La prossima settimana il getto polare si ondula, Daniele Ingemi avverte l’Italia: "possibili gocce fredde stazionarie"

L'ondulazione della corrente a getto polare favorirà la costruzione di un blocco atmosferico, con il rischio di vedere delle gocce fredde incastrate sui mari che circondano l'Italia.

Ormai quasi tutti i grandi centri di calcolo internazionali delineano uno scenario dinamico per la prossima settimana, dal 10 al 16 novembre. La grande novità riguarda il rallentamento del flusso zonale, ad opera di una corrente a getto polare che andrà ad ondularsi, proprio sull’Europa.

Ciò comporterà lo sviluppo di un robusto blocco anticiclonico sull'Europa occidentale che interromperà il flusso atlantico che ha caratterizzato l'inizio del mese. Bisognerà dunque prepararsi ad una maggiore variabilità, con il maltempo che tornerà di scena su molte aree del nostro Paese.

La corrente a getto tenderà ad ondularsi

Per capire meglio cosa ci aspetta, è essenziale partire dalle dinamiche in quota. La corrente a getto polare, quel nastro di venti potenti a circa 10 chilometri di altezza che circonda il Polo Nord, è il vero regista del tempo europeo.

In condizioni normali essa scorre in modo lineare e veloce, confinando il freddo artico alle alte latitudini e favorendo un clima più mite e stabile sulle nostre latitudini. Ma quando il vortice polare inizia a indebolirsi, come sta accadendo in queste settimane, il getto inizia a ondularsi.

Maltempo.
Con questo tipo di configurazione spesso i fronti o le perturbazioni di origine atlantica, trovandosi la strada sbarrata verso est da queste figure anticiclone, saranno costretti a scendere di latitudine, entrando sul bacino del Mediterraneo, rimanendo incastrati per giorni prima di colmarsi definitivamente.

Queste ondulazioni in seno alla corrente a getto non faranno altro che amplificare gli scambi di masse d’aria tra Nord e Sud, permettendo a fronti freddi e umidi di penetrare più facilmente nel Mediterraneo.

Verso una fase di NAO negativa, rischio maltempo per il Sud Italia

Le proiezioni degli ultimi aggiornamenti, tra cui quelle del modello ECMWF e GFS, confermano questa tendenza per la prossima settimana. Un indebolimento del vortice polare, influenzato da pulsazioni di calore dal Pacifico e da una North Atlantic Oscillation (NAO) verso valori negativi, spingerà il getto a deviare verso sud.

Ciò agevolerà la costruzione di un blocco anticiclonico, eretto lungo i meridiani, sull’Europa centro-settentrionale, che faciliterà l’ingresso di diverse saccature fino al cuore del Mediterraneo.

Quest’ultime, evolvendo verso sud, verranno tagliate dal blocco anticiclonico presente nel cuore dell’Europa, andando in cut/off e isolando delle gocce fredde sui mari attorno l’Italia. Soprattutto sul Mar di Sardegna, Canale di Sardegna, Tirreno meridionale, sullo Ionio e sul Canale di Sicilia, alimentate dal contrasto tra aria oceanica umida e le acque superficiali ancora oltre i +20°C.

Andando alla deriva sui mari dell’Italia meridionale tali gocce fredde o depressioni in quota apporteranno severe fasi di maltempo al Centro-Sud, con piogge, rovesci, ma soprattutto temporali intensi.

Perché saranno le regioni del Centro-Sud quelle più esposte

Con questo tipo di configurazione spesso i fronti o le perturbazioni di origine atlantica e i connessi sistemi frontali, trovandosi la strada sbarrata verso est da queste figure anticiclone, saranno costretti a scendere di latitudine, entrando sul bacino del Mediterraneo, dove vi rimarranno incastrati per giorni prima di colmarsi definitivamente.

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Così se il Nord Italia, maggiormente protetto dal blocco anticiclonico europeo, potrebbe cavarsela con una variabilità sparsa e qualche pioggia tra il Piemonte e la Lombardia, il Centro-Sud potrebbe vedere una piovosità superiore alla media, per queste perturbazioni che rimarranno incastrate sui mari dell’Italia meridionale.

Questi vortici autonomi, perdendo l’alimentazione fredda della corrente a getto polare, interagendo con l'aria molto umida presente sopra il Mediterraneo, possono portare severe fasi di maltempo, specialmente sulle regioni del Centro-Sud, con accumuli pluviometrici che potrebbero superare i 100-200 mm in 24-48 ore sulle aree appenniniche, aumentando il rischio di frane e allagamenti.