Popillia Japonica: ecco come eliminarla da orti e giardini
Un piccolo coleottero dai colori metallici, in grado di arrecare danni enormi. Ecco come riconoscere la Popillia japonica e difendere orti, giardini e tappeti erbosi in 8 mosse semplici e pratiche.

La Popillia japonica è un coleottero appartenente alla famiglia degli Scarabeidi, originario del Giappone e di alcune aree limitrofe dell’Asia orientale. Per secoli è rimasto confinato nel suo areale naturale, in equilibrio con l'ambiente circostante grazie alla presenza di predatori naturali e di condizioni ambientali specifiche che ne limitavano numericamente la popolazione.
A partire dai primi decenni del Novecento questo insetto ha iniziato a diffondersi in altre parti del mondo, attraverso il commercio globale di piante, terriccio e materiali agricoli. Questo fenomeno ha interessato in modo analogo altri insetti, che oggi sono classificati sotto la denominazione di "insetti esotici invasivi".
Il primo focolaio fuori dall’Asia venne segnalato negli Stati Uniti nel 1916, probabilmente introdotto con spedizioni di radici di piante ornamentali provenienti dal Giappone. Da lì si è progressivamente diffuso in buona parte del Nord America, causando ingenti danni alle coltivazioni e alle aree verdi urbane.
In Europa le prime segnalazioni risalgono al 2014 in Italia, nella zona del Parco del Ticino tra Piemonte e Lombardia, seguite da un’espansione verso regioni limitrofe del paese.
Oggi la Popillia japonica è considerata una specie aliena invasiva particolarmente problematica per l’agricoltura e il verde ornamentale, tanto da essere inserita nella lista A2 dell'EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization). Per i patogeni inseriti in questa lista si raccomandano misure ufficiali di controllo ed eradicazione, con l'obiettivo di limitarne la diffusione nelle aree dell'Europa in cui non sono ancora diffusi.
Non solo Popilla japonica: gli altri insetti esotici invasivi
Con il termine "insetti esotici invasivi" si indicano specie originarie di altre aree geografiche, introdotte accidentalmente o volontariamente in nuovi territori, dove trovano condizioni favorevoli per insediarsi e riprodursi senza i predatori naturali che ne limiterebbero la diffusione.
Questi insetti possono causare danni su più livelli: riduzione delle rese agricole, perdita di biodiversità, alterazione degli equilibri ecologici, problemi da salute pubblica e impatti economici diretti legati ai costi di contenimento. L’esperienza dimostra che, una volta insediate, le specie invasive sono difficili da eradicare e richiedono interventi di gestione costanti.
Oltre alla Popillia japonica, negli ultimi anni in Italia e in Europa si sono diffusi altri insetti esotici invasivi, tra cui: Halyomorpha halys (cimice asiatica), Anoplophora glabripennis (tarlo asiatico del fusto), Dryocosmus kuriphilus (cinipide galligeno del castagno), Aromia bungii (tarlo asiatico del pesco), Aedes albopictus (zanzara tigre), Agrilus planipennis (coleottero del frassino, segnalato in alcune zone europee), Tuta absoluta (tignola del pomodoro).
In Europa il coordinamento delle attività di sorveglianza e contrasto a queste specie è supportato da organismi dedicati come l’EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), che forniscono linee guida e strumenti per la gestione del rischio.
Popillia japonica: tassonomia e ciclo biologico
La Popillia japonica appartiene all’ordine dei Coleotteri e alla famiglia degli Scarabeidi.
Il ciclo biologico è annuale e comprende quattro stadi: uovo, larva, pupa e adulto.
Uovo: deposto nel terreno, in genere in estate, a pochi centimetri di profondità.
Larva: di colore biancastro e con corpo ricurvo a “C”, vive nel suolo e si nutre delle radici delle piante (in genere erbacee e giovani arbusti).
Pupa: fase di trasformazione, anch’essa svolta nel terreno, che dura alcune settimane.
Adulto: emerge dal terreno a partire dalla tarda primavera fino all’estate, nutrendosi di foglie, fiori e frutti di numerose specie vegetali.

