Manca poco al grande cambiamento, a Carnevale tornerà il maltempo con piogge e neve sui monti

Proprio a cavallo del periodo di Carnevale, fra il 9 e il 13 febbraio, si assisterà ad un deterioramento delle condizioni meteorologiche su buona parte del Paese, per l’ingresso di una profonda saccatura atlantica, fin sul cuore del Mediterraneo.

Dopo settimane di dominio pressoché indisturbato, il prorompente anticiclone subtropicale di blocco, responsabile dell’anomala fase calda che da giorni interessa gran parte dell’Europa, inizia, seppur molto gradualmente, a perdere buona parte del suo smalto.

I primi effetti sull’Italia si vedranno proprio ad inizio settimana, quando dell’aria umida proveniente dall’Atlantico si infiltrerà all’interno del regime anticiclonico, favorendo lo sviluppo di nubi basse, con le prime annesse precipitazioni, seppur molto deboli. Ma per il vero cambiamento bisognerà attendere l’inizio del prossimo weekend.

Le conferme dai modelli sul ritorno a condizioni invernali

Dai modelli si iniziano a intravedere le prime sostanziali conferme sul netto peggioramento, atteso nella seconda decade di febbraio, come del resto ampiamente preannunciato nella nostra tendenza mensile.

Proprio a cavallo del periodo di Carnevale, fra il 9 e il 13 febbraio, si assisterà ad un deterioramento delle condizioni meteorologiche su buona parte del Paese, per l’ingresso di una profonda saccatura atlantica, fin sul cuore del Mediterraneo.

Questa ondulazione ciclonica, supportata in quota dal “getto polare” e alimentata da masse d’aria molto fredde in scivolamento dalle latitudini artiche, avvetterà sui mari ad ovest dell’Italia una intensa avvezione di vorticità, favorendo lo sviluppo di una profonda depressione.

La formazione di questa depressione comporterà condizioni di tempo instabile e inaffidabile, dal venerdì grasso fino al martedì grasso, su quasi tutte le nostre regioni, ad iniziare da quelle più settentrionali, già dal giovedì grasso.

mappa pioggia
Proprio a cavallo del periodo di Carnevale, fra il 9 e il 13 febbraio, si assisterà ad un deterioramento delle condizioni meteorologiche su buona parte del Paese, per l’ingresso di una profonda saccatura atlantica, fin sul cuore del Mediterraneo.

Nella giornata di venerdì le precipitazioni andranno a coinvolgere tutto il Nord, con il ritorno della neve sulle Alpi. Sul resto delle regioni, a parte un aumento della nuvolosità su Sardegna e regioni tirreniche, e un rinforzo della ventilazione da Sud al suolo, non si dovrebbero vedere fenomeni.

Nel weekend maltempo diffuso?

Solo fra sabato 10 e domenica 11 febbraio il maltempo si dipanerà a tutta l’Italia, fino alle regioni meridionali, con il ritorno di nubi, piogge, rovesci e probabilmente pure locali temporali sulle aree costiere.

In alcune aree i fenomeni potrebbero risultare anche abbondanti, con accumuli di una certa consistenza durante il weekend. In modo particolare sulla Liguria, fascia prealpina, e sulle regioni tirreniche, dalla Toscana fino alla Calabria e alla Sicilia, dove non sono esclusi fenomeni di natura convettiva. Sulle Alpi, invece, risulteranno abbondanti le nevicate.

Tale fenomenologia potrebbe diventare maggiormente persistente nelle suddette aree se il minimo depressionario rimarrà fermo nella medesima posizione, a ridosso delle regioni centro-settentrionali.

Atteso un brusco calo termico

Oltre al ritorno delle piogge e della neve sui monti, l’arrivo di questa perturbazione porterà con sé anche aria piuttosto fredda dal Nord Atlantico, che farà abbassare le temperature in modo sensibile, a cominciare dalle regioni più settentrionali.

Sulle regioni meridionali, invece, prima del calo termico si assisterà, già da venerdì grasso, a un aumento termico, indotto dal richiamo della sostenuta ventilazione meridionale, aspirata dal profondo minimo di bassa pressione pronto ad isolarsi sui mari italiani.

Dopo il weekend, fra lunedì 12 e martedì 13, l’aria più fredda potrebbe dilagare anche al meridione, causando un drastico calo delle temperature e il ritorno della neve a bassa quota sui monti del centro-sud. Ma vista la notevole distanza temporale occorrono ulteriori conferme dall’aggiornamento dei modelli matematici.