L’anno senza estate

Temperature sotto la media, un’estate freddissima che faceva seguito ad un inverno molto rigido, carestie: il 1816 è ricordato ancora oggi come l’anno senza estate. Ecco cosa accadde.

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L'eruzione vulcanica del Tambora e l'anno senza estate

Il 1816 fu un anno di grandi anomalie climatiche nel mondo. Dopo un inverno rigidissimo, le temperature estive si posizionarono su valori molto inferiori alla media del periodo. Nell’emisfero nord l’estate fu così fredda che i raccolti in America del nord ed in Europa andarono distrutti. Del resto, a maggio e giugno si registravano ancora gelate e nevicate abbondanti. Ci furono pesanti carestie legate a questa tremenda anomalia climatica.

L’anno senza estate si sovrappose ad un periodo già di per sé freddo, oggi conosciuto come piccola era glaciale, che era andato avanti dal Medioevo e che si sarebbe protratto fino al 1850, legato a fenomeni astronomici.

Perché un anno senza estate?

Il motivo di quell’anno così freddo è stato ricostruito dagli scienziati, che hanno individuato come responsabile l’eccezionale eruzione del vulcano Tambora, in Indonesia. L’eruzione, una delle più violente degli ultimi secoli, era avvenuta nell’aprile del 1815 ed aveva immesso nell’atmosfera enormi quantità di cenere vulcanica, gas e particelle sottili. La presenza di questi materiali vulcanici fini negli strati più alti dell’atmosfera, fece da schermo alla luce solare, portando ad un raffreddamento del pianeta.

La presenza di ceneri nell’atmosfera causò anche tramonti spettacolari, immortalati dai pittori del movimento romantico.

Grandi eruzioni vulcaniche: due tipi di impatto sul clima

L’impatto delle eruzioni più grandi sul clima della Terra è conosciuto da tempo. Ci sono però due tipi di impatti: uno è legato all’emissione di gas, che aumentando la concentrazione di gas serra nell’atmosfera porta a un aumento globale delle temperature. Esattamente nello stesso modo in cui i gas serra emessi dalle attività umane stanno portando in breve tempo ad un forte riscaldamento globale, è un impatto che si fa sentire lentamente, sul lungo periodo.

L’altro impatto è quello legato alle ceneri, che come nel caso del Tambora (ma ci sono casi più recenti), creano una temporanea rifrazione dei raggi solari e quindi un temporaneo raffreddamento del pianeta. Eruzioni particolarmente grandi, come ne avvengono ogni milione di anni, possono far sì che questo impatto temporaneo e solitamente "breve", sia più duraturo.