In Italia, nelle aree colonizzate dall'insetto, la comparsa degli adulti avviene generalmente tra giugno e agosto, con picchi di attività a luglio. Gli adulti possono vivere diverse settimane e deporre più cicli di uova nello stesso periodo, contribuendo così alla rapida crescita della popolazione.
La sovrapposizione temporale tra stadi larvali nel terreno e adulti in superficie rende complesso il controllo, poiché i danni possono verificarsi contemporaneamente a livello radicale e fogliare sulla stessa pianta.
Danni più comuni e piante colpite
La Popillia japonica è un insetto estremamente polifago: gli adulti si nutrono di foglie, fiori e frutti di oltre 300 specie vegetali, mentre le larve attaccano le radici di innumerevoli piante erbacee e arbustive.
Negli orti e nei giardini le piante più colpite sono:
Piante ornamentali: rose, tigli, olmi, betulle e altre specie arboree ornamentali possono subire defogliazioni estese. Il danno tipico è la “scheletrizzazione” delle foglie: il tessuto tra le nervature viene consumato, lasciando solo una sottile rete trasparente. Nei casi più gravi, la pianta perde gran parte del fogliame e rallenta la crescita.
Ortaggi: mais dolce, fagioli, soia e altre colture orticole sono particolarmente vulnerabili. Gli adulti si nutrono delle foglie e, in alcuni casi, dei baccelli, riducendo la resa e la qualità del raccolto.
Alberi da frutto: melo, pesco, ciliegio, albicocco e susino sono frequentemente attaccati. Oltre alla scheletrizzazione delle foglie, gli adulti possono danneggiare i frutti in maturazione, compromettendo la loro commerciabilità o favorendo l’insediamento di patogeni secondari.
Tappeti erbosi: nei prati ornamentali, sportivi o nei giardini pubblici, le larve si nutrono delle radici dell’erba, causando ingiallimento e perdita di compattezza del manto. Nei casi più gravi, il tappeto erboso può sollevarsi a zolle, come se fosse stato tagliato sotto la superficie. Questo tipo di danno è particolarmente rilevante in aree urbane e periurbane, dove i prati hanno un ruolo sia estetico che funzionale.
Come difendersi dalla Popillia japonica: guida pratica per orti e giardini
Proteggere il proprio orto o giardino dalla Popillia japonica richiede un approccio combinato, che unisca prevenzione, osservazione costante e interventi mirati. I risultati migliori si ottengono sommando più tecniche e intervenendo con costanza da un anno all'altro.
1) Controlla e previeni: non introdurre piante o terriccio da zone infestate; in estate, osserva regolarmente le piante e segnala la presenza di eventuali adulti alle autorità fitosanitarie.
2) Monitora: usa trappole a feromoni solo ai margini del terreno, per capire quando inizia il volo degli adulti (di solito giugno-luglio).
3) Proteggi le piante: copri colture sensibili con reti o teli antinsetto; per frutti pregiati o fiori ornamentali usa teli protettivi che impediscano all'insetto di entrare in contatto con le parti preziose della pianta.
4) Rimuovi gli adulti: rimuovi manualmente al mattino presto o in serata gli insetti adulti, ben visibili, poco reattivi e facilmente eliminabili; è un’operazione rapida che, se ripetuta regolarmente, può ridurre in modo significativo il numero di insetti sulla pianta.
5) Agisci sul terreno: applica al terreno preparati biologici a base di nematodi entomopatogeni per colpire le larve; un’altra possibilità è l’uso del cosiddetto milky spore, un batterio specifico per la Popillia, che può restare attivo nel terreno per anni, anche se la sua efficacia varia a seconda del clima.
6) Riduci le condizioni favorevoli: mantieni il prato ben drenato e limita l’irrigazione nei periodi di ovideposizione.
7) Prodotti naturali: l’argilla caolinica forma un film bianco che confonde l’insetto e riduce l’alimentazione, mentre l’olio di neem può avere un effetto deterrente; entrambi i prodotti richiedono applicazioni frequenti per essere efficaci.
8) Condividi: la lotta alla Popillia japonica è più efficace se coordinata con i vicini, condividendo tempi e metodi di controllo, prevenzione e intervento.