La misteriosa statua nel cuore di Roma che lancia ogni giorno un messaggio verso il Vaticano

C'è una statua nel cuore di Roma che ogni giorno ci ricorda una storia del passato, e lancia ancora oggi un messaggio verso il Vaticano.

giordano bruno
La statua di Giordano Bruno, nella piazza Campo de' Fiori a Roma.

Come era già successo a fine aprile per la morte del papa Francesco, dal 7 maggio la città di Roma è nuovamente al centro dell'attenzione mediatica del mondo, per l'elezione del nuovo Papa. Da ieri, infatti, è in corso il conclave, l'assemblea dei cardinali che, nel minuscolo stato della Città del Vaticano, deciderà il nuovo pontefice della Chiesa cattolica, ed i media internazionali sono tutti concentrati su cosa accade nella Cappella Sistina.

Nelle strade del centro storico si moltiplicano le troupe televisive, i commentatori religiosi e i curiosi, in attesa del segnale che da secoli accompagna ogni nuova elezione: il fumo bianco che si leva dal comignolo sopra la Sistina.

Mentre San Pietro rimane il fulcro di questo evento globale, altrove, tra le vie strette della Roma rinascimentale, un altro luogo si carica di un silenzioso ma potente significato.

Non è indicato sulle guide turistiche per eventi religiosi, né viene inquadrato nelle dirette televisive, eppure da questo luogo — una piazza tra le più amate dai romani — ogni giorno si leva un messaggio visibile, immobile ma eloquente, proprio in direzione del Vaticano.

Un monumento carico di significato nel cuore di Roma

A circa 20 minuti a piedi dal colonnato del Bernini, tra le bancarelle di fiori e caffè affacciati sui sampietrini della celebre piazza di Campo de' Fiori, si trova una statua in bronzo che da più di un secolo osserva Roma con sguardo severo.

Non si erge sopra una colonna trionfale né regge simboli ecclesiastici: è avvolta in un pesante mantello, ha il volto incavato nell’ombra e gli occhi fissi verso ovest, in direzione della cupola di San Pietro.

È il monumento a Giordano Bruno, filosofo nolano giustiziato in piazza Campo de' Fiori nel 1600, per ordine dell’Inquisizione.

La statua, realizzata da Ettore Ferrari e inaugurata nel 1889, raffigura Bruno con lo sguardo severo rivolto verso il Vaticano.

Le mani incrociate su un libro chiuso e il cappuccio che ne oscura il volto conferiscono un'aura di mistero e determinazione. Il monumento sorge proprio nel punto in cui Bruno fu giustiziato, diventando simbolo del libero pensiero e della resistenza all'oppressione religiosa.

Perché Giordano Bruno venne condannato al rogo?

L'Inquisizione Romana, la rete di tribunali della Chiesa cattolica presieduta personalmente dal Papa, condannò Giordano Bruno per "eresia" per aver sfidato il
dogma della Chiesa e per aver difeso le nuove teorie astronomiche, come quella di Copernico, e l'idea dell'"infinità dell'universo".

Giordano Bruno era nato a Nola, nell'attuale area metropolitana di Napoli, nel 1548 e si era distinto fin da giovanissimo per il carattere inquieto. All'età di 24 anni venne ordinato sacerdote e a 28 conseguì la laurea come docente di teologia, ma la sua insaziabile curiosità, la lettura di filosofi e testi proibiti dalla Chiesa lo portò su altri cammini.

Si interessò alla letteratura scientifica emergente del suo tempo, dagli alchimisti fino alla nuova astronomia di Copernico, che metteva al centro del sistema solare il Sole, e non la Terra.

Nella mente di Giordano Bruno germogliarono idee estremamente audaci per l'epoca, perché mettevano in discussione la dottrina filosofica e teologica ufficiale della Chiesa.

"L'universo è infinito"

Bruno, come Copernico, rifiutò l'idea che la Terra fosse il centro del cosmo, ed arrivò oltre, difendendo l'idea che viviamo in un universo infinito pieno di mondi in cui esseri simili a noi potrebbero adorare il proprio Dio.

Uno scorcio della piazza Campo de' Fiori a Roma, con il monumento a Giordano Bruno.

Non si fermò qui, ma formulò anche una concezione della realtà secondo la quale tutti gli oggetti si compongono di atomi mossi da impulsi, e mise in forte dubbio le idee alla base dell'Eucaristia cattolica.

Nel contesto storico di quel periodo, le sue idee non tardarono ad attivare la macchina repressiva dello Stato Pontificio, che lo accusò di eresia. Iniziò quindi un periodo di viaggi, con spostamenti da una città italiana all'altra in fuga dall'arresto.

Nel corso di questi viaggi Bruno incontrò pensatori, filosofi e poeti che rimasero affascinati dalle sue idee. I soggiorni di Giordano Bruno avvennero anche in città europee come Ginevra, Lione e Tolosa, fino a Parigi. La sua fama nel continente europeo crebbe di anno in anno.

L'arresto

L'arresto avvenne nel febbraio del 1593, a seguito di un suo ritorno in Italia.
Il 17 febbraio del 1600, dopo 7 anni di detenzione, venne condannato a morte per le sue idee e quindi anche per aver osato affermare che l'universo era infinito, e per aver appoggiato la rivoluzione astronomica formulata da Copernico e sostenuta da altri grandi dell'epoca, come Galileo Galilei e Keplero.

Giordano Bruno venne dichiarato eretico dalla Santa Inquisizione e i suoi libri vennero bruciati in piazza San Pietro e inseriti nell'Indice dei libri proibiti.

La condanna a morte di Giordano Bruno avvenne il 17 febbraio del 1600, nel Campo de' Fiori di Roma. In questa piazza situata in pieno centro a Roma, non lontano da Piazza Navona e molto vicino a Piazza Farnese, si trova da due secoli un monumento in suo ricordo.

Roma, il 17 febbraio di ogni anno una cerimonia in piazza Campo de' Fiori

In ricordo del filosofo e astronomo Giordano Bruno, diventato negli ultimi secoli simbolo del libero pensiero e di ribellione contro l'oppressione, ogni anno - il 17 febbraio, anniversario della condanna a morte - a Roma si tiene una cerimonia sotto la statua eretta in suo ricordo, nella popolarissima piazza di Campo de' Fiori, proprio lì dove venne giustiziato.

Una prima statua in suo ricordo venne eretta nel periodo della Repubblica Romana del 1849, che fu una sorta di anticipo di quanto sarebbe successo vent'anni dopo con la Presa di Roma e l'entrata a Roma delle truppe italiane.

Il monumento venne demolito dallo Stato Pontificio guidato da papa Pio IX, ma ne venne eretto un secondo subito dopo l'unità d'Italia. Sotto questo monumento si tiene, ogni 17 febbraio, una cerimonia in ricordo del filosofo nolano, diventato un simbolo del libero pensiero di fronte all'oppressione.