Lo sci estivo sopravviverà ai cambiamenti climatici? Storia, declino e futuro delle piste sui ghiacciai alpini
Voglia di sci e di neve in piena estate. Lo sci estivo ebbe un boom negli anni 1970/80, ora è sempre più minacciato dai cambiamenti climatici. È ancora possibile pratica gli sport invernali sui ghiacciai alpini?

Lo sci alpino è uno sport tradizionalmente invernale, ma fino a non molti anni fa era possibile sciare anche in piena estate. Il periodo degli anni 1970-80 anzi, sulla scia dei successi prima della Valanga Azzurra e valanga rosa quindi di Alberto Tomba la vacanza in montagna con corso intensivo di sci era molto in voga.
Diverse erano le località e i ghiacciai dove era possibile praticare lo sci estivo, anche a quote non elevate in qualche caso. Gli anni 1990 e l’estate 2003 hanno però messo in crisi il settore sci estivo, con ripercussioni non solo sul turismo ma anche sulla preparazione atletica delle squadre nazionali.
Molte località hanno abbandonato lo sci estivo, ma qualcuna ancora resiste. Ecco la situazione attuale e le prospettive future.
Breve storia dello sci estivo sulle Alpi italiane
Come detto, lo sci estivo sulle Alpi italiane ha vissuto la sua stagione d’oro tra la fine degli anni ’70 e tutti gli anni ’80. Tra le principali località il Passo dello Stelvio (2758–3450 m): fin dal 1938 si sciava in estate, negli anni 1980 era sorta una grande e famosa scuola di sci “integrale”, ancora oggi è in funzione pur fra difficoltà e sempre più frequenti brevi e interruzioni e chiusure, come a luglio 2022 e inizio luglio 2025.
Altra località famosa, Cervinia – Plateau Rosà collegata con il comprensorio svizzero di Zermatt (Svizzera), e anch’essa pur fra difficoltà climatiche ancora in funzione.
Molto famosa poi la Val Senales (3015–3212 m), comprensorio estivo lanciato negli anni ’70, molto attivo negli anni ’80 e ’90; ha cessato definitivamente lo sci estivo nel 2013.
Ma si sciava anche al Passo del Tonale – Ghiacciaio Presena, sulla Marmolada nel ghiacciaio di Punta Rocca (3265 m), sul monte Rosa a Punta Indren e Monte Bianco – Punta Helbronner. Tutte queste hanno chiuso ad inizio anni 2000.
Poi esistevano comprensori minori, anche a quote sotto ai 3000 metri fra cui Bardonecchia – Ghiacciaio Sommeiller e Sella Nevea (Friuli Venezia Giulia), dove addirittura si scendeva con gli sci a 2500 metri, ma cessò l’attività negli anni ’80, per mancanza di innevamento.
Dove si scia ancora d’estate ?
Come accennato sopra, in Italia le uniche due località ancora attive come sci estivo sono il Passo dello Stelvio e Cervinia. A Cervinia, occorre portarsi con se i documenti di espatrio, l’area principale appunto sconfina in Svizzera. In questi giorni entrambe risultano ancora attive con alcuni impianti aperti.
Occorre salire molto presto, all’alba, per sfruttare le ore più fredde, perché poi col soleggiamento e col caldo la neve diviene impraticabile.
Sono poi ancora attive alcune località d’oltralpe, ma l’unica che ambisce a restare aperta tutta estate è Hintertux, in Austria. Arriva a un'altitudine di 3.250 metri e si scia sul ghiacciaio Hintertuxer Gletscher.
L’unica altra località attiva è Les Deux Alpes (Francia). Storica meta dello sci estivo sulle Alpi, ha offerto sci estivo fino al 6 luglio 2025. L’apertura infatti è ridotta rispetto al passato, ed è dedicata principalmente ad allenamenti di atleti e sci club.

Futuro: tra rimedi parziali e fine annunciata
Il futuro dello sci estivo appare segnato e compromesso dai cambiamenti climatici. Anche negli scenari più ottimistici dell’IPCC, i ghiacciai sotto i 3500–3800 m scompariranno in futuro e in ogni caso sono destinati a diventare impraticabili entro pochi anni. Sempre più spesso infatti nelle ultime estati diversi comprensori sono stati costretti ad arrendersi a situazioni con zero termico anche oltre 5000 metri.
Le soluzioni tecnologiche consentono di tamponare i danni, ma non bastano. Pratiche come la copertura con teli geotessili, le “snow farming”, fattorie della neve, innevamento artificiale sui ghiacciai, sono costose, poco sostenibili e inefficaci di fronte a ondate di caldo estreme.
In alternativa le squadre nazionali o i turisti più fanatici e facoltosi si adattano andando a sciare nell’emisfero australe. In Argentina, Cile, Nuova Zelanda e Australia infatti ora è inverno e in diverse località si scia come a gennaio sulle Alpi.
Oltre lo sci
La fusione dei ghiacciai non minaccia solo lo sci estivo, ma impatta anche su risorse idriche, ecosistemi, produzione di energia idroelettrica, sicurezza idrogeologica e aumenta i rischi di frane e valanghe.
Il loro ritiro è una prova chiara della crisi climatica. Dal punto di vista turistico la montagna e i ghiacciai in estate offrono comunque tante alternative.
Visitare oggi questi ambienti, mostrarli ai giovani, conservarli ed evitare pratiche invasive che compromettano ancora di più ecosistemi così delicati è un dovere verso la memoria della montagna, la tradizione di chi ci vive e lavora e il futuro delle nuove generazioni.