pic.twitter.com/7ds1OeUe1l
In altre catene montuose della Spagna, come il Sistema Centrale, la neve è letteralmente scomparsa nelle ultime settimane, mentre i bacini idrici presentano livelli molto bassi. Come in Italia, la situazione non è ancora paragonabile con quella del drammatico 2017 e si spera in una inversione di tendenza nei prossimi mesi.