Nell'antica Roma il mese di marzo era il primo dell'anno: a chi era dedicato, e perché si chiama così?

Nell'antica Roma il mese di marzo era il primo dell'anno, e venne dedicato a una divinità che porta ancora oggi il suo nome. Scopriamo insieme i segreti del calendario e delle grandi riforme che lo hanno trasformato.

marzo
Marzo, il mese in cui inizia la primavera, non è sempre stato il terzo mese dell'anno.

Ci siamo lasciati alle spalle il mese di febbraio, che nel 2024 è stato più lungo - con 29 giorni - perché ci troviamo in un anno bisestile, ed inizia ora il mese di marzo. È il terzo mese del calendario gregoriano, il calendario che usiamo da ormai più di cinque secoli, ha trentuno giorni e segna l’inizio della primavera meteorologica. Per l'inizio della primavera astronomica bisognerà aspettare invece il 20, giorno dell'equinozio.

C’è una curiosità su questo mese che arriva dal passato, ricordandoci che il modo con cui abbiamo deciso di dividere il tempo, usando i calendari, è solo una convenzione, che è cambiata più volte nel corso della storia. Questa curiosità è che per molto tempo il mese di marzo è stato il primo mese dell’anno.

Nell’antica Roma il mese di marzo apriva l'anno

Fino al 46 a.C., anno della riforma di Giulio Cesare, nell'antica Roma era ancora vigente il calendario romano, che era un po' diverso da quello che usiamo oggi. Era basato principalmente sui cicli lunari, aveva solo dieci mesi, iniziava a marzo e terminava a dicembre.

Fino al 46 a.C., quando nell'antica Roma era ancora vigente il calendario romano, l’anno iniziava il primo marzo.

In totale durava 304 giorni, e non c'erano i mesi di gennaio e febbraio. I segni di quell’antico calendario si vedono ancora oggi: i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre, erano rispettivamente il settimo, l'ottavo, il nono ed il decimo mese dell'anno. Luglio e agosto si chiamavano “quintilis” (quinto mese) e “sextilis” (sesto mese), e vennero poi dedicati a Giulio Cesare e Augusto a seguito delle grandi riforme del calendario successive.

Le calende di marzo

Nell'antica Roma, le Calende erano il primo giorno di ciascun mese nel calendario romano, ed è proprio da quel nome che arriva il termine "calendario". Le calende non esistevano nel calendario greco, e per questo i Romani, per riferirsi a una promessa rinviata all'infinito, dicevano che era stata "rimandata alle calende greche". Il primo di marzo, primo giorno del calendario romano, erano le Calende di marzo, conosciute come "calendimarzo".

Il calendario romano di Numa Pompilio

Secondo quanto riportato dallo storico romano Tito Livio nel suo "Storia di Roma dalla fondazione", fu il secondo re di Roma, Numa Pompilio, (che regnò nel periodo 754 a.C. - 673 a.C.) ad introdurre l'attuale calendario di dodici mesi.

Con la sua riforma vennero inseriti i mesi di gennaio (mese dedicato a Giano, il dio degli inizi), e febbraio. Questi due mesi vennero posti alla fine dell'anno, che continuava però ad essere aperto dal mese primaverile di marzo.

La riforma giuliana del calendario sposta la posizione del mese di marzo

Quell'antico calendario venne usato fino al 46 a.C., quando la riforma promulgata da Giulio Cesare, ribattezzata perciò "riforma giuliana", introdurrà un nuovo calendario che è a grandi linee quasi uguale a quello ancora oggi in uso. Il calendario giuliano è stato modificato nel 1582, anno della riforma gregoriana che ha dato vita al calendario che usiamo ancora oggi, ma le modifiche introdotte erano soprattutto legate al numero degli anni bisestili.

Con la riforma giuliana, che introdusse un calendario molto simile a quello in uso oggi, l’anno iniziava a gennaio, seguito da febbraio, e marzo passò ad essere il terzo mese dell’anno, proprio come oggi. La riforma introdusse anche gli anni bisestili.

Il calendario giuliano è stato usato fino al 1582, quando l’inserimento del calendario Gregoriano (che prende il nome dal papa Gregorio XIII, che lo introdusse con la bolla papale Inter gravissimas), rimediò ad alcuni errori che si erano accumulati nel corso dei secoli.

Un mese dedicato al dio dei raccolti primaverili e della fertilità

Il nome "Marzo" viene dal latino Martius, a sua volta derivato da Mars, il dio Marte, a cui questo mese era dedicato. Marte era il dio della guerra e dei raccolti primaverili, della pioggia e della fertilità.

Era una divinità molto antica, già sacra ai popoli italici per i quali era il dio del tuono, della pioggia, del fulmine, e consacrata anche dai greci (il dio Ares). Per i Romani Marte era addirittura il padre del fondatore di Roma, Romolo. Anche in altri popoli esistevano divinità molto simili, come ad esempio Thor per i popoli del nord Europa.