Meteo: il vortice polare si sta indebolendo, entro fine mese possibile l’arrivo delle prime nevicate a bassa quota

Nei prossimi giorni l'indebolimento del vortice polare potrebbe aprire nuovi scenari, con lo sviluppo di imponenti blocchi anticiclonici capaci in una seconda fase di catapultare l'aria fredda verso le latitudini più basse.
In queste ore il maltempo sta colpendo duramente le regioni del Sud e la Sicilia, dove nelle prossime ore non si escludono neppure dei locali nubifragi, specialmente sui settori ionici dell’Isola.
Nel frattempo, se analizziamo le dinamiche circolatorie su larga scala, osserviamo importanti cambiamenti che avranno delle ripercussioni sul tempo in Italia, già a partire dalla nuova settimana.
Imponenti onde planetarie pronte ad indebolire il vortice polare
Fra il Nord Pacifico e l’America settentrionale le onde di Rossby inizieranno a rallentare, risalendo in direzione dell’Artico. Negli ultimi giorni, le mappe satellitari e modellistiche mostrano come le onde troposferiche, tra i 70° e 80° di latitudine Nord, si stanno rompendo proprio al confine del vortice polare, trasportando calore fino alla stratosfera polare.
Questo "fratturamento" provoca un indebolimento netto della corrente a getto polare, con un cambiamento rapido dei venti zonali, pronti a rallentare le loro velocità. Parliamo di un indebolimento estremamente rapido, che favorirà la fisiologica deformazione del vortice polare troposferico fuori dal proprio areale.
Per l'Italia, queste dinamiche stratosferiche hanno ripercussioni dirette e tangibili. Il blocco groenlandese, rafforzato dalla rottura delle onde di Rossby, spingerà l'alta pressione oceanica verso l'Europa centro-orientale, creando un ponte che spingerà sul Mediterraneo l’aria molto mite che proviene dal basso Atlantico.
Questo scenario, non porta subito il gelo polare sul nostro Paese ma, al contrario, favorisce una parentesi stabile e temperata, nota come "estate di San Martino".
Secondo le analisi dei modelli ECMWF e GFS questa influenza si traduce in una settimana prossima (dal 10 al 16 novembre 2025) dominata da stabilità, ma con echi del maltempo recente al Sud e segnali di transizione verso climi più freschi.
Una settimana più stabile e soleggiata, ma non ovunque
La settimana si aprirà all’insegna di un tempo stabile e soleggiato su buona parte del nostro territorio nazionale, con tanto sole, ma anche nebbie e foschie che domineranno sulle pianure del Nord.

Lunedì 10 novembre ancora delle residue piogge e dei rovesci si vedranno sulle regioni del Sud e sulla Sicilia. Ma anche qui la tendenza è verso un deciso miglioramento.
Da martedì 11 a venerdì 14 novembre, l'anticiclone si rafforzerà, portando giornate soleggiate e miti, ideali per escursioni o attività all'aperto. Temperature massime che sfiorano i +20°C al Sud e sulle coste laziali, e minime notturne raramente sotto i +5°C al Nord.
I venti saranno generalmente deboli, salvo raffiche da nord-est sulle Alpi e in Adriatico, e l'umidità relativa oscillerà tra il 60% e l'80%, contribuendo a quella sensazione di "estate indiana" tanto cara alla tradizione.
Possibile cambiamento a partire dal 15 novembre
Verso il weekend del 15-16 novembre, i modelli intravedono i primi segnali di cedimento dell’anticiclone, con un lieve calo termico al Nord e probabilità di nubi in aumento al Centro-Sud, preludio a una saccatura atlantica più incisiva prevista per la settimana successiva.

Ciò ci suggerisce che, se le onde di Rossby continueranno a rompersi a latitudini alte, il blocco groenlandese potrebbe evolvere in un pattern più ondulato, aprendo la porta a irruzioni fredde polari già entro fine mese.
Entro fine mese possibile l’arrivo delle prime ondate di freddo?
Tuttavia, la persistenza di questo blocco, potrebbe spalancare le porte per le prime ondate di freddo. Difatti, se il vortice polare si indebolirà ulteriormente, l'aria fredda presente oltre il Circolo Polare potrebbe scivolare verso sud già a fine novembre, portando situazioni meteorologiche più congeniali per nevicate a quote basse e un fine autunno più dinamico.
In questo caso sarebbero le regioni più Settentrionali le più esposte alle prime incursioni fredde da Nord, con l’arrivo delle prime nevicate di stagione, a bassa quota, fra Alpi e Appennino settentrionale.