Le prossime 4 settimane saranno più calde del normale in tutta Europa, preludio a un'estate soffocante in Italia?

Le proiezioni meteorologiche per le prossime quattro settimane confermano il cambio di pattern atmosferico, indicando un quadro climatico preoccupante per l’Europa.

Anticiclone africano.
Nelle prossime settimane cambierà il pattern barico in Europa, e l'anticiclone africano rischia di essere nuovamente protagonista.

Gli effetti del fenomeno del final warming di primavera si sono prolungati fino alla parte finale del mese di maggio, con questa lunga fase di instabilità che ha caratterizzato la primavera del 2025 su buona parte del territorio nazionale.

Ma ora qualcosa inizierà a cambiare, proprio in coincidenza con l’arrivo dell’estate meteorologica, a giugno.

Cambio pattern nelle prossime settimane?

Le proiezioni meteorologiche per le prossime quattro settimane indicano un quadro climatico preoccupante per l’Europa, con temperature significativamente sopra la media stagionale in gran parte del continente.

In Italia, in particolare, queste anomalie termiche potrebbero rappresentare un’anticipazione di un’estate 2025 torrida e opprimente, con condizioni che potrebbero ridefinire la percezione della stagione calda.

Ma ora andiamo ad inquadrare le cause e le possibili implicazioni per l’Italia, basandosi sulle più recenti analisi dei modelli climatici, come quelli elaborati dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF), punto di riferimento del modello di Meteored.

L’anticiclone inizia a surriscaldare i motori

Secondo le previsioni stagionali aggiornate a maggio 2025, le prossime quattro settimane (da fine maggio a metà giugno) vedranno un’Europa centro-meridionale dominata dall’’alta pressione subtropicale, spesso associata all’anticiclone africano.

Cambia il pattern in Europa.
In Italia, in particolare, le regioni centro-meridionali potrebbero registrare valori ancora più elevati, con picchi che in alcune aree interne di Sicilia e Sardegna potrebbero superare i +2 °C.

La spinta verso l’area mediterranea dell’anticiclone africano favorirà temperature superiori alla media climatologica del periodo in molte regioni, con anomalie termiche comprese tra +0,5 °C e +2 °C rispetto alla media 1991-2020.

In Italia, in particolare, le regioni centro-meridionali potrebbero registrare valori ancora più elevati, con picchi che in alcune aree interne di Sicilia e Sardegna potrebbero superare i +2 °C.

Il mese di giugno, che segna l’inizio dell’estate meteorologica, sembra destinato a inaugurare una stagione calda già dalle prime settimane.

Quasi tutte le linee di tendenza dei principali global model sembrano confermare la spinta dell’anticiclone africano su gran parte del Mediterraneo, con temperature che in alcune giornate potrebbero avvicinarsi a valori tipicamente estivi anche in regioni tradizionalmente più miti, come il Piemonte e la Valle d’Aosta.

Al Nord, invece, una maggiore dinamicità atmosferica potrebbe portare a episodi temporaleschi, specialmente nelle aree alpine e prealpine, ma senza un significativo calo delle temperature.

Verso un’estate molto calda?

Le simulazioni ECMWF suggeriscono che le anomalie termiche positive potrebbero persistere per tutto il trimestre estivo (giugno, luglio, agosto), con valori che in alcune regioni, come Sicilia, Sardegna e le aree interne del Centro-Sud, potrebbero superare i +2 °C rispetto alla media.

Caldo.
Quasi tutte le linee di tendenza dei principali global model sembrano confermare la spinta dell’anticiclone africano su gran parte del Mediterraneo.

Ma il caldo si patirà molto nelle grandi aree urbane, per il fenomeno dell’isola di calore urbana. Questo fenomeno, causato dalla combinazione di asfalto, edifici ad alta densità e attività antropica, può innalzare le temperature notturne di 5°C rispetto alle aree rurali circostanti, rendendo gli ambienti urbani soffocanti e difficili da raffrescare.

Ovviamente le alte temperature e l’assenza di piogge per settimane, o addirittura mesi, rischia di aggravare la siccità sulle regioni meridionali. In particolare sulla Sicilia occidentale, dove le piogge invernali non sono state così consistenti da colmare il deficit idrico accumulato negli ultimi anni.

Lo scenario prospettato per la prossima estate si inserisce in un contesto climatico globale sempre più influenzato dal cambiamento climatico, con estati più lunghe, calde e secche, è amplificato dall’urbanizzazione e dall’aumento delle temperature superficiali marine nel Mediterraneo.