I pericoli delle irruzioni di aria fredda

I fronti freddi improvvisi nascondono diverse insidie da cui dobbiamo imparare ad auto proteggersi. Ecco i maggiori rischi delle irruzioni di aria fredda.

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Fronti freddi possono indurre condizioni proibitive soprattutto in montagna, non solo inverno ma anche in estate.

Le previsioni meteo hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, ma paradossalmente la maggior precisione dei modelli e il diffondersi delle previsioni automatiche con dettaglio orario aumenta il rischio di trovarsi impreparati ad eventi intensi e improvvisi. Forti nubifragi, improvvise raffiche di vento, repentine diminuzioni di temperatura rappresentano un pericolo non solo per alpinisti e per chi va in alta montagna o per chi naviga a vela o motore in mare, ma anche durante le gite fuori porta, mentre si è tranquilli in un parco pubblico e perfino mentre si passeggia in città o in feste fiere e parchi. Ecco alcuni consigli su come comportarsi e del perché non bisogna mai sottovalutare previsioni, allerta e fenomeni meteo estremi.

La “calma che precede l’uragano”

Non di rado i fronti freddi invernali sono preceduti da aria stabile e perfino da aumento della temperatura. Ciò succede talvolta a causa di effetti locali come i venti di föhn nei versanti sottovento a catene montuose, altre volte per la natura stessa di alcuni particolari tipologie di fronti freddi, come il “fronte freddo catabatico”, che essendo preceduto da correnti discendente comprime temporaneamente l’aria che precede il fronte, stabilizzando il tempo e causando un momentaneo aumento delle temperature. Mai comunque sottovalutare le previsioni, se è stato annunciato un peggioramento con arrivo di aria fredda, spesso il cambio di massa d’aria avviene in modo improvviso. Farsi trovare impreparati all’aperto dall’arrivo di aria fredda può essere estremamente pericoloso.

L’aria fredda può tardare o anticipare

La dinamica dell’irruzione di aria fredda in Italia è assai complessa, l’interazione di un fronte con l’arco alpino può causare un ritardo nei fenomeni o più raramente per opposto il fronte può anticipare i suoi effetti. Nel primo casi potremmo essere indotti, erroneamente, a pensare a previsioni sbagliate e quindi trovarci all’aperto o in territori di montagna impreparati a fenomeni repentini pericolosi, dall’altro i fenomeni tipici del fronte freddo come vento forte, pioggia o neve o grandine accompagnati da repentino calo delle temperature possono coglierci prima del previsto con i conseguenti rischi.

La cultura del rischio

Dovremmo tutti sapere che non bisogna guidare in zone allagate, che ai primi segnali di temporale bisogna andare al riparto per il rischio fulmini, che in caso di vento forte bisogna allontanarsi in fretta da parchi e zone alberate, e che una delle situazioni più pericolose è trovarsi intrappolati in un sottopasso stradale con l’acqua che sale in fretta.

Molti decaloghi spiegano queste regole, meno chiaro è che alcuni luoghi ritenuti sicuri per un fenomeno, possono essere pericolosi in altri casi. Ad esempio, un sotterraneo può essere un buon riparo in caso di tornado, ma è molto pericoloso in caso di allagamento. L'uso dell'automobile in caso di eventi meteo estremi o cercare di salvarla è uno dei comportamenti più pericolosi.

Dobbiamo imparare a saper percepire quando è il momento di passare dalla vita di routine alle azioni di autoprotezione o addirittura all’emergenza. In poche parole, alle prime avvisaglie di fenomeni meteo pericolosi, attuare subito strategie e comportamenti per difendere l’incolumità nostra, delle persone che ci stanno vicino e solo dopo, in sicurezza, pensare a salvare le cose o l’auto.