La leggenda di San Martino: l'ultima "estate" prima del gelo
Novembre è un mese di autunno inoltrato, ma c’è una nota eccezione: l’estate di San Martino. È solo tradizione o c’è del vero meteo-climaticamente? Ecco cosa dicono la leggenda, le poesie e la climatologia.

L’estate di San Martino è nota fin da tempi molto antichi. Non fa parte solo della tradizione cristiana, ma ha le sue radici nella cultura rurale e nei riti legati al ciclo delle stagioni. Nel medio evo cronache monastiche e testi sacri citano l’11 novembre come periodo in cui spesso il clima tornava inaspettatamente più mite.
È ricordata anche da scrittori latini che citavano questo periodo di novembre come spesso tiepido, con una pausa nell’incalzare dell’autunno.
Al termine dell’estate di San Martino però per opposto bussa improvvisamente il freddo invernale, e spesso trova la porta aperta. Non sono rare nevicate precoci a bassa quota e perfino in pianura al nord nell’ultima decade di novembre. Vediamo cosa c’è di vero in questa tradizione e cosa dicono leggende e proverbi.
Cos’è l’Estate di San Martino: esiste veramente?
L’estate di San Martino è un periodo di temperature miti che si verifica sovente a inizio novembre, belle giornate soprattutto in montagna ma spesso con presenza di nebbia e nubi basse al nord in pianura. Tradizionalmente è collocata attorno all’11 novembre, giorno di San Martino, e dura alcuni giorni. Una filastrocca recita “l’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino”.
Molti scienziati storcono il naso di fronte a proverbi e tradizioni, ma in questo caso molte statistiche paiono confermare il credo popolare. Analizzando in dettaglio lunghe serie meteoclimatiche, come quelle di Modena, Torino, Piacenza e altre, si nota che attorno all’11 novembre il trend di calo delle temperature medie climatiche giornaliere rallenta.

In qualche caso si nota perfino che i giorni attorno a San Martino sono statisticamente di 0.5-1°C più tiepidi dei giorni di inizio novembre, e vedono mediamente meno precipitazioni.
La leggenda di San Martino
Secondo una leggenda l’11 novembre del 335 dopo Cristo, in Gallia il Cavaliere Martino di Tours incontrò un mendicante mal vestito, quasi nudo, infreddolito nella pioggia e nella nebbia.
Si impietosì e con la sua spada tagliò a metà il suo mantello, donandone una parte al povero questuante. Proseguendo a cavallo, incontrò un altro mendicante altrettanto infreddolito e gli donò l’altra metà.
Improvvisamente il tempo migliorò, la nebbia si diradò e nei giorni seguente tornò uno scampolo di estate. Da allora, tradizione vuole che le giornate attorno all’11 novembre vedono un ritorno di una breve estate.

Martino ne rimase colpito e si convertì al Cristianesimo, per poi diventare Vescovo. Morì l'8 novembre del 397 a Candes-Saint-Martin e divenne appunto Santo. In Italia e nel mondo ci sono centinaia o forse migliaia di comuni, località e chiese intitolati a San Martino.
Meteorologia e Poesia: Carducci e Pascoli
Tante sono le poesie dedicate a San Martino. Fra le più note, San Martino di Giosuè Carducci che inizia con
L’interpretazione meteorologica è chiara: Carducci descrive le nebbie avvettive sui pendii spinte dal Maestrale, con piovviggine e mare agitato. Dunque non certo una situazione di bel tempo, in realtà.

Anche Giovanni Pascoli dedicò una poesia all’Estate di San Martino. Il testo si apre con un’immagine luminosa e quasi primaverile – “Gèmmea l’aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore” – ma si chiude con toni malinconici: “Silenzio, intorno… è l’estate, fredda, dei morti.”
Pascoli descrive bene l’illusione di un tepore fuori stagione, che però convive con il paesaggio autunnale: alberi spogli, foglie che cadono, la memoria dei defunti.
Dopo l’estate di San Martino, occhio a San Clemente
La tradizione e i proverbi dicono poi che passata l’estate di San Martino la situazione circolatoria sull’Europa può cambiare radicalmente. Due proverbi lo raccontano chiaro. A San Clemente l’inverno mette il dente. A Santa Caterina o neve o brina.
Questi due santi si celebrano rispettivamente il 23 novembre il primo e il 25 novembre la seconda. Attorno a queste date si sono verificate storiche nevicate novembrine.
Sono giorni in cui in effetti i calendari di frequenza dei valori giornalieri mostrano segni di inasprimento del calo delle temperature stagionale e appunto la meteo storia ricorda importanti nevicate.
2025: cosa succederà quest’anno?
Le elaborazioni a cluster del modello ECMWF indicano che, avvicinandoci all’11 novembre, si intravede un calo delle temperature e una circolazione più occidentale: niente gelo, ma fine dell’estate di San Martino di fatto ora in corso.
Dopo San Martino, verso i giorni di San Clemente e Santa Caterina, gli scenari diventano molto incerti. I cluster si dividono tra un’Europa ancora sotto correnti atlantiche miti e umide e alcune ipotesi, poco probabili, di incursioni più fredde dal Nord o dall’Est.
Insomma: l’inverno sul calendario si avvicina, ma non ha ancora deciso se entrare realmente in scena.