L'uragano Melissa sta per diventare una colossale tempesta atlantica che stravolgerà il meteo in Europa a novembre

La risalita verso nord-est della tempesta andrà ad impattare sulla circolazione atmosferica su larga scala, fra Nord America e Europa, con importanti ripercussioni sul tempo atteso in Italia la prossima settimana.
L’uragano Melissa passerà alla storia come il ciclone tropicale più potente che abbia mai fatto landfall in Giamaica, allo status di major hurricane di 5^ categoria Saffir-Simpson, con venti mediati per minuto di 298 km/h (nei 90 km prossimi al suo occhio), e una pressione minima che ha raggiunto gli 892 hPa. Si tratta del terzo valore più basso mai raggiunto per un ciclone tropicale atlantico, dopo gli 882 hPa toccati da Wilma, nel 2005, e gli 888 hPa di Gilbert nel 1988.
Nelle prossime ore l’uragano, declassato alla 3^ categoria Saffir-Simpson, attraverserà la parte orientale di Cuba, dove è già scattata l’evacuazione di molti residenti, per poi toccare le Bahamas.
La strada verso il Nord Atlantico
Da qui finirà in Atlantico, deviando verso nord-est, spinto dai venti meridionali presenti nel bordo occidentale dell’anticiclone subtropicale delle Bermuda.Quest’ultimo non è altro che la propaggine più estrema dell’Anticiclone delle Azzorre, un blocco semi-permanente che, in questa fase, si estende fino a 45°W.

Lungo questo “binario” naturale, la tempesta troverà acque oceaniche ancora eccezionalmente calde (28-29 °C fino a 35°N) e un’umidità relativa elevatissima, condizioni ideali per mantenere un nucleo caldo almeno fino alla soglia dei 30°N.
Il giorno di Halloween l’aggancio fatale con il getto polare
La svolta decisiva è prevista per la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, quando Melissa transiterà a largo delle coste del North Carolina. A largo dell’East Coast degli Stati Uniti il sistema tropicale verrà agganciato dalla corrente a getto polare che fuoriesce dal settore orientale degli Stati Uniti.
In meno di 12 ore, il sistema perderà le sue caratteristiche tropicali. L'outflow diverrà sempre più asimmetrico, condizionando il deflusso verso un unica direzione.
Ciò andrà ad inceppare il meccanismo di autoalimentazione e sostentamento dei sistemi caldi tropicali, anche se successivamente all'extratropicalizzazione un outflow asimmetrico può precedere una riorganizzazione del ciclone, quando il ciclone si evolve in una ciclogenesi dalle caratteristiche extratropicali, seguendo lo schema dei cicloni secondo il modello Shapiro-Keyser.
Il nucleo caldo si dissolverà, mentre la convezione si organizzerà in bande frontali, redistribuendo le energie su spazi ben più ampi. Nascerà così un profondo ciclone extratropicale, con un diametro di oltre 1.200 km e un gradiente barico paragonabile a quello di una tempesta nord-europea di fine inverno.
Una grande onda planetaria verrà creata dall’outflow di Melissa
Come abbiamo detto più volte, in situazione analoghe, gli uragani, pur modificando il loro aspetto originario, evolvendosi da cicloni tropicali e profonde depressioni extratropicali, sono in grado di trasferire enormi quantità di energie (soprattutto in termini di vapore acqueo) dalle latitudini tropicali fino alla fascia temperata.

Difatti Melissa, durante la sua risalita in Atlantico, pur indebolendosi, manterrà un potente “outflow”, sempre più asimmetrico. Questo poderoso flusso, in uscita dalla tempesta, agirà come una sorta di martello pneumatico sulla corrente a getto polare, creando una grande ondulazione planetaria sul Nord Atlantico.
In termini tecnici, si formerà un’onda di Rossby di lunghezza d’onda, con una cresta pronunciata tra 40°W e 30°W e una saccatura a valle. Questa configurazione distorcerà il flusso perturbato atlantico, che dal Nord America si dirige verso l’Europa, generando a ridosso di Terranova un jet streak (forte accelerazione della corrente a getto) eccezionalmente intenso, con velocità di oltre 300 km/h a 10 km di altezza.

In poche parole questa grande ondulazione andrà a rimescolare le acque, ondulando il flusso perturbato atlantico anche sul vecchio continente.
Una nuova saccatura verso l’Europa a inizio novembre
Entro il 3-4 novembre, il getto polare verrà “pinzato” tra l’alta pressione scandinava (bloccata da un robusto omega-block) e la depressione post-Melissa, che si spingerà nel tratto di oceano a sud-est di Groenlandia.
La saccatura, una volta instaurata, potrebbe assumere una componente retrograda, agevolando lo sviluppo di un eventuale “blocco atlantico”, che potrebbe aprire le porte a diverse ondate di maltempo sull’Europa centro-occidentale, oltre che sull’Italia.
Questa configurazione di blocco potrebbe persistere per buona parte di novembre, condizionando in modo diretto il tempo in Europa, e sull’area del Mediterraneo, con diversi episodi perturbati e ondate di freddo precoci per il periodo